Gioco con forbici finito male, quali conseguenze?
Salve, mi chiamo Simone.
A seguito di uno stupido gioco tra amici, mentre guidavo, il mio amico impugnava delle forbici facendo finta di pugnalarsi. Dicendogli di smettere, ho cercato d prendere le forbici ma, guidando, sono andato a occhio e con la mano ho sbattuto sul manico e le forbici si sono conficcate nel costato perforando il pericardio. Non avendo un sanguinamento, entrambi non abbiamo dato peso alla cosa e siamo andati a prendere un gelato come soliti amici, poi ad un certo punto questo è svenuto.
Vengo denunciato per lesioni aggravate nonostante lui prima abbia detto che fu un errore per gioco, poi cambiò versione dicendo che lo volevo uccidere, poi ha cambiato d nuovo versione.
Ho già effettuato un primo colloquio per conclusione di indagini, ora sono stato rinviato a giudizio.
Non ho mai avuto problemi, ho sempre lavorato, ma ora lui mi ha incolpato come killer. Rischio il carcere ma sono incensurato e senza problemi di giustizia fino ad ora.
Però le sue memorie dichiarano tre cose diverse: prima smentisce delle cose, poi si corregge, poi le ricambia.
Sarà un processo difficile e il mio avvocato ha fatto una contro denuncia per infamia e per calunnia riguardo le sue notizie false e incerte.
Dato che non mi pone delle domande specifiche, non so cosa vuole sapere da me. La Sua è una storia a dir poco singolare in cui non si comprende bene la dinamica dei fatti e i successivi comportamenti che ne scaturiscono: se siete amici – come Lei sostiene – non capisco la successiva denuncia con tre memorie diverse e contraddittorie, se non per il fatto che questo signore vuole evidentemente lucrare qualche soldo da questa strana vicenda.
Non entro neppure nel merito del rinvio a giudizio perché nulla mi dice al riguardo: quale reato Le è stato contestato? Quali accertamenti sono stati fatti? Vi fu pericolo di vita del suo amico? C’è stata una perizia che ha accertato il tipo di lesione e le modalità con cui essa è avvenuta? Se lui è svenuto mentre mangiavate un gelato, sono stati sentiti dei testimoni nell’immediatezza dei fatti e svolti degli accertamenti urgenti? Quali attività d’indagine difensiva ha svolto il Suo Avvocato?
A lume di naso posso dire che la ferita è di una certa gravità se ha trapassato la gabbia toracica ed ha perforato il pericardio che è un tessuto che ricopre il muscolo cardiaco, tanto da provocare uno svenimento (non mi dice se c’è stata anche un’emorragia e un intervento del cardiochirurgo).
Comunque, sia pure sulla base di questi scarni dati, posso dirLe con certezza che il PM ha certamente svolto le sue indagini, tant’è che ha chiesto ed ottenuto il Suo rinvio a giudizio: ma per quale reato? Questo Lei non me lo dice.
Il Codice Penale distingue innanzitutto le varie ipotesi in base alla gravità del fatto.
Se vi fu pericolo di vita, è prevista l’ipotesi del tentato omicidio (artt.56–575 CP) aggravato dall’uso dell’arma impropria (le forbici) che prevede la pena della reclusione da 7 a 14 anni.
Se non ricorre l’ipotesi del tentato omicidio, è prevista l’ipotesi delle lesioni gravi e gravissime (artt.582, 583 e 585 CP), sempre aggravate dall’uso dell’arma impropria, che prevedono una pena della reclusione variabile da 3 a 12 anni, in quanto ciò dipende dal tempo di guarigione, dalla presenza di postumi permanenti e da altre circostanze.
In questi due casi è necessario dimostrare la volontarietà dell’azione (il cosiddetto dolo) e cioè che l’evento è stato voluto da Lei come conseguenza della Sua azione.
Il terzo caso, infine, prevede l’involontarietà dell’azione per la Sua condotta colposa consistita nell’aver provocato l’evento per imprudenza e/o negligenza, senza tuttavia volerlo, ed è quello delle lesioni colpose (art.590 CP) che prevedono le pene della reclusione da 15 giorni a 2 anni oppure della sola multa da 309 a 1.239 euro, variabili in base alla gravità delle stesse.
Il fatto di essere incensurati, di per sé, non aiuta nell’ipotesi di reati gravi, perché gli unici benefici di legge (sospensione condizionale della pena e non menzione nel certificato penale) possono esser concessi se la pena irrogata non supera i due anni di reclusione, cosa impossibile – anche con il ricorso al rito abbreviato o all’applicazione di pena (il cosiddetto patteggiamento) – per il tentato omicidio e, possibile, con adeguato bilanciamento delle circostanze, per le lesioni colpose.
Non esiste una denuncia per infamia come dice, ma solo quella per calunnia (art.368 CP).
Questo reato prevede che “Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad un'altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne o alla Corte penale internazionale, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
Ovviamente il Suo Legale avrà l’onere di dimostrare nell’altro processo contro il Suo amico che: -a) questi l’abbia falsamente incolpato dei reati per cui è sotto processo e, soprattutto, -b) che lui La sapesse innocente.
Nel frattempo, però, dovrà difendere Lei e svolgere tutte le attività difensive del caso che sopra le accennavo, oltre a confutare le tre versioni date da chi l’accusa.
Auguri per il felice esito della Sua vicenda.
Avv. Antonio Dello Preite
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