L’autogol organizzativo dei servizi sociali

Come stanno i servizi sociali a Lucera? Basta chiedere a chiunque per sentirsi dire che vanno male, e non ci sarebbe nulla di strano.
La vera notizia è che ormai lo riferiscono anche direttamente al Comune, dove si verificano da anni situazioni surreali, senza che nessuno abbia posto rimedio politico, tecnico e burocratico, con buona pace dei cittadini (soprattutto quelli in situazioni di maggiore fragilità) che non riescono ad avere adeguata assistenza.
A fine gennaio più di qualcosa era emersa in una seduta della commissione consiliare, da cui sono spuntate dichiarazioni di grande rilevanza da parte di consiglieri comunali, assessori e perfino dal responsabile dell’Ufficio del Piano sociale di Zona, Raffaele Cardillo, il quale ha evidenziato l’assoluta anomalia di Palazzo Mozzagrugno: c’è lui a occuparsi del settore a livello sovracomunale e poi c’è la collega dirigente Domenica Franchino che invece ha (relativo) mandato locale.
“Cardillo ha ragione – ha detto quest’ultima a Luceraweb che vuole andare a fondo sulla questione – perché si tratta di una dicotomia che non dovrebbe esistere. La sanno tutti che è una situazione impossibile, riscontrabile solo a Lucera in tutta la Puglia, ma noi più di così non possiamo fare. In questi anni abbiamo scritto a chiunque per porre rimedio, ma non c’è verso. L’Ambito funziona male perché sconta dei difetti strutturali fin dalla sua fondazione. Io c’ero e posso parlare e c’era pure in prima persona chi oggi dice che le cose non vanno bene, ma all’epoca è stato zitto. La configurazione del Piano è una specie di aberrazione del diritto in relazione all’articolo 30 del Testo Unico Enti Locali. Così come è stato formato, è un misto di due sistemi di rappresentatività che poi si rivelano assolutamente inefficaci, perché non c’è una direttiva precisa sulle scelte di gestione condivisa dei servizi e quindi manca la chiarezza delle basi e la distinzione dei ruoli. Il nostro è l’unico caso in cui convivono un Comune di 30 mila abitanti e diversi altri piccolissimi, e tutti hanno la stesso potere di voto, non proporzionato alla popolazione. Come è possibile far conciliare esigenze che sono fisiologicamente molto diverse tra i territori? Tutti hanno ragione, ma poi se il sindaco di un Comune di mille abitanti ‘pesa’ quanto quello di Lucera, allora di che parliamo? Il risultato è che ogni volta si blocca tutto, e concordo con Cardillo anche sul fatto che poi quelli veramente collaborativi sono tre o quattro al massimo. Gli altri non partecipano, non mettono i soldi e alla fine pretendono pure. Purtroppo possono farlo perché il criterio glielo consente. Secondo me ci vorrebbe una delega specifica dei Comuni più piccoli a quello di Lucera che poi ne diventa unico responsabile anche operativo, mentre ora le responsabilità sono solo di tipo legale, e non è giusto, così come non è giusto di dover andare avanti con gli equivoci, spesso superati solo grazie al buon senso e allo spirito di collaborazione e di appartenenza, ma così diventa tutto più gravoso”.
Franchino notoriamente non è un un tipo remissivo, e ha promesso di respingere ufficialmente e personalmente le accuse che le sono piovute in commissione da Giuseppe De Sabato, il quale ha parlato di “immobilismo” nel settore.
“Se qualcuno dice che ci sono ritardi nelle mie competenze – ha aggiunto – deve indicare con precisione il procedimento, e troverà soddisfazione nelle risposte. Anticipo già che non ci sono e non ci sono state questioni rinviate o sospese, tranne nel caso di alcuni adempimenti sulle barriere architettoniche, ma non dipendono dal mio ufficio. Dopo aver scritto sei lettere all’Ufficio Tecnico per avere un sopralluogo immobiliare e attendere ancora lo sblocco dei fondi da parte dell'Organismo Straordinario di Liquidazione, penso di non dover dimostrare più niente, peraltro in una struttura in cui dispongo di due sole dipendenti amministrative, entrambe in part time. A ogni modo, noi gestiamo solo alcune specifiche pratiche (Sai ex Sprar, canoni alloggiativi, buoni pasto, singole autorizzazioni anche per i minori, ndr) che non sono i servizi sociali propriamente detti, anche perché non figura in organico nemmeno uno degli assistenti sociali che invece operano a disposizione del Piano. Abbiamo recentemente fatto una gara d’appalto a livello europeo nel silenzio più totale, ne andiamo orgogliose ma a questo punto va fatto sapere pure questo”.
Infine, non manca un riferimento alle dichiarazioni dell’ex assessore ai Servizi sociali Emanuela Gentile poi passata recentemente alla Cultura.
“Ha detto di aver espletato pratiche da sola – ha concluso Franchino – mentre noi in Via IV Novembre praticamente non l’abbiamo mai vista, quindi non si capisce di quali iniziative abbia parlato. Posso dimostrare di averla invitata più volte, invano, a venire di persona per rendersi conto della situazione, cosa che invece ha già fatto più volte il suo nuovo collega delegato Luigi Granieri”.
Riccardo Zingaro
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