Incroci elettorali tra politica e cultura

Terminata la campagna elettorale a Foggia, con l’elezione della nuova sindaca Maria Aida Episcopo, in Capitanata ne comincia subito un’altra, questa volta per il Consiglio provinciale chiamato a rinnovarsi a gennaio, ferma restando la presenza del suo presidente, Giuseppe Nobiletti, insediatosi dieci mesi fa.
A Lucera, in particolare, niente di nuovo, perché il clima è da costante campagna elettorale, tanto più dopo che sono sempre di più quelli a ritenere Giuseppe Pitta impegnato da mesi in una lunghissima attività finalizzata al suo sbarco in Consiglio regionale.
Le elezioni a Lucera non si dovrebbero tenere prima di due anni, ma l’avvio delle operazioni della candidatura della città a Capitale Italiana della Cultura sfrutta una felice coincidenza temporale: in caso di vittoria, il titolo 2026 produrrebbe un’estesissima scia di eventi e appuntamenti preparatori che andrebbero a incidere in maniera molto positiva sull’economia del territorio, con evidenti risvolti di gradimento popolare e imprenditoriale, così come si sta registrando ampiamente in tutti gli altri contesti premiati con un milione di euro e soprattutto tanta esposizione mediatica dal ministero della Cultura. In caso di solo accesso in finale (e lo si saprà il prossimo 15 dicembre), vale a dire un obiettivo agevolmente e statisticamente alla portata, considerando che la commissione di sette esperti deve scegliere dieci concorrenti tra le sedici rimaste in gara, la città diventerà automaticamente Capitale pugliese nel 2025, circostanza che farebbe scattare un incasso di 300 mila euro di fondi regionali e quindi adeguata visibilità da “spendere” nei mesi di avvicinamento all’apertura delle urne, senza contare il denaro raccolto con altre fonti pubbliche e soprattutto private, con queste ultime che hanno già superato i 100 mila euro.
Ma Pitta ci deve arrivare politicamente indenne a ridosso dei prossimi appuntamenti elettorali, e non è cosa scontata, considerata la volatilità dell’assetto della sua maggioranza e l’avvenuto cambio già di cinque configurazioni di Giunte. E una sesta si va già profilando all'orizzonte, con un ventilato "tagliando" da effettuare all'esecutivo, operando un paio di esclusioni a beneficio di qualche contestuale ritorno di chi finora è rimasto temporaneamente ai box. E' comunque una questione da rimandare al periodo natalizio, ma si tratta di giochi di incastri per i quali Pitta ha mostrato di sapersi cimentare agevolmente, tuttavia qualche altro riscontro lo si potrà avere già a breve, perché è già arrivato il momento di cominciare a pensare la distribuzione dei voti dei consiglieri, i 25 aventi diritto a esprimersi con il voto ponderato per la Provincia, in questa tornata con l’aggiunta dei membri dell’assemblea del capoluogo, quelli che “pesano” più di tutti e l'assenza di quelli di Manfredonia che non ha l'assemblea cittadina in carica. E già se ne stanno sentendo, vedendo e profilando delle belle, anche all’interno degli stessi schieramenti, a partire dalla posizione e dalle ambizioni dell’unico rappresentante locale, quel Tonio De Maio che a gennaio 2022 è risultato il più suffragato, grazie a un’intensa opera mediatrice proprio di Pitta. Quella stretta collaborazione sarà riconfermata? Non tutti sono pronti a giurare, non fosse altro perché l’esponente della polizia penitenziaria ha confidato a qualcuno di non escludere una sua partecipazione proprio alle Regionali. A Pitta, quindi, si sono alzate tutte le antenne a disposizione, con il timore di ritrovarsi un concorrente in casa dal quale guardarsi con circospezione. Naturalmente, questo è il periodo in cui si è pronti a smentire qualsiasi ipoteri o scenario, ma non ci vorrà poi molto a trovare le conferme necessarie per disegnare le nuove posizioni in campo.
r.z.
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