Le attese dei Mercati dalle banche centrali
Le banche centrali sono ormai le protagoniste dei mercati finanziari, con il QE strutturale della Fed che ha garantito negli ultimi anni una vita serena agli investitori. Allo stesso tempo sembra che la politica monetaria espansiva di Jerome Powell non basti più, infatti i mercati chiedono a gran voce un intervento della Federal Reserve per fermare il forte rialzo dei bond decennali USA.
Lo stesso è stato chiesto anche alla Bce, con Christine Lagarde costretta a indicare un incremento del Pepp nel prossimo trimestre, per evitare che le obbligazioni sovrane dei Paesi dell'Eurozona possano raggiungere rendimenti elevati e compromettere il momento positivo delle Borse europee. Ad ogni modo, è negli Stati Uniti che si gioca la partita, soprattutto in vista di un politica fiscale senza precedenti con un’immissione diretta di 1,9 trilioni di dollari.
Eppure negli ultimi tempi Powell si è mostrato piuttosto calmo, quindi non dovrebbe cambiare strategia secondo gli analisti, ma rimanere su posizioni attendiste, come del resto annunciato che farà in merito all’inflazione. La strategia della Fed non dovrebbe subire variazioni, ad eccezione di un possibile cambiamento sostanziale del quadro macroeconomico, mentre l’interventismo della Bce potrebbe essere maggiore a causa dell’euro forte e di un’emergenza sanitaria ancora difficile nel Vecchio Continente.
Come investire tra inflazione e rialzo dei Treasury USA
Per investire in questo momento particolare è necessario monitorare con attenzione le mosse delle banche centrali, in particolare considerando le strategie degli istituti in merito all’inflazione e all’aumento dei rendimenti obbligazionari. Secondo gli esperti di TradingOnline.me, l’opzione migliore è puntare sulla diversificazione degli investimenti, per minimizzare il rischio e sfruttare le potenzialità nel breve periodo senza esporsi eccessivamente nel lungo termine.
Nei prossimi mesi, infatti, l’incremento dei prezzi potrebbe favorire la crescita economica globale, con gli stimoli fiscali statunitensi che dovrebbero far ripartire i consumi e provocare un aumento della produzione industriale mondiale, soprattutto per la Cina. Una situazione analoga è stimata per l’Europa, sebbene l’euro forte rispetto al dollaro potrebbe sfavorire l’export dell’Eurozona, creando maggiori opportunità per i Paesi emergenti.
Il rialzo dei rendimenti dei bond USA potrebbe rendere interessanti le posizioni obbligazionarie, tuttavia gli analisti consigliano di concentrarsi appena sui titoli indicizzati all’inflazione, preferendo le obbligazioni di breve e medio termine e prestando maggiore attenzione sui titoli a lunga scadenza. Diversificare permette di ridurre i fattori i rischio, un aspetto fondamentale nella congiuntura macroeconomica attuale, quindi è essenziale pianificare una strategia efficace e differenziare il capitale tra azionario e obbligazionario.
Allo stesso tempo, la Borsa offrirà senza dubbio le opportunità migliori nei prossimi mesi, sull’onda della transizione energetica e della trasformazione digitale. Nel breve periodo è attesa una ripresa dell’economia che dovrebbe favorire i settori classici, tra cui i titoli energetici avvantaggiati dall’aumento del prezzo del petrolio. Ad ogni modo, il ruolo delle banche centrali rimane fondamentale, per questo motivo è indispensabile rimanere sempre aggiornati sulle prossime mosse di Fed e Bce.
Euro e dollaro digitali: cosa succederà alle criptovalute?
Le banche centrali di tutto il mondo sono al lavoro per sperimentare versioni digitali delle valute fiat. La Bce avvierà entro la fine del 2021 il progetto sull’euro virtuale, per cercare di recuperare contro gli istituti che da tempo stanno testando queste valute digitalizzate. Secondo fonti interne all’Eurotower, l’euro digitale potrebbe diventare una realtà entro 5 anni, con la creazione di una stablecoin centralizzata il cui funzionamento sarà lo stesso dell’euro fisico.
Anche la Fed e il Tesoro USA hanno recentemente aperto al dollaro digitale, con il Segretario Janet Yellen che ha affermato come questo progetto meriti di essere studiato. Anche in questo caso si tratterebbe di una valuta virtuale basata su una tecnologia blockchain, tuttavia invece di essere decentralizzata come le criptovalute sarebbe gestita dal governo statunitense attraverso la Federal Reserve.
Le valute centrali (Cbdc o Central bank digital currency) non vanno confuse con le criptovalute classiche, dunque, in quanto saranno monete controllate centralmente dai governi. La stabilità sarà quindi una differenza cruciale rispetto alle cryptocurrency tradizionali, il cui valore viene stabilito appena dal mercato. Allo stesso tempo, le Cbdc potrebbero favorire indirettamente anche Bitcoin e company, accelerando la diffusione delle criptovalute e avvantaggiando gli investimenti cripto, i quali potrebbero essere ancora più validi per chi vuole sfuggire all’inflazione e al controllo monetario delle banche centrali.
f.g.
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