22/02/2023 10:29:16

Morta in ambulanza in attesa del medico

Domenica 12 febbraio è stata una giornata tragica per una famiglia di Lucera che ha perso una donna, moglie, madre e nonna, in una situazione a dir poco incredibile. La signora Filomena Russo è deceduta letteralmente nell’ambulanza dentro cui attendeva di essere caricata sull’elicottero atterrato poi allo Stadio Comunale. 
Cosa sia accaduto in quella mattinata lo racconta direttamente il marito, Ludovico Vincenti: “Mia moglie ha avuto un malore e mi sono subito preoccupato perché aveva tosse da qualche giorno ma soprattutto alcune patologie croniche che bisognava gestire da tempo con una certa attenzione – ha detto – per cui ho chiamato subito il 118, cosa che ha fatto anche una vicina di casa qualche minuto dopo. All’operatrice è stata descritta con grande precisione la situazione di estrema gravità e le condizioni pregresse di mia moglie, chiedendo l’intervento di un medico il prima possibile. Dopo una decina di minuti è arrivata l’ambulanza, ma con mia grande meraviglia ho visto in strada l’avvicinarsi del mezzo con una certa lentezza e senza sirena accesa, e comunque un solo operatore è salito a casa senza alcuna fretta e con indosso uno zaino. Quando ha visto con i suoi occhi mia moglie, solo allora ha cominciato a rendersi conto della situazione – ha proseguito il signor Ludovico – e quindi ha subito chiamato la centrale operativa chiedendo l’intervento immediato di un medico rianimatore. Dall’altra parte del telefono gli è stato risposto che non c’era nessuno da poter inviare, per cui l’unica soluzione possibile sarebbe stata quella di ricorrere all’elisoccorso”.
In buona sostanza, secondo quanto riferito dall’uomo, è stato più facile far partire un velivolo da Foggia, con tutti i costi economici che ne sono naturalmente derivati per la collettività, e non reperire un medico sul territorio. Sorge il dubbio che a generare questa difficoltà sia stata anche la concomitanza della domenica mattina, mentre quello che è certo è che la donna non è stata trasportata al vicino pronto soccorso dell’ospedale Lastaria dove era sicuramente presente un medico e attrezzature necessarie per poter intervenire in qualche maniera, e con una tempistica che sarebbe stata certamente inferiore rispetto all’attesa di almeno 20 minuti poi registrata per l’atterraggio allo Stadio dove è prevista la piattaforma di connessione.
“L’elicottero non era ancora arrivato – ha proseguito Vincenti – e purtroppo mia moglie era già morta sull’ambulanza, senza che abbia potuto nemmeno avvicinarmi e salutarla, perché mi è stato vietato. E quando è sceso il medico, ha potuto semplicemente constatare il decesso e quindi l’elicottero è tornato indietro vuoto. Solo allora l’ambulanza si è diretta verso l’ospedale, dove hanno portato mia moglie al pronto soccorso e poi all’obitorio per la composizione della salma”. 
Un racconto straziante, descritto con grande precisione dei tempi e degli accadimenti, e che il signor Vincenti ha voluto rendere noto con estrema pacatezza e senza un sentimento di rivalsa.
“Il mio unico scopo è far sapere e far capire come funziona realmente il sistema di emergenza-urgenza da queste parti, e anche quale sia l’atteggiamento di chi opera materialmente sul campo e di quali mezzi e risorse dispone. Naturalmente non potrò mai avere la controprova che mia moglie si sarebbe potuta salvare – ha concluso – né la mia famiglia vuole intraprendere al momento alcuna iniziativa, invece voglio dire con fermezza e certezza alle persone quello a cui si può andare incontro quando ci si ritrova in situazioni del genere”.

Il sistema di emergenza-urgenza sanitaria in provincia di Foggia finisce spesso sotto accusa per la qualità e quantità dei servizi forniti a una popolazione di centinaia di migliaia di persone, sia in forma residenziale con i pronto soccorso e tanto più con le prestazioni mobili erogate dal 118 con le ambulanze. E una delle maggiori criticità è proprio la carenza di personale sui veicoli dislocati sui vari territori.
Per quanto riguarda la situazione di Lucera e Monti dauni, quindi per un comprensorio di almeno 50 mila abitanti, se possibile appare per certi aspetti anche peggiore, perché praticamente mai si verifica la possibilità di disporre di un equipaggio in modalità Mike, vale a dire con il medico a bordo, mentre molto spesso viene assicurata la presenza dell'infermiere (modalità India), ma in diverse località dei piccoli centri i mezzi si muovono in assetto Victor, cioè con i soli autista e soccorritore, quindi senza alcuna specifica figura sanitaria.
E se questo stato di cose forse è ormai noto a molti, a conoscerlo con certezza sono tutti coloro che sfortunatamente hanno avuto bisogno del servizio per un qualche motivo di salute personale o di un proprio familiare e/o amico, compresa la circostanza che all’ospedale Lastaria di Lucera è operativa una sola ambulanza, per cui se è già impegnata in un’operazione, un’altra deve muoversi da Motta o Volturino, se disponibile, vale a dire da località distanti oltre 20 chilometri da percorrere su strade che in parte sono tutt’altro che agevoli.
Sono storie quasi quotidiane, che però incidono la carne viva della gente e incombono sulla mente temporaneamente offuscata delle persone, cioè in quei momenti in cui non hanno sufficiente lucidità derivante da una situazione di pericolo, per cui non è sempre facile mantenere gli opportuni atteggiamenti. C’è chi non riesce a reagire e viene bloccato da un prolungato immobilismo psicologico, oppure chi trascende nei comportamenti, assumendo un atteggiamento di aggressività nei confronti di oggetti, ambienti e personale. E poi soprattutto c’è chi riesce a far mobilitare tutte le risorse disponibili con una sola telefonata. Ma si tratta di una ristrettissima cerchia di persone, quelle che magari dovrebbero risolvere proprio loro questo tipo di problemi.  

Riccardo Zingaro

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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