Fuga di condomini dal loro ex amministratore

Negli ultimi giorni ci sono state novità importanti sulla vicenda dell'amministratore di condominio di Lucera che ha lasciato bollette non pagate, soprattutto di Acquedotto pugliese.
Diversi clienti, precedentemente riuniti in assemblee autogestite, hanno chiesto e ottenuto dal professionista tutta la documentazione finanziaria in suo possesso, consegnata materialmente dai suoi collaboratori, visto che lui stesso è ancora materialmente irreperibile da quando è esplosa la questione, e il suo ufficio di Via Campanile risulta chiuso a tempo indeterminato.
Gli incartamenti sono destinati agli altri colleghi della città che stanno prendendo in carico le posizioni pendenti, anzitutto con l'obiettivo di ricostruire tutte le singole situazioni di morosità e poi con l’intenzione di ripartire sostanzialmente da zero con una nuova contabilità definitiva.
Non sarà facile, non sarà veloce e soprattutto non sarà indolore, perché quello che resta in piedi sono i debiti da coprire nel giro di poco tempo, così da scongiurare distacchi, generati quasi sempre da prolungati mancati versamenti delle quote di spettanza, anche di soli pochissimi condomini che non hanno consentito il pagamento dell'intera somma richiesta.
In parole ancora più semplici, bastava un solo rifiuto per far entrare un intero condominio nella categoria degli inadempienti, con una asserita scarsa efficacia da parte dell’amministratore di esercitare gli opportuni convincimenti per recuperare quanto dovuto.
E adesso, quindi, chi aveva già pagato le annualità, in qualche caso risalenti anche al 2020, dovrà farlo di nuovo e in fretta, e poi attendere pazientemente, magari a seguito di azione giudiziaria nei confronti di un vicino di casa, di rientrare su quanto già versato in precedenza.
Dai documenti sono arrivate conferme del fatto che l'uomo avrebbe sostanzialmente gestito le casse in maniera fluida, coprendo le singole fatture con la liquidità disponibile al momento anche da diverso cliente. Ma a far saltare tutto è stato indirettamente Aqp che nelle ultime settimane ha terminato, dopo il periodo Covid, di concedere ulteriori deroghe e rateizzazioni degli importi, per cui l’amministratore non è più riuscito a gestire la situazione come aveva fatto finora. E quindi sono cominciati a fioccare i preavvisi di interruzione idrica che hanno messo in allarme prima lui e poi gli stessi residenti che, a centinaia, in questi anni si erano affidati al suo studio, anche perché praticava i prezzi più bassi sul mercato locale.
In questi giorni, invece, gli altri quattro o cinque colleghi su piazza sono letteralmente assediati da richieste di accesso ai servizi, quando non addirittura da “ritorni” in quelli che ora vengono considerati sportelli più sicuri e affidabili, anche se qualche avvisaglia di malcontento serpeggiava già da qualche mese, specie dopo l’emersione di alcune situazioni imbarazzanti, come lo stop a un contatore elettrico avvenuto per dimenticanza del pagamento della bolletta. Tutti, invece, avevano notato la prolungata mancata consegna dei bilanci annuali, ma praticamente nessuno aveva dato peso a quella circostanza che, secondo gli esperti, invece rappresenta molto spesso un segnale inquietante da non sottovalutare.
In questo momento lo scenario è piuttosto complesso, perché c’è chi vuole andare fino in fondo e ha firmato incarichi legali, preannunciando esposti e querele da presentare all’autorità giudiziaria e chi ripone ancora fiducia in una risoluzione bonaria della vicenda.
Red.
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