Ancora disagi e proteste da Viale Castello

Con la posa dell’asfalto in Viale Castello, c’è un altro passo avanti verso la conclusione dell’opera pubblica di Lucera più travagliata degli ultimi decenni. Ma si tratta di un segnale che non autorizza a pensare a una veloce definizione della vicenda, per almeno un paio di motivi.
Il primo è che i residenti, dopo aver visto la suddivisione fisica degli spazi, lamentano una carreggiata di soli 4 metri di larghezza, ritenuta non sufficiente anche per uscire dalle rispettive rimesse condominiali, in qualche caso costretti a fare ulteriori manovre quando sono a bordo di veicoli di una certa lunghezza.
Questa situazione sta facendo alzare nuovamente il livello del malcontento, anche perché si sarebbe capito abbastanza chiaramente che ci sono pochi margini di variazione progettuale, visto che lo spazio resta piuttosto limitato e ci sono vincoli dettati dagli organismi che hanno rilasciato i pareri.
“Ma qui è difficile non solo transitare o uscire o rientrare a casa – hanno riferito alcuni abitanti della zona – mentre è invece praticamente impossibile rendere agevole il passaggio di ambulanze e altri mezzi di soccorso. Ci sono stati già due incendi di auto nei garage, e i vigili del fuoco hanno avuto difficoltà, per non parlare di quelle che si presenterebbero per il posizionamento di mezzo per i traslochi”.
Comunque sia, i tempi di realizzazione non si prevedono ancora brevi, perché sono in via di conclusione anche quelli di consolidamento della scarpata sottostante. Ma una volta che i macchinari pesanti saranno andati via, successivamente sarà il momento delle squadre di operai che manualmente dovranno intervenire per la posa manuale del pavimento ed eseguire le parti più piccole del cantiere, con una tempistica teorica stimata in ancora qualche mese.

La seconda questione è che Viale Castello è l’unica opera pubblica finanziata direttamente dal Comune per un totale di un milione di euro, grosso problema nel momento in cui l’ente è andato in dissesto finanziario, poiché i fondi sono finiti nel conteggio della massa passiva. Di fatto, l’impresa appaltatrice Icopi è diventata parzialmente creditrice, alla quale quindi si dovrebbe riconoscere un massimo del 60% di una cifra che sarebbe oltre la metà del totale stabilito in sede di aggiudicazione dalla gara. Torna, quindi, di grande attualità un possibile contenzioso e soprattutto il rischio che tutto si fermi nuovamente, in attesa di capire come dovrà essere gestito e definito economicamente il rapporto tra le parti.
r.z.
(Luceraweb – Riproduzione riservata)