13/04/2012 09:59:06

L'avvocato Antonio Dello Preite cura la rubrica dedicata all’analisi di problemi di natura legale per Luceraweb

Egregio avvocato,
trovandomi in situazione di dover fare causa civile, mi sono rivolta a 4 avvocati di diversi studi ai quali ho riferito che mi stavo consultando con altri per poi decidere da chi farmi seguire, poiché avevo bisogno di capire a cosa andavo in contro.
Soltanto una mi ha presentato parcella di 377 euro per quella che io ritenevo "una semplice chiacchierata" come quando chiedo preventivo senza impegno.
Lei non ha fatto altro che dirmi che c'era una causa, mi ha spiegato la procedura da seguire e quanto mi sarebbe costato in linea di massima tutta la causa. Niente di concreto. Alla fine ci siamo salutati e lei mi chiede di tenerla informata qualunque fosse la mia scelta.
Dopo la fine dei colloqui, ho comunicato a lei la mia decisione di farmi seguire da un altro e la ringrazio.
Lei mi ringrazia e mi comunica che da lì a poco mi arriverà parcella, ma io contrariata le segnalo che ero convinta fosse stato chiaro che la chiacchierata era senza impegno, ma che mandi pure la parcella dovuta. Dopo un mese mi arriva via e-mail la parcella per un totale di 377 euro.
Io la trovo eccessiva anche perché ci sono state solo parole, niente lavoro per lei, solo il suo tempo e per 5 minuti di un altro avvocato che ha chiamato per vedere se c'era in studio, giacché lei si sarebbe occupata solo della parte civile, l'altro giovanissimo avvocato si sarebbe occupato della parte penale.
Cosa devo fare? Grazie
Mail firmata

Gentile signora,
il fenomeno della contestazione delle parcelle è di enorme rilevanza, poiché ricevo tantissime lettere come la Sua, dove mi si racconta delle “peripezie” che avvengono tra cliente ed avvocato.
Ho precisato alcuni punti fermi su analoghe questioni, come Lei potrà verificare navigando nella mia rubrica  Avvocato sul Web, anche se, adesso, con le note riforme varate dal Governo in materia di liberalizzazioni, il sistema cambia profondamente.
Avrò modo di ritornare sull’argomento in futuro ma tenga presente che le vigenti disposizioni prevedono: -1) che le vecchie tariffe professionali con i minimi e massimi siano abolite e che ad esse non possa più farsi riferimento e, -2) che il compenso tra professionista e cliente debba essere concordato preventivamente in via di massima prima che venga compiuta l’attività.
Non dimentichiamo, poi, il vecchio Decreto Bersani (DL 04/07/2006, n.223) tuttora vigente, che, messo in combinazione con il nuovo testo sulle liberalizzazioni e rafforzandolo (il decreto Bersani fu il primo timido tentativo di avviare a suo tempo le liberalizzazioni), a mio sommesso parere, potrà giocare un ruolo determinante nelle attuali diatribe tra cliente e professionista.
In particolare l’art.2, anticipando gli attuali contenuti normativi, così recita: “… In conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonché al fine di assicurare agli utenti un'effettiva facoltà di scelta nell'esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali:
a) l'obbligatorietà di tariffe fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti;
b) il divieto, anche parziale, di svolgere pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggi… ”

