18/11/2023 07:48:58

Operazione Ossigeno, misure confermate

Non ci sono variazioni sostanziali rispetto al primo provvedimento del gip del tribunale di Bari, Giuseppe Battista, a proposito dell’inchiesta denominata “Ossigeno” con la quale la locale procura ritiene di aver scoperto un sistema di malaffare legato ad appalti pubblici gestiti dalla Regione Puglia e anche da alcuni piccoli Comuni dei Monti dauni.
L’imprenditore lucerino Antonio Di Carlo, 62 anni, e sua figlia Carmelisa, di 32, restano rispettivamente in carcere e agli arresti domiciliari, così come disposto il 7 novembre scorso, come indicazione delle ordinanze eseguite dalla Guardia di finanza che indagava da anni. 
Nell’interrogatorio di garanzia, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, e i loro legali, Luigi Vascello e Roberto Prozzo, hanno poi chiesto un’attenuazione delle misure a carico degli assistiti, rigettata dal gip. La stessa istanza è stata preannunciata al tribunale del Riesame.
Nessuna variazione anche per Sergio Schiavone, 60enne di Benevento, l’altro indagato ristretto ai domiciliari, così come per Elio Sannicandro che è stato interdetto dai pubblici uffici. Si tratta sicuramente di quello più in vista, perché attenzionato nella sua qualità di direttore dell’Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, incarico che il presidente della Regione, Michele Emiliano, gli ha revocato il giorno stesso.
Primo passaggio davanti al giudice, ma questa volta al tribunale di Foggia, anche per gli altri otto coinvolti, tra funzionari comunali e imprenditori tutti interdetti nelle rispettive prerogative pubbliche e private, e che avrebbero tutti svolto un ruolo, tra presunte cessioni e ricezioni di tangenti per ottenere o concedere lavori pubblici soprattutto nel settore del dissesto idrogeologico.

Red. 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

Condividi con:

0,0313s.