Un po' di chiarezza sul Fit Test dei Dpi
I Dpi sono dispositivi progettati per proteggere le vie respiratorie da particelle di aerosol presenti nell’aria che potrebbero essere nocive e, di conseguenza, provocare danni se inalate. In Italia, per garantire la perfetta efficacia di questi strumenti, è stata emanata la norma UNI 11719:2018 relativa al loro uso e manutenzione.
A seguito delle modifiche attuate mediante la legge del 21 dicembre 2021 n.215, per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie diventa obbligatorio il Fit Test.
Si tratta di una prova di adattabilità che consiste nel controllare che gli Avpr (Apparecchi per la Protezione delle Vie Respiratorie) assolvano appieno alle proprie funzioni, si adattino perfettamente al volto del lavoratore evitando infiltrazioni di particelle di aerosol che andrebbero a comprometterne la salute dello stesso.
Questo test, come stabilito dalla ISO 16975-3, può essere eseguito solamente da personale specializzato che abbia acquisito tutto le competenze necessarie per garantire la perfetta riuscita della prova, assicurando quindi risultati veritieri grazie all’impiego di macchinari appositi.
Per restare sempre aggiornati è previsto un percorso di accreditamento, il Fit2Fit, che, a seguito di specifici test, permette di accertare che chi esegue la prova di tenuta dei Dpi ne conosca bene il funzionamento e, allo stesso tempo, sia informato sulle normative vigenti in merito. Il programma si articola in una parte teorica e in una pratica, così da garantire l’acquisizione di tutte le competenze richieste.
Fit Test dei Dpi: come funziona e quali metodi si possono utilizzare
Il Fit Test dei Dpi viene effettuato su tutti quei dispositivi che aderiscono al volto come le semimaschere, le mascherine filtranti e maschere intere e che i lavoratori devono indossare per svolgere in sicurezza la propria attività.
Questa prova può essere eseguita con due diversi metodi: quantitativo e qualitativo. Quello quantitativo prevede un’attenta analisi dei risultati ottenuti mediante le varie misurazioni, così da stabilire se i dispositivi funzionino correttamente e si adattino a chi le utilizza.
Questo test vede l’applicazione di particolari procedure. Nella prima, che si basa sul conteggio delle particelle di aerosol, viene utilizzato un macchinario che, collegato al Dpi indossato dall’utilizzatore, consente di valutare il numero di particelle presenti sia all’esterno che all’interno del dispositivo di protezione delle vie respiratorie, così da valutarne il sistema di tenuta. Durante questa prova il soggetto dovrà svolgere specifici esercizi, necessari per valutare l’efficacia del dispositivo.
Un’altra procedura impiegata per effettuare il test quantitativo è quella della CNP (Pressione Negativa Controllata). In questo caso viene utilizzata una maschera (non filtrante) che, dopo essere stata sigillata per evitare la dispersione di aerosol, viene collegata ad un apposito strumento, il Quantifit, che genera una pressione negativa al suo interno. Qualora si notassero delle perdite, questo significherebbe che il Dpi è danneggiato e non può assolvere appieno alle funzioni per le quali è stato progettato.
Il metodo qualitativo, invece, prevede che la persona indossi il Dpi e un cappuccio con un foro attraverso il quale viene introdotto un particolare aerosol dolce o amaro. Se la maschera fosse perfettamente integra e funzionasse correttamente, l’utilizzatore non dovrebbe percepire alcun sapore o odore.
Per far sì che la prova risulti veritiera, è importante che la persona non abbia né fumato né mangiato nei 20 minuti precedenti l’inizio della stessa. Inoltre, prima ancora di procedere con il test, ci si dovrà assicurare che il soggetto sia effettivamente in grado di distinguere l’odore e il sapore della sostanza impiegata per la prova, altrimenti i risultati ottenuti potrebbero non essere attendibili.
L’importanza del Fit Test e cosa valutare prima di eseguirlo
Eseguire il Fit Test dei Dpi è fondamentale per garantire la sicurezza del lavoratore e far sì che sia tutelato durante lo svolgimento della propria attività.
Infatti, è fondamentale che il dispositivo sia perfettamente aderente al volto e impedisca il passaggio di particelle di aerosol dannose che andrebbero a compromettere la salute del soggetto.
Inoltre, prima di effettuare la prova di adattabilità è importante valutare le caratteristiche di ciascun lavoratore che dovrà indossare il dispositivo di protezione. Infatti, ognuno ha una conformazione del viso diversa e ha tratti specifici come barba o baffi.
In alcune circostanze, insieme alla maschera, è necessario indossare anche occhiali di sicurezza o caschi, a seconda del tipo di lavoro da svolgere. Tutti questi fattori potrebbero inficiare sul corretto funzionamento del Dpi, andando di conseguenza a compromettere la salute del lavoratore che potrebbe inalare fumi o sostanze tossiche.
Proprio per tutti questi motivi, effettuare il Fit Test ha un’importanza ancora maggiore per garantire la sicurezza di ogni dipendente sul luogo di lavoro.
Red.
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