Superbonus edilizio 110%: la torre di Babele

Per chi non è avvezzo alle norme fiscali, la vicenda del bonus ristrutturazioni del 110% può sembrare una cosa rara e paradossale, e in effetti lo è!
Una norma che, nel giro di 2 anni, è stata oggetto di oltre cento modifiche e tutte restrittive. A prescindere dalle complicanze e differenze insite nella legge (termini diversi per case unifamiliari da quelle in condominio, proroghe diverse per soggetti diversi, etc..), quello che bisogna rimarcare sono le modifiche che hanno in pratica congelato il mercato con circa 15 miliardi di euro “fermi”, 25 mila imprese a rischio e 130 mila lavoratori sulla via del licenziamento.
Cosa ha creato tutto questo? Al momento dell’entrata in vigore della norma, sono spuntate centinaia di nuove imprese edili che hanno compreso l’opportunità. Ci si è trovati quindi con una massa di crediti ceduti di cui una gran parte di natura truffaldina, opere mai realizzate, o con costi maggiorati: insomma, l’italica fantasia non è seconda a nessuno.
Il Governo è corso ai ripari limitando il numero di cessioni (che inizialmente era libero) stabilendo che la prima è possibile a chiunque, ma le successive (massimo due) solo a banche (compreso le poste italiane) e imprese di assicurazioni.
Ora, attenzione: l’acquirente che aveva rilevato un credito dubbio o fasullo, senza saperlo e cioè in buona fede, non aveva nessuna responsabilità e il credito rimaneva nella sua disponibilità. Adesso, invece, prima di rendere disponibile il credito, lo stesso viene congelato in attesa che gli organi preposti (Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate) non abbiano accertato la regolarità delle operazioni che hanno generato lo stesso (asseverazione, realizzazione dell’opera, licenze, Scia, progetto, pagamenti, etc..).
Ma soprattutto è stata lapidaria la Corte di Cassazione con una serie di pronunce che affermano testualmente: ”L’acquirente, anche se in buona fede, subisce il sequestro cautelativo del credito, sino alla conclusione dell’iter di controllo”.
Questo vuol dire attese anche di anni, mettendo in crisi famiglie, condomini e singoli che contavano sulla cessione del credito per far fronte ai pagamenti. Numerosi sono i comitati spontanei che stanno nascendo in quanto investiti dal problema (come a Treviso) e il Governo si è impegnato ad intervenire a breve sul problema.
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