Tutolo e Pitta litigano sulla Bozzini-Fasani

Forse per la prima volta da tre anni a questa parte, la contrapposizione latente tra il sindaco di Lucera Giuseppe Pitta e il consigliere regionale Antonio Tutolo è esplosa pubblicamente. Ed è successo in una scuola, alla Bozzini-Fasani su cui pende un'ipotesi di soppressione della sua autonomia. Entrambi sono stati “convocati” dal Consiglio di istituto per registrare le rispettive posizioni che si annunciavano divergenti. E tali si sono rivelate, arrivando ad elevati toni espressivi, e per fortuna i bambini presenti erano pochissimi. Ma c’era qualche decina di genitori e altrettanti insegnanti, e tutti si oppongono a questa soluzione dettata dalla Regione Puglia e ricaduta sui territori, tra cui quello lucerino che si ritrova con una media alunni leggermente inferiore al parametro di riferimento, vale a dire 910 rispetto a 925.
Nell'occasione, Pitta ha ribadito la sua posizione di voler ricorrere ai ricorsi giudiziari per difendere l’assetto scolastico cittadino, manifestando apparente “neutralità” rispetto a quella sorta di Piano B emerso negli incontri al Comune delle scorse settimane, e cioè l'accorpamento dell'Itet “Vittorio Emanuele III” al Convitto Bonghi, così da “sacrificare” una scuola cittadina che sarebbe destinata comunque alla chiusura nel breve termine, considerati i suoi soli 600 alunni. Anche in Viale Dante c’è ovviamente ferma opposizione a qualcosa che realisticamente potrebbe essere in teoria, mentre nella pratica nulla riguarda la cosiddetta Ragioneria che proprio nel 2024 celebra i 100 anni di vita.
Tutolo ha sollecitato invece l'assunzione di responsabilità politica da parte dell'Amministrazione comunale, invitata a sua volta da Bari a fornire un'indicazione sulla quale non ci sarebbero preclusioni, aggiungendo l'immancabile ripicca politica quando Pitta ha chiesto il supporto del consigliere regionale nella gestione della vicenda
"Siete andati a chiedere sostegno a Sergio Clemente, ma poi vi siete accorti che nulla poteva, così come nulla posso io, perché i criteri sono stati già stabiliti, per cui è meglio farsi trovare pronti con una soluzione, al netto dei ricorsi che sono comunque sacrosanti ma non è detto che risolvano".
Il tenore della conversazione si è alzato parecchio, con accuse di inerzia reciproca, ma nel frattempo genitori e residenti non mollano, tanto che si sono fatti trovare con una petizione on line firmata da quasi 900 persone, il cui testo ricalca le argomentazioni avanzate nelle ultime settimane in tema di questioni sociali oltre che didattiche, esplicitate a voce dal capo d’istituto Pasquale Trivisonne, il quale prima ha evocato il rischio di fare politica sulla pelle del quartiere e poi ha ricordato le difficoltà a cui andrebbero incontro le famiglie di quartieri che hanno già emergenze sociali (Cappuccini, Pezza del lago e zona 167), perdendo i riferimenti di segreteria e dirigenza in Viale Raffaello.
Ancora meglio lo ha spiegato una mamma che ha tre figli nel plesso: “Per qualsiasi problema amministrativo, didattico o comportamentale sarei costretta ad arrivare in Piazza Matteotti dove c’è la scuola Tommasone che diventerebbe il presidio di riferimento. Questa cosa è inaccettabile”.
L’incontro si è concluso con una promessa dell’assessore Maria Barbaro di inserire in una nuova delibera di Giunta il cosiddetto Piano B, in aggiunta a quanto adottato un paio di settimane fa, ma quel proposito nel giro di qualche secondo si è subito dimezzato sulle parole di Pitta che ha voluto specificare: “Bisognerà vedere se sarà accolto dalla maggioranza dei membri dell’esecutivo”.
r.z.
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