Come vede, già in questo vecchio provvedimento, si potevano cogliere le spinte europee al cambiamento, ora definitivamente ribadite con la recentissima Legge sulle liberalizzazioni.
Tuttavia, mi consenta di sottolineare che la Sua domanda è posta in modo suggestivo.
Lei mi dice di essersi recata da più avvocati per fare una “chiacchierata di cinque minuti” relativa alla decisione di intraprendere una causa (civile ed anche penale, mi pare di capire, consultando la civilista prima ed il “giovane” penalista dopo).
La Sua non è una chiacchierata di cinque minuti, ma – dati i risvolti civili e penali – una consultazione vera e propria su una questione apparentemente non proprio semplice che, indipendentemente dalle future decisioni sul cosa fare, deve essere pagata (forse sulla base delle vecchie tariffe per la cifra richiestaLe, anche se non conosco, però, il valore della controversia).
Vede, quando si va dal medico per fare un controllo (o meglio, una consultazione), Lei paga la visita, anche se dura pochi minuti: se va dall’avvocato per consultarsi su una certa questione, questi deve rispondere ai Suoi quesiti, inquadrare la vicenda ed impostare una linea difensiva, con una vera e propria consultazione, rapida se vogliamo, ma pur sempre una consultazione.
Ma il problema – mi pare di capire – è se l’importo richiesto dalla Collega sia congruo.
Sulla base delle abrogate tariffe potrebbe esserlo, perché l’onorario per le consultazioni stragiudiziali va da un minimo di 15 euro a un massimo di 150 per quelle semplici e da un minimo di 20 euro a un massimo di 3.355 per quelle meno semplici (qui entra in gioco la difficoltà e la fascia di valore che nel Suo caso io, però, non conosco).
Comunque, se lo crede, può informare della cosa il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della Sua città (in genere si trova nel Palazzo di Giustizia) e chiedere un loro autorevole parere (perché vincola anche la Collega) sulla vicenda, poiché questo è uno dei suoi compiti istituzionali.
Tornando alla nuova normativa, per una nota legge di mercato, al fine di ridurre il prezzo, bisogna aumentare la competitività e la concorrenza: solo in tal modo il cliente–consumatore ne trae beneficio.
Tuttavia bisogna fare molta attenzione, perché altro è scegliere ai saldi quel vestito di seta o quella confezione di mortadella, altro è scegliere un professionista a cui affidare i propri interessi più intimi, delicati e rilevanti (come nel caso dell’avvocato) o la propria vita (come nel caso del medico): in questi casi, quasi mai il criterio puramente economico è quello più giusto perché,  come si dice dalle mie parti, “ … come spendi, così mangi…”.
Ad esempio, se mi arrestano per un’accusa di tentato omicidio o di corruzione, non c’è bisogno di spiegare la notevole differenza di costo, ma anche di risultati che intercorre tra lo sconosciuto e forse inesperto avvocato d’ufficio ed il suo più anziano, famoso ed esperto collega penalista e questo perché sussistono differenze individuali, culturali e di continuo studio ed aggiornamento che variano tra professionista e professionista e che impediranno di ridurre l’attività intellettuale a un ragionieristico calcolo di costi e ricavi. 
Concludendo, credo che, tuttavia, la trasparenza possa essere una delle possibili carte vincenti per prevenire possibili contrasti cliente-avvocato e che, sulla scorta delle Leggi attuali, un professionista, indipendentemente dalla sua bravura o meno, possa e debba avvisare preventivamente la propria potenziale clientela dei costi, sia per una consultazione preventiva (come quella fatta da Lei) che per una pianificazione della futura causa.
Infatti, se, ad esempio, Lei naviga sul mio sito www.avvdellopreite.it alla pagina “pareri on-line” troverà tutti gli elementi per chiedere una consultazione ed il relativo prezzo (per le questioni semplici, altrimenti, se la cosa è complicata, bisogna chiamare per il preventivo) e questo, proprio in virtù di quel principio.
Saluti.
Avv. Antonio Dello Preite

Per sottoporre domande scrivere a: a.dellopreite@luceraweb.it 
Periodicamente i lettori potranno trovare risposta a quesiti legali generici che rappresentano una divulgazione ed un chiarimento di argomenti giuridici generali ed impersonali.
Laddove si voglia richiedere una vera e propria consultazione professionale on-line, il caso va rimesso direttamente all’indirizzo consulenza@avvdellopreite.it
L’avv. Antonio Dello Preite (sito Internet www.avvdellopreite.it) riceve tutti i giorni, sabato escluso, nel suo studio di Lucera alla via Indipendenza n° 21 dalle ore 18 alle ore 20 ed è raggiungibile ai numeri telefonici 0881-520993 e 347-2548204

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