La nuova metamorfosi dell’ospedale Lastaria

Il Consiglio comunale monotematico sull’ospedale Lastaria di Lucera è stato molto utile per capire quali siano le intenzioni da parte del commissario straordinario del Policlinico di Foggia, Giuseppe Pasqualone, il quale si è insediato da poco tempo.
Il dirigente barese è stato invitato dall’Amministrazione comunale, con lo stesso sindaco Giuseppe Pitta che nell’occasione ha invocato: “La popolazione vuole essere tranquillizzata e quindi avevamo il dovere di cercare di capire quali siano programmi. Abbiamo bisogno di chiarezza e di risposte per una sanità seria da erogare su un territorio che si estende fino al Molise e alla Campania”.
La seduta ha offerto ovviamente elementi di critica, esplicitati in particolare dal consigliere comunale Simone Codirenzi che lavora proprio al Lastaria come infermiere. “Bisogna capire e far capire quali servizi può erogare l’ospedale – ha detto – perché per esempio non è ammissibile tenere il laboratorio analisi chiuso il pomeriggio e magari attendere ore per l’esito di un esame del sangue che invece necessità di tempi veloci, come nel caso di un sospetto infarto”.
Nonostante lo scetticismo della vigilia, e davanti ai consiglieri regionali Antonio Tutolo, Giannicola De Leonardis e Giandiego Gatta, questi ultimi due esponenti dell’opposizione che hanno attaccato duramente la programmazione sanitaria del centro-sinistra pugliese, Pasqualone ha invece esplicitato con chiarezza per certi aspetti sorprendente quali siano i programmi per lo stabilimento accorpato due anni e mezzo fa al grande hub del capoluogo: in buona sostanza nulla si chiude ma molto si trasforma.
Il dirigente barese non è un medico ma un manager, e il suo approccio “tecnico” si è visto subito nella illustrazione delle prospettive di un struttura che ha definito “grande, attrezzata, pulita e soprattutto gestita con amore da chi ci lavora, circostanza tutt’altro che scontata, anche perché è un valore aggiunto in quel processo di umanizzazione delle cure ormai indispensabile in luoghi del genere”.
Pasqualone ha voluto confermare pubblicamente, davanti all’assemblea cittadina alla quale ha dato merito di lucidità e pacatezza, il percorso di crescita che l’impianto ha avuto negli ultimi due anni, con un innegabile innalzamento della quantità e qualità dell’offerta sanitaria.
“Però ci sono delle criticità che vanno affrontate – ha pure precisato – e che non sono poi specifiche del Lastaria ma piuttosto di diffusione nazionale, compreso allo stesso Policlinico a Foggia. La carenza dei medici ormai ha raggiunto limiti drammatici, specie per le attività del pronto soccorso che non può e non deve essere chiuso perché facente parte di un ospedale di ‘area disagiata’, ma non possiamo nascondere che stiamo andando avanti già da troppo tempo in emergenza”.
Il riferimento è agli ordini di servizio ai quali sono sottoposti alcuni medici “di reparto”, chiamati periodicamente a dare man forte ai colleghi che operano nella struttura di urgenza, a loro volta molto spesso recuperati dai ranghi del 118.
“Non ci sono specialisti e questa situazione durerà anche anni – ha aggiunto – perché scontiamo una programmazione nazionale non adeguata alle reali esigenze. Ci dobbiamo arrangiare a breve con soluzioni equilibrate che pure abbiamo individuato, a garanzia della sicurezza dei cittadini e degli stessi lavoratori”.
In realtà è già partito un processo di razionalizzazione e accorpamento anche logistico che durerà presumibilmente per tutta l’estate, con il coinvolgimento di tutte le strutture operanti al suo interno e finalizzate a gestire contemporaneamente sia i posti letto (ridotti di numero nel Dipartimento di Medicina, Geriatria e Lungodegenza) che la postazione del pronto soccorso stesso.
“Io considero il Lastaria una risorsa ma anche una sfida – ha detto entrando nel dettaglio dei provvedimenti in arrivo – perché ho intenzione anzitutto di nominare un capo struttura che sovrintenda a tutte le attività al suo interno, perché finora non c’è stato ma ci vuole. Intendo poi assicurare h24 la presenza di un cardiologo e anestesista in pronto soccorso, riaprendo per l’intera giornata la radiologia e il laboratorio analisi, e se necessario possiamo anche mettere mano al piano del fabbisogno del personale. Però deve cambiare la gestione delle risorse umane, che andranno in capo ai singoli capi dipartimento che devono garantire le presenze dei medici nei turni. Per capirci, se una persona perde la vita in ospedale, la procura della Repubblica deve sapere con certezza dove andare a cercare gli eventuali responsabili specie in caso di assenze. Tutti devono prendersi le rispettive responsabilità, e da parte mia credo sia opportuno ampliare ulteriormente le competenze della Chirurgia trasferendo a Lucera praticamente tutte le operazioni a media e bassa intensità, compresa l’attività oculistica”.
Pasqualone ha pure praticamente escluso l’attivazione finora solo annunciata dei dieci posti letto di Oncologia “che continuerà come ha fatto benissimo finora con l’attività ambulatoriale”, ma ha fatto anche capire che non viene esclusa la soppressione del Dipartimento di Medicina, Geriatria e Lungodegenza, diretto da oltre due anni dal dottor Massimo Zanasi, il cui pacchetto di circa 50 posti letto totali si avvia a essere ridotto e redistribuito in parte nel capoluogo.
“La Lungodegenza per me non deve stare in un ospedale, ma comunque si può gestire la cosa in un più ampio discorso di riabilitazione che Lucera potrebbe benissimo ospitare”.
Riccardo Zingaro
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