11/12/2009 20:48:55

L'avvocato Antonio Dello Preite cura la rubrica dedicata all’analisi di problemi di natura legale per Luceraweb

Egregio avvocato,
avrei da chiederLe una delucidazione su di una causa avanti il giudice di pace vinta da mia marito.
Il dubbio è questo: il giudice ha stabilito che mio marito ha vinto la causa (non gli era stata pagata una fattura per un lavoro svolto) e che le spese sono tutte a carico della controparte.
Il problema è che la controparte si è resa irreperibile, sembra anche che sia tornata in Romania, suo Paese di origine, chiudendo baracca e burattini.
In questo caso, se l'avvocato non potrà recuperare la sua parcella, dovremo pagarlo noi?
E c'è un modo per recuperare i soldi della fattura che il giudice ha imposto alla controparte di saldarci?
La ringrazio in anticipo per la sua cortese risposta e le invio cordiali saluti.
Una affezionata lettrice

Gentile Lettrice,
non entro nel merito della causa perché è andata nel miglior modo possibile: suo marito ha avuto ragione e la controparte è stata giustamente condannata alle spese di soccombenza.
Tuttavia, le vicende processuali non toccano minimamente l’avvocato, che dovrà essere pagato dal proprio cliente il quale ha stipulato con lui un contratto di prestazione di lavoro intellettuale, così come disciplinato dagli artt.2229 e seguenti del Codice Civile.
Questo concetto è ovvio perché se l’avvocato è un lavoratore autonomo che garantisce i mezzi per raggiungere lo scopo, proprio per questo non è socio del proprio cliente.
Quindi Suo marito dovrà pagare la parcella al Collega che lo ha assistito e difeso.
Il problema che Lei mi pone, peraltro, attiene più che altro alla solvibilità della controparte.
Se una parte non ottempera a quanto è stabilito in sentenza, quella vittoriosa può agire con esecuzione forzata.
Può ben immaginare – credo – l’estrema difficoltà del Suo Legale di sapere prima di tutto dove è finita questa persona, se si trova in Italia o all’estero: soprattutto se ha beni mobili o immobili da aggredire con un esecuzione forzata (ma ne dubito fortemente…).
Non mi stanco mai di ripetere ai miei Clienti che vogliono iniziare una causa di contare fino a dieci e di informarsi, prima di iniziare, su chi hanno di fronte e se il gioco vale la… candela.  
Vede, nel nostro bel dialetto esiste un proverbio di grande saggezza: “…tre sonne i putinde: u’ pape, u’ rre e chi ‘ntene ninde…” (tre sono i potenti: il papa, il re e chi non possiede nulla).
Se muovo causa al terzo dei potenti (il nullatenente) posso vincere tutte le cause che voglio, ma non potrò togliergli nulla e come danno in aggiunta alla beffa, dovrò pagare tutte le relative parcelle.
Se questa persona dalla Romania è venuta in Italia in cerca di “fortuna”, probabilmente non se la passava bene nel suo paese (altrimenti ci rimaneva) e ancor più probabilmente appartiene alla terza categoria dei tre potenti.   
Potrei anche suggerirLe di utilizzare tutti i nuovi mezzi che le leggi prevedono nell’ambito comunitario (la Romania fa parte dell’Europa) per le azioni giudiziarie del caso, ma sono tutti ulteriori notevoli costi che Suo marito dovrà sopportare, perché, quantomeno, bisognerà pagare un Collega rumeno sul posto che deve fare le dovute indagini ed azioni.
Se a ciò aggiunge che la causa ha ad oggetto somme modeste (leggo che la sentenza è del Giudice di Pace), le conviene?
Cordiali saluti.
avv. Antonio Dello Preite

Per sottoporre domande scrivere a: a.dellopreite@luceraweb.it 
Periodicamente i lettori potranno trovare risposta a quesiti legali generici che rappresentano una divulgazione ed un chiarimento di argomenti giuridici generali ed impersonali.
Laddove si voglia richiedere una vera e propria consultazione professionale on-line, il caso va rimesso direttamente all’indirizzo consulenza@avvdellopreite.it
L’avv. Antonio Dello Preite (sito Internet www.avvdellopreite.it) riceve tutti i giorni, sabato escluso, nel suo studio di Lucera alla via Indipendenza n° 21 dalle ore 18 alle ore 20 ed è raggiungibile ai numeri telefonici 0881-520993 e 347-2548204

 

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