21/01/2024 20:34:43

Tutto tace (o quasi) su Lucera Capitale

A che punto sono le iniziative a Lucera e sui Monti dauni a proposito della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026? La domanda avrebbe una certa valenza e soprattutto impellenza, se si considera che mancano solo poco più di 40 giorni al momento decisivo: i prossimi 4 e 5 marzo, infatti, le dieci concorrenti rimaste in gara saranno audite in una sessione ciascuna della durata di un’ora, durante la quale ci sarà spazio per la esplicitazione del dossier inviato a fine settembre e selezionato dalla commissione ministeriale che in quella occasione potrà anche porre domande e quesiti, in vista della scelta definitiva e della proclamazione che poi avverrà a fine marzo.

Avversarie e iniziative
Le avversarie di Lucera, che ha presentato il proprio progetto dal titolo “Crocevia di Popoli e Culture”, sono Agnone (Isernia) con “Fuoco, dentro. Margine al centro”, Alba (Cuneo) con “Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”, Gaeta (Latina) con “Blu, il Clima della Cultura”, L’Aquila con “Città Multiverso”, Latina con “Bonum facere”, Maratea (Potenza) con “Il futuro parte da un viaggio millenario”, Rimini con “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”, Treviso con “I Sensi della Cultura” e Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena) con “Seme d’Italia”.
Queste sono dunque le settimane in cui ciascuno si sta attrezzando per rispondere al meglio alle sollecitazioni che arrivano da una gara per la quale si sprecano le attese e i pronostici (e pure già qualche polemica a distanza), e quindi tutti si stanno preparando con iniziative mirate anche all’effettivo coinvolgimento dei rispettivi territori che poi saranno chiamati a svolgere un ruolo concreto e attivo in caso di vittoria.
Tanto per fare una breve ricognizione di ciò che succede in casa d’altri, per esempio ad Alba, centro di una candidatura di ben 88 Comuni che si estende  anche ai territori di Bra, Langhe e Roero, è appena iniziato un road show di otto tappe finalizzato a presentare il proprio dossier nelle comunità locali, con altrettante tematiche da sviluppare, mentre a Rimini il documento è stato già messo a disposizione sul proprio sito internet, strumento telematico di cui entrambe si sono subito dotate. In Romagna hanno puntato forte sui social network con un’intensa attività di promozione della candidatura, ed è cominciata un’operazione di vera e propria pulizia delle mura storiche della città, investendo quindi anche sul suo aspetto estetico. Gaeta sta perseguendo una strada anche tutta letteraria, perché si è candidata anche per la Capitale del Libro, confermando la sua inclinazione alla diffusione della lettura, andando oltre il turismo balneare. A L’Aquila hanno presentato un video promozionale e ad Agnone hanno recentemente affidato un servizio di comunicazione più specializzato.
Insomma, tutti vogliono fare legittimamente bella figura a prescindere dal risultato, anche perché (si è visto più chiaramente negli ultimi tempi) ogni gruppo di finaliste poi comincia una parte di percorso comune, proprio con l’obiettivo di allargare gli orizzonti e attingere reciprocamente alle migliori risorse culturali che ognuno può mettere a disposizione. Quest’anno lo sta facendo Monte Sant’Angelo a livello regionale, sulla scia di Agrigento che poi sarà Capitale italiana l’anno prossimo. 

