02/12/2011 11:28:31

L'avvocato Antonio Dello Preite cura la rubrica dedicata all’analisi di problemi di natura legale per Luceraweb

Gentile avvocato,
Le scrivo in merito ad una causa di lavoro che sto attualmente affrontando. Sono un libero professionista titolare di una ditta individuale e nello specifico mi occupo di progettazioni meccaniche svolte per conto di piccole ditte dalle quali mi vengono commissionate. La controversia alla quale Le sto facendo accenno è nata tra me ed un mio cliente (peraltro storico) a seguito di una lettera speditogli dal mio legale di fiducia dove veniva richiesto il pagamento del mio onorario di svariate fatture oramai scadute. Da lì a seguire un decreto ingiuntivo, una loro opposizione al decreto, una richiesta della controparte di una ATP e una "fantomatica" richiesta di danni. Dopo aver ottenuto una esecuzione provvisoria al decreto con il successivo pignoramento dell'auto dell'amministratore della controparte (auto andata a fuoco durante la custodia in cause misteriose) si è giunti a luglio di questo anno alla sentenza definitiva della causa che mi dava interamente ragione. Circa un paio di mesi fa il mio legale mi comunica il ricorso in appello della controparte e da lì la decisione da parte nostra di "tentare" la strada della richiesta di fallimento. Premesso tutto ciò e specificandoLe di aver sostenuto finora le spese (legittime) sostenute dal mio legale e aver già anticipato qualche costo del suo onorario, mi ritrovo dinanzi ad un altro problema:
il mio legale mi richiede ora, il costo delle spese processuali stabilite dal Giudice che ha condannato la controparte, perchè sostiene che da quest'ultima (trattasi di una Srl) sarà quasi improbabile che vengano risarcite. Volendo parlare di cifre posso dirLe che il mio credito nei confronti del mio cliente è di circa 18.000 euro e che di questa cifra ho già pagato le tasse, l'IVA, i vari acconti al mio legale, il mio tempo dedicato alla ATP (circa 70 ore) svolgendo il ruolo di tecnico di parte.
Sono tenuto a questo punto a sostenere anche le spese della controparte? E perchè il mio legale non mi ha prospettato questa eventualità fin dall'inizio, cosa che avrebbe potuto farmi desistere dal procedere all'azione di recupero?
Spero di essere stato sufficientemente sintetico e confidando in un Suo gentile interessamento La ringrazio anticipatamente.
Cordialmente
Antonio – Torino

Gentile signor Antonio,
ho già risposto ad analoghi quesiti di lettori che si lamentano sul fronte delle spese legali con il loro avvocato.
Purtroppo, le cause hanno i loro tempi (sempre più lunghi) ed i loro costi (sempre più elevati  - v. gli ultimi provvedimenti del Governo in materia di aumento dei contributi per le iscrizioni a ruolo).
Vi sono però dei concetti di base che il “cittadino–cliente” deve capire per valutare bene le sue scelte ed in questo, peraltro, è dovere dell’avvocato illustrare al proprio assistito i possibili scenari futuri circa la controversia giudiziaria da avviare:
1) l’avvocato è un lavoratore autonomo che svolge la propria prestazione a fronte di un compenso;
2) avvocato e cliente non sono soci: indipendentemente dall’esito della causa – favorevole o sfavorevole – l’avvocato deve esser sempre pagato per la sua attività in quanto il suo onorario è equiparato giuridicamente ad un credito di lavoro (come lo stipendio per un lavoratore subordinato);
3) l’avvocato garantisce i mezzi (ad es. la sua competenza in quella materia), ma non i risultati;
4) l’avvocato deve essere pagato dal suo cliente sulla base di un dettagliato rendiconto circa l’attività sostenuta, le spese sopportate e gli acconti già ricevuti : se c’è disaccordo, il Consiglio dell’Ordine potrà essere richiesto per esprimersi sulla congruità della somma richiesta dal Legale e, se la cosa non si risolve ancora, si può ricorrere al Giudice;
5) le spese a carico della controparte perché “ha perso la causa”, come nel Suo caso, rappresentano solo un ristoro per la parte vittoriosa circa le spese legali sopportate per il processo: quest’importo può coincidere con le richieste del Suo avvocato, ma non necessariamente perché può essere anche superiore (ad es. il Giudice stabilisce in sentenza euro 1.800 di soccombenza, ma l’avvocato mi richiede una giustificata ed effettiva parcella di euro 3.000; controparte mi verserà 1.800 euro, ma altri 1.200 li dovrò versare io).
Venendo ai suoi quesiti cominciamo col precisare che il suo legale non chiede le spese di controparte, ma i suoi onorari che – per quanto detto prima al punto 5 – egli ritiene coincidenti con la statuizione del Giudice.
Sempre per quanto spiegato prima, se la controparte è una Società a responsabilità limitata con minimo capitale e con patrimonio inesistente, è possibile che anche la causa d’appello sarà a Lei favorevole,  ma il tutto sarà “una vittoria di Pirro” perché vi saranno altri onorari da versare al suo Legale, senza che ci sia un recupero di somme.
Per quanto riguarda la preventiva prospettazione da parte del Legale di un possibile scenario simile al Suo, non entro nel merito: c’è chi lo fa e chi non lo fa.
Posso dirLe soltanto che, quando un Cliente viene nel mio Studio, mi sforzo di fargli comprendere che, al di là delle migliori ragioni, bisogna sempre controllare chi è la controparte. E’ solvibile? Ha da perdere qualcosa? E’ titolare di un reddito fisso? Se è una società sono state fatte le visure o si sono assunte delle informazioni? E questo proprio per i motivi che ho spiegato prima e per prevenire incomprensioni e discussioni future con i miei Clienti, laddove si debba pagare la mia parcella anche se non si recupera nulla.
Per eventuali future controversie, tuttavia, valuti la possibilità di ricorrere al nuovo istituto della media conciliazione entrato in vigore lo scorso marzo: con spese contenute e un possibile accordo – che è equiparato ad una sentenza e ad un titolo esecutivo – si possono risparmiare spese ed anni di tribunale.
Per farsene un idea Le segnalo questo link: www.conciliazione-lucera.it.
Spero di esserLe stato di aiuto per fugare i Suoi dubbi.
Auguri per un buon esito della Sua controversia.
Saluti.
Avv. Antonio Dello Preite 

Per sottoporre domande scrivere a: a.dellopreite@luceraweb.it 
Periodicamente i lettori potranno trovare risposta a quesiti legali generici che rappresentano una divulgazione ed un chiarimento di argomenti giuridici generali ed impersonali.
Laddove si voglia richiedere una vera e propria consultazione professionale on-line, il caso va rimesso direttamente all’indirizzo consulenza@avvdellopreite.it
L’avv. Antonio Dello Preite (sito Internet www.avvdellopreite.it) riceve tutti i giorni, sabato escluso, nel suo studio di Lucera alla via Indipendenza n° 21 dalle ore 18 alle ore 20 ed è raggiungibile ai numeri telefonici 0881-520993 e 347-2548204

 

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