Pigolotti: formazione e lavoro nell’Industria 4.0

L’occupazione in Italia è da anni un tasto dolente, e con la crisi che ha colpito il mondo finanziario ed economico a partire dal 2008 la situazione si è aggravata. Stefano Pigolotti, Professional Coach, ci spiega però come, a 10 anni dall’inizio di una delle crisi peggiori, nel secondo trimestre 2018 l’occupazione sia aumentata in modo particolarmente marcato rispetto al trimestre precedente. La crescita economica è in Italia più lenta di quella dell’economia dei paesi dell’area Euro, cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% nel confronto con il secondo trimestre del 2017, ma è associata a un aumento relativamente elevato dell’input di lavoro, che aumenta in misura più intensa rispetto al prodotto sia su base congiunturale (+0,7%) sia in termini tendenziali (+1,5%).
Dal lato delle imprese, prosegue la crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,4% sul trimestre precedente e del 2,5% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. L’aumento delle posizioni lavorative è tuttavia associato a una diminuzione delle ore lavorate per dipendente dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,4% su base annua. Continua, inoltre, la flessione del ricorso alla cassa integrazione. Il tasso dei posti vacanti, aumenta sia su base congiunturale sia su base annua, rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti percentuali. Il costo del lavoro cresce dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento più sostenuto degli oneri sociali (+1,5% su base congiunturale e +4,3% su base annua) rispetto a quello delle retribuzioni (+0,4% su base congiunturale e +1,9% su base annua).
Nonostante vi sia un aumento degli occupati, le aziende faticano a trovare manodopera da assumere, come dichiara anche il neo eletto presidente della sezione meccanica di Confindustria Marche Nord, Sergio Bravetti. «Il 50% delle aziende sul territorio non riesce a trovare manodopera, anche da formare, perché mancano le conoscenze di base. Va fatta una rivoluzione culturale. Le scuole tecniche vanno potenziate. Dobbiamo lavorare sulle scuole, sulle famiglie, dobbiamo cambiare la percezione dell’azienda aprendo le nostre porte e facendo conoscere le cose belle che facciamo». Altro tema trattato da Bravetti è Industria 4.0: «Molte aziende hanno beneficiato delle facilitazioni fiscali e hanno investito, adesso è il momento di far funzionare il sistema». La formazione relativa all’Industria 4.0, e la formazione in genere, è centrale a livello lavorativo, sia per i lavoratori che sono già in azienda, sia per quelli che cercano un lavoro. La forte automazione ed evoluzione tecnologica di questi anni, come dichiara Stefano Pigolotti, coach e formatore, la trasformazione digitale non rappresenta solo un’opzione o un canale accessorio, non fondamentale, ma al contrario l’elemento centrale su cui basare le strategie evolutive dell’azienda stessa. L’evoluzione tecnologica e digitale delle aziende va incontro anche alle evoluzioni continue e imprevedibili del contesto economico e tecnico. La formazione delle persone in azienda diventa quindi fondamentale per avere persone pronte ad affrontare le sfide del futuro, conservando tutta l’esperienza del passato.
Nel 2016 - termina Pigolotti - il Dipartimento del Lavoro degli Usa dichiarò che “il 65% dei bambini che oggi inizia la scuola elementare da grande farà un lavoro che non è ancora stato inventato”, e si potrebbe aggiungere che le persone attualmente al lavoro fra cinque anni faranno il loro lavoro in modo totalmente diverso da come lo fanno oggi. Di conseguenza, la formazione personale è sempre più fondamentale, per rendere l’azienda sempre più competitiva e fronteggiare le evoluzioni con successo. La formazione più importante è quella che consente di sfruttare le competenze e le conoscenze acquisite in modo intuitivo e razionale, senza dimenticare curiosità e intraprendenza, capacità di rimettersi in gioco su terreni nuovi, capacità di produrre analisi critiche.
f.g.
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