Attività locali
A Lucera il resoconto fino a questo momento si può fare basandosi su due elementi: la visibilità delle iniziative a favore della popolazione e gli atti pubblici finora prodotti. E le cose non sembrano mostrare grande attivismo, oltre ai selfie in prima fila, quasi a voler confermare quella intenzione colta sin da luglio scorso, quando si verificò il grandissimo colpo di fortuna dell'unicità della partecipazione lucerina in tutta la Puglia, aprendo di fatto la strada all’obiettivo reale da raggiungere, cioè quello dell’ingresso in finale, piattaforma su cui costruire le attività elettorali in vista degli appuntamenti programmati a Lucera tra autunno 2025 e primavera 2026.
Comunque sia, nel concreto c’è anzitutto da dire che il dossier viene custodito gelosamente, come un segreto di stato (comunale) che quindi non consente di comprendere quale sia la reale direzione che è stata presa al momento del suo allestimento, lasciando nel dubbio e nell’incertezza i tantissimi soggetti pubblici e soprattutto privati che hanno presentato idee e progetti, visto che ben 194 sono stati quelli registrati dall’organizzazione.
L’attività dei social network è ai minimi termini, con l’ultimo post su Facebook, per esempio, risalente agli auguri di Natale, e prima ancora non risultano grandi interventi dopo la notizia dell’approdo in finale, se non il compiacimento dell’apparizione di un video su un wall di Time Square a New York che qualcuno dall’interno prima ha cercato di smentire e/o minimizzare, salvo poi quasi appropriarsene, nonostante si trattasse di iniziativa del tutto autonoma rispetto alla candidatura stessa.
Di sito internet nemmeno l’ombra, sebbene esista un dominio “Lucera2026.it” registrato il 9 settembre a nome di Luigi Colomba, ma non risulta altro, tant’è vero che perfino l’indirizzo mail indicato per le comunicazioni è stato creato con un account di Google e non del dominio teoricamente ufficiale.
Iniziative sul territorio? Pressochè zero nei fatti, tanto più assieme ai Monti dauni che in realtà fin dall'inizio sono sempre rimasti sullo sfondo, quasi a fare scenografia. Molte, invece, secondo la solita narrazione che viene veicolata dall’Amministrazione di Giuseppe Pitta, impegnata principalmente a rastrellare qualsiasi evento privato al quale poter apporre, con il proprio patrocinio rigorosamente gratuito, il logo di Lucera2026, e quindi poter dimostrare (sulla carta) di essere stati attivi e presenti. Si è andati dal concerto di Michele Zarrillo (che era a pagamento) al torneo di padel (sic), passando per mostre, conferenze e presentazioni di libri, tutti appuntamenti per i quali non si intravede una traccia culturale univoca e precisa. 

I fondi pubblici e privati
C’è stata in realtà una breve stagione di spettacoli andata in scena tra novembre e dicembre, al costo di 50 mila euro forniti dalla Regione Puglia, per la quale Palazzo Mozzagrugno ha elargito all’agenzia Scopro di Monte Sant’Angelo 20 mila euro di spese di comunicazione che in realtà non si è praticamente vista, senza contare che alla maggior parte degli appuntamenti (eccetto il primo alla biblioteca e l’ultimo in cattedrale) abbiano preso parte pochissime decine di persone per esibizioni che nulla avevano a che fare con le peculiarità del territorio da promuovere in chiave turistica, vale a dire l’intento dichiarato di questo contest del ministero della Cultura.
E giusto per continuare sull’aspetto finanziario, la cooperativa garganica rappresenta il vero e proprio motore organizzativo di tutta la macchina avviata a inizio luglio con la manifestazione di interesse inviata a Roma, dopo la quale sono stati stanziati i primi 40 mila euro per l’allestimento del dossier. L’incarico era stato affidato alla Fondazione Links di Torino, in collaborazione con il coordinatore Pasquale Gatta, a sua volta marito della legale rappresentante di Scopro, azienda che si porta dietro un chiaro background politico marchiato “Partito Democratico”. E altri 40 mila euro sono stati aggiunti recentemente in vista dell’audizione di marzo, giustificati con la necessità di “individuare un soggetto esperto che possa coadiuvare l’Amministrazione nella fase finale della candidatura”, con nuovo incarico affidato sempre alla Links.
Attualmente il conteggio fa quindi segnare una somma di fondi pubblici usciti da Corso Garibaldi superiore a 100 mila euro, perché dentro bisogna metterci anche le spese di preparazione di un paio di eventi pubblici come il maxi tavolo progettuale del 1° settembre e il Clic day del 27 dello stesso mese, quando il dossier è stato inviato simbolicamente da Piazza Duomo.
E siccome Lucera sarà sicuramente Capitale pugliese nel 2025, restano comunque ancora parecchi soldi da spendere, cioè i 300 mila euro garantiti dalla Regione come propria (e unica concorrente) rappresentante in finale, oltre al gruzzolo raccolto dal Comitato dei Promotori, altro organismo che finora è rimasto parecchio sotto traccia, nonostante in pancia disponga già di una cifra superiore ai 100 mila euro raccolti da soggetti privati, il cui conteggio preciso, però, non è stato per il momento reso noto. E chissà se lo sarà mai.
Molti ancora i misteri su questa vicenda, a partire ovviamente dalla destinazione che questo denaro dovrà prendere nella distribuzione materiale per aumentare l'attrattività. E pure in questo caso, i pronostici e le previsioni si sprecano. 

Riccardo Zingