03/11/2023 07:57:07

Sicurezza reale e sicurezza percepita

I fuochi d’artificio di qualche sera fa, sparati in piena serata e in mezzo a Piazza del Popolo in cui si è scatenato il caos pedonale e automobilistico, hanno confermato ancora una volta che nel centro urbano di Lucera c’è un evidente problema di ordine pubblico. Vale la doppia considerazione: i cittadini rilevano insicurezza e illegalità diffusa di piccola e grande entità, e gli autori di certi comportamenti approfittano chiaramente di un senso di conclamata impunità, altrimenti non rischierebbero di arrivare a commettere reati, come quelli visti in questa e altre occasioni.
Tutti gli sguardi, naturalmente, sono rivolti ai soggetti istituzionali, i quali però non mandano alcun segnale. Del resto, esattamente un anno fa si è tenuta proprio a Lucera una seduta del Comitato per la Sicurezza e l'Ordine pubblico, presieduto dal prefetto Maurizio Valiante, con analisi specifiche dei contesti locali sui temi legati alla sicurezza ed alla lotta alla criminalità. 
“Rispetto a qualche altro Comune vicino, viviamo una situazione certamente migliore – ebbe a dire il sindaco, Giuseppe Pitta – visto che i dati sui reati che mi sono stati mostrati sono molti volte inferiori rispetto al circondario e questo ci rende fiduciosi per una maggiore convivenza civile”.
Ma sarà veramente così? Perchè se è vero che per il territorio che comprende anche i Monti dauni, sono stati mostrati dati ritenuti “rassicuranti”, è altrettanto vero che poi questi, presi da soli, sembrano rappresentare a livello istituzionale l’unico termometro oggettivo di come la popolazione stia vivendo questo momento storico. Si chiama “percezione” e riguarda situazioni che sfuggono alle statistiche e ai documenti ufficiali, e quindi non può emergere dai numeri che si basano quasi esclusivamente sulle denunce dei cittadini, quelli che però stanno manifestando sempre meno motivazioni a rivolgersi alle forze dell’ordine, considerati gli scarsi riscontri che spesso si ottengono e magari anche le difficoltà materiali a poter raccontare le proprie esperienze. Sono sempre più frequenti i racconti di chi è costretto addirittura a tornare due o tre volte per verbalizzare formalmente la propria disavventura.
Un esempio per tutti vale per i furti di auto, fenomeno in crescita esponenziale con luoghi precisi luoghi in cui si verificano le sparizioni a qualunque ora del giorno, ma valgono anche i colpi negli appartamenti, oppure l’abusivismo commerciale, il vandalismo e una generale sensazone di anarchia sociale e perfino stradale. Di contro, queste asserite “rassicurazioni” rischiano beffardamente di favorire due pericoli piuttosto inquietanti ma di natura diversa: la sempre possibile “colonizzazione” della città da parte di altre criminalità di “importazione” e il rischio di soppressione di qualche presidio di forze dell’ordine, ritenuto meno necessario rispetto ad altre realtà che, secondo i dati, ne avrebbero più bisogno. 
Sono in tanti a non pensarla così, specie nella società civile, e pure negli ambienti politici, in questo momento ancora più spaccati: la maggioranza (con sindaco in testa) sembra tutta votata a non far rovinare l’immagine della città candidata a Capitale Italiana della Cultura, e pezzi della minoranza che invece battono su questioni di evidente visibilità.
Ovviamente i social network sono in bacino infinito di racconti e proteste, recentemente alimentato anche da questo post scritto dalla consigliera Francesca Niro: “Furti di auto in aumento vertiginoso; corse di veicoli vari (auto, motorini, bici elettriche) per le strade della città tra i passanti, e che terminano talvolta anche contro auto in sosta, naturalmente distruggendole, qualche bomba ogni tanto e fuochi d'artificio spesso e volentieri; atti vandalici vari; auto che passano a gran velocità nella Ztl con targhe prova, quindi in spregio delle telecamere che le riprendono; diffusa occupazione del suolo pubblico in odore di abusivismo: signor Sindaco Giuseppe Pitta, ne vogliamo parlare?”.
A questa descrizione, si aggiunge quella di Mario Monaco, ex dirigente politico ed ex assessore nella Giunta di Vincenzo Morlacco: “Io penso che le forze dell'ordine a Lucera, e non solo, non intimoriscono più nessuno, e meno che mai la popolazione giovanile, i cui livelli di sfrontatezza e di sfida sono arrivati a soglie allarmanti. In particolare, per quanto riguarda i carabinieri, sono personalmente testimone di innumerevoli ‘posti di blocco’ durante i quali guardano più il telefono che l'ambiente circostante. Così non si fa un controllo serio del territorio. Ho telefonato varie volte alle forze dell'ordine, la polizia di Stato non mi ha mai risposto, e i carabinieri regolarmente non hanno mai una pattuglia disponibile”. 
Pitta, dal canto suo, ritiene di essersi espresso in maniera esauriente lo scorso 12 settembre, nel corso dell’ultima seduta di Consiglio comunale, all’inizio della quale ha preso spunto dai due ordigni esplosi nel corso dell’estate, ai danni di uno studio privato prima e di un’abitazione poi. 
“Posso dire che sono in corso delle indagini – ha riferito – sulle quali ovviamente non si può proferire parola, ma posso assicurare che durante lo svolgimento di un tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza mi è stato promesso un aumento delle forze dell’ordine a disposizione della città di Lucera, per una risposta pronta e tangibile dello Stato nei confronti di questi eventi, che ci sono sempre stati e che purtroppo ogni tanto fanno capolino dalle nostre parti. Speriamo che gli autori di questo vile gesto vengano assicurati alla giustizia nel più breve tempo possibile. Questo è il sentimento comune di vicinanza che voglio trasmettere a chi lo ha subìto e ad ogni cittadino che ha visto turbata la sua serenità, peraltro in un momento anche così delicato. Lo stesso prefetto lo ha identificato come molto importante per la provincia di Foggia, grazie anche alla candidatura di Lucera a Capitale della Cultura, perché anche così si può emancipare un territorio anche dalle azioni criminali come quella che si è vista a Lucera qualche giorno fa”.

r.z.
 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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