Problemi e disastri al cimitero

Praticamente a ogni Consiglio comunale celebrato negli ultimi anni a Lucera, spunta un problema legato al cimitero. Nella seduta di martedì scorso ne sono emersi addirittura tre, nessuno smentito dalla maggioranza né dalla Giunta, tanto meno dal sindaco Giuseppe Pitta che ha semplicemente deviato verso la ditta appaltatrice dei servizi le segnalazioni fatte dall’esponente della minoranza Fabrizio Abate: “Le auto elettriche per il trasporto interno di anziani e non autosufficienti sono rotte da tempo e il servizio è sospeso – ha incalzato – i bagni pubblici non vengono puliti da tre mesi e ci sono alcuni alberi secchi che ormai rischiano di abbattersi sulle vicine cappelle, con il potenziale contenzioso che ne potrebbe derivare a carico dell’ente. Insomma, è un disastro su cui nessuno interviene, perché politicamente avete il dovere di controllare l’esatto espletamento dell’incarico affidato”.
Tutto questo, sempre in attesa del varo di un nuovo regolamento che disciplini meglio la materia e soprattutto il luogo in cui i loculi sono merce sempre più rara, tanto che l’obitorio viene ciclicamente utilizzato per il “parcheggio” di salme in attesa di una collocazione definitiva, con potenziali conseguenze di carattere igienico-sanitario in caso di blocco prolungato delle tumulazioni.
Le iniziative edilizie non vedono uno sblocco, nonostante la presenza e la disponibilità di aree e cubature, per le quali, però, da anni è in corso una guerra sotterranea ma tutt’altro che sepolta, con interessi economici talmente trasversali e diffusi che hanno portato al risultato di un immobilismo prolungato e generalizzato. Al contesto si aggiunge l’assenza di qualsiasi piano regolatore dell’edilizia funeraria che ha provocato di fatto una giungla di realizzazioni sparse, ma senza una vera e propria pianificazione dei luoghi.
In generale, le attività vengono svolte con grande malcontento e perplessità dell’utenza e pure delle imprese funebri che operano in pianta stabile. Si va dalle cose apparentemente più banali come l’assenza della figura del custode, colmata dall’intervento di un operaio comunale che apre e chiude la struttura ma senza un vero e proprio esercizio di controllo, e si aggrava con la mancanza di un soggetto unico a cui fare riferimento, cioè un ufficio comunale che possa gestire tutte le procedure in un unico presidio, evitando di far girare l’utenza in almeno tre luoghi diversi della città, tra vigili urbani, ufficio contratti e attivazione lampade votive.
r.z.
(Luceraweb – Riproduzione riservata)