04/08/2022 07:49:24

Amministratore di condominio, mansioni e guadagni

Il compito di un amministratore di condominio è senza dubbio molto impegnativo e, soprattutto, di elevata responsabilità. Tale mansione richiede il possesso di competenze specifiche, a cominciare dalla conoscenza delle norme tributarie. È un lavoro per il quale la legge impone il possesso di un titolo di formazione (diverso il discorso per gli amministratori interni, cioè quelli che operano all’interno del condominio in cui vivono).

Il guadagno di un amministratore di condominio
Sono numerose le variabili che intervengono nella definizione del guadagno di un amministratore di condominio. È chiaro, infatti, che un conto è essere amministratori di professione e un conto è svolgere un altro lavoro ed essere amministratori solo del proprio condominio. Nel primo caso si ha a che fare con uno stipendio vero e proprio, per il quale i compensi cambiano a seconda della grandezza dei condomini che vengono amministrati e del numero degli immobili di cui ci si occupa. Vale la pena di tener presente che è obbligatorio nominare un amministratore nel caso in cui nell’immobile ci siano più di 8 proprietari di unità immobiliari differenti. A eleggere gli amministratori sono i partecipanti riuniti in assemblea, e la durata della carica è di un anno. Quando l’amministratore viene nominato, egli è tenuto a specificare in maniera specifica la somma da erogare come compenso per la prestazione offerta; in caso contrario la nomina deve essere considerata nulla.

Costi e altri aspetti importanti
Per un amministratore professionale, il costo medio oscilla tra i 50 e gli 80 euro per ciascuna unità abitativa all’anno, oltre all’Iva. L’amministratore è tenuto a comunicare il proprio onorario all’assemblea anche nel momento in cui l’incarico viene rinnovato. Dopodiché l’amministratore viene confermato dall’assemblea. Non ci sono dei tariffari precisi, di conseguenza è di volta in volta l’assemblea che decide a proposito della congruità effettiva della somma richiesta. Esercitare in qualità di amministratore condominiale come libero professionista presuppone il possesso di una partita Iva. Sia per l’apertura, sia per la successiva gestione degli adempimenti previsti in base al regime fiscale scelto, esiste una soluzione low cost: Fiscozen, che offre una piattaforma facile da usare, trasparente e in grado di garantire i più alti standard di affidabilità.

Lo stipendio di un amministratore di condominio
Se si amministra il condominio in cui si abita, il guadagno può essere compreso tra i 100 e i 220 euro mensili, il che vuol dire che in un anno si può arrivare più o meno a 2.400 euro. Nel caso in cui l’attività venga svolta in modo professionale e riguardi più immobili, invece, i guadagni possono toccare i 4mila euro al mese, vale a dire circa 48mila euro all’anno. Il calcolo del compenso di un amministratore professionista è effettuato tenendo conto di quante unità immobiliari fanno parte dei condomini che vengono gestiti, considerando poi che per gli uffici e le unità abitative il costo è più elevato rispetto a quello per i posti macchina, le cantine e i box auto.

Come è composto il compenso di un amministratore di condominio
Diverse voci sono comprese nel compenso di un amministratore di condominio. Una quota fissa riguarda l’attività che viene svolta per la gestione condominiale ordinaria, e ha a che fare tra l’altro con la riscossione degli oneri condominiali, con l’esecuzione delle delibere di assemblea e con le attività di rappresentanza legale dell’immobile. C’è, poi, una quota ulteriore, che deve essere saldata per la gestione condominiale straordinaria. In particolare, è facoltà di un amministratore di condominio richiedere un apposito compenso per tutte le assemblee straordinarie che vengono convocate, come pure in presenza di lavori straordinari che devono essere effettuati in condominio, come per esempio il rifacimento della facciata o del tetto. In genere è previsto che l’amministratore ottenga una percentuale sui lavori.

Il rimborso delle spese anticipate
C’è da considerare, poi, il rimborso delle spese che vengono anticipate per l’esercizio dell’attività di gestione e nel corso del mandato. Si pensi, per esempio, alle spese relative alla trasmissione delle raccomandate con cui le assemblee vengono convocate o a quelle per il materiale di cancelleria. Gli amministratori hanno la possibilità di rivolgere la domanda restitutoria al condominio nella sua totalità o ai singoli inquilini che risultano in ritardo con il pagamento della propria quota. È chiaro che per gli esborsi compiuti è necessario offrire una prova sotto forma di documenti giustificativi di tutte le spese.

Red. 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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