'Mia figlia a scuola nelle mani sbagliate'

Chi è un insegnante? Cosa fa? Cosa non fa? E cosa dovrebbe fare?
Sono una mamma ferita e delusa di una tredicenne che si appresta ad affrontare il mondo della scuola secondaria di secondo grado.
Sono ferita per il trattamento ricevuto da docenti e delusa dall'intera istituzione scolastica, di cui, per educazione personale, non farò il nome, perché non ha saputo svolgere il proprio compito, nonché dovere.
Ma le delusioni e le ferite degli adulti passano in secondo piano rispetto a quelle degli adolescenti.
Mia figlia non è solo ferita e delusa, ma è turbata e sfiduciata. Ha capito che il mondo fuori non è colorato e che i grandi sono cattivi. Sono pronti a puntare il dito, a rimproverare, a giudicare, a non comprendere, a mettere uno stupido e squallido voto su un registro elettronico.
Ma facciamo un passo indietro.
Teresa (nome inventato), ha frequentato assiduamente e con disciplina lo stesso istituto comprensivo sia per la primaria che per la secondaria di primo grado. Un percorso, quindi, continuo e non spezzato.
Teresa ha sostenuto il suo primo esame di stato lo scorso giugno giungendo con il "numero 7".
Teresa non ha sostenuto un esame brillante, spesso si è bloccata, ha pianto e certamente non ha notato da nessuno del corpo docente un sorriso, un incoraggiamento, un cenno positivo che sarebbe dovuto suonare così: "Dai, Teresa, ce la puoi fare!" .
Nulla. Solo gelo. Imbarazzo. Vergogna.
Il consiglio di classe si riunisce ed ovviamente abbassa il voto iniziale.
Quel 7 diventa 6. Quel numero punisce, condanna.
Un consiglio di classe certamente non obiettivo ed equo, considerato che un alunno é stato “graziato” sia in fase d’esame sia col voto finale. Quell’alunno era fortemente a rischio bocciatura per condotta e per insufficienze. Ma la magia è stata benevola. Da adulta e da mamma pensante, riesco a sorvolare e consolo persino Teresa che piange vedendosi vittima di un trattamento differente.
Ma il punto non è questo.
Ho scoperto nell'ultimo periodo che Teresa è dislessica.
Adesso spiegatemi come sia possibile che il corpo docente non se ne sia reso conto. Spiegatemi, perché davvero non capisco.
Spiegatemi perché una scuola con una marea di progetti, aggiungo INUTILI, perché consumano tempo e risorse, non si sia resa conto del problema.
Una scuola in cui ci sono anche incontri con specialisti che dovrebbero individuare taluni problemi. Test nulli? Test inutili?
Da inesperta non posso esprimere un parere. Ma un docente perché rimprovera quando si rende conto che le tabelline non si ricordano bene, i calcoli spesso si sbagliano, la lettura non è fluida? Perché rimprovera ed umilia? Perché, seppur studiando, Teresa non riesce a verbalizzare oralmente la lezione in lingue straniere? Teresa ha il rigetto delle lingue… dicevano.
A questi perché non ci sono risposte semplicemente perché nessuno dei docenti, tra primaria e secondaria, si è posto il quesito forse… ?
A nessuno è importato nulla, se non denigrare con uno stupido ed insignificante voto.
Teresa ne ha subite, Teresa ha pianto e sofferto, ha pensato di essere un'alunna incapace nonostante gli sforzi, nonostante lo studio quotidiano.
Ma Teresa non sapeva. Non poteva saperlo. E soprattutto non poteva immaginare di essere finita nelle mani sbagliate.
Quelle stesse mani avrebbero dovuto accarezzare, aiutare. Invece no. Quelle mani sono servite solo a fare un click digitale sul voto.
Ma Teresa ha imparato ad essere forte e di quel click saprà farne volentieri a meno.
A voi tutti cari insegnanti, dico solo una cosa: quando mandiamo i nostri figli a scuola, vi affidiamo non solo il cervello, ma anche e soprattutto il cuore. Abbiatene cura.
Agli insegnanti di Teresa, invece, dico e concludo con una semplice parola: VERGOGNA.
Alla dirigente, invece, mi permetto di dare un consiglio: giri per le classi, si accerti di quel che accade.
Per non dimenticare.
Perché Teresa non è un solo mia figlia.
Teresa è figlia di tutti noi.
Ed un po' di Teresa potrebbe essere in ognuna di noi.
L.
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