Imbrattano la panchina gigante e poi la puliscono

Questa è una storia di danneggiamenti, ma anche di ripensamenti e persino di riparazioni, ed è stata scritta praticamente tutta intorno alla panchina gigante della Villa comunale, installata solo due mesi fa a opera dell’Avis di Lucera ma già sottoposta più volte a deturpazioni, tra rotture e imbrattamenti.
In questo ultimo caso, qualcuno aveva pensato di lasciare la propria firma e il riferimento del profilo social, sul pannello laterale del manufatto, ricorrendo a volgare vernice colorata, dopo che nel passato recente erano saltate alcune doghe in legno della seduta o era stato infranto il materiale di copertura.
Il presidente del sodalizio, Antonio Colatruglio, si è pure recato dai carabinieri, ma non con l'intento di sporgere una nuova sterile denuncia, quanto con il proposito di trovare una soluzione alternativa e magari più efficace a carattere educativo, anche per interrompere questa escalation di vandalismo dilagante e che coinvolge anche altre situazioni del patrimonio cittadino.
“Vorrei far capire che queste cose non si fanno – ha confidato il responsabile del sodalizio - perché così si fa il male della loro stessa città”.
Del resto basterebbe vedere le condizione del vicino “Concertino” sempre più ridotto ai minimi termini, senza contare i comportamenti inappropriati spesso visibili da parte di chi conduce monopattini e bici elettriche all’interno del grande parco pubblico cittadino.
E così, è partita una sorta di indagine condotta direttamente dal maggiore Marco Vivaldi, comandante della Compagnia di Via San Domenico, finalizzata alla ricerca dei responsabili, poi individuati in tre ragazzine, di cui una minorenne.
A quel punto sono state convocate in caserma dove si sono fatti trovare gli stessi dirigenti Avis, e nell’occasione tutte e tre hanno ammesso di aver commesso il gesto, manifestando pentimento e amarezza ma anche la disponibilità a rimediare in qualche maniera: munite di carta abrasiva, hanno impiegato due ore per levigare le scritte quindi cancellate, e alla fine della giornata particolare che hanno vissuto, assieme alle rispettive famiglie, sono addirittura entrate a far parte del mondo Avis, iscrivendosi all’Associazione dopo che è stato descritto loro le finalità e le attività svolte.

“Questa è una storia apparentemente semplice – hanno commentato tutti i protagonisti adulti della vicenda – ma capace di restituire speranza e fiducia alle nuove generazioni. Quelle spesso additate come perditempo, passaguai, svogliate, apatiche, maleducate, mentre stavolta la prospettiva è stata ribaltata con un messaggio rincuorante, mediante un esempio virtuoso di educazione civica, che vale molto più di mille paternali o lezioni”.
r.z.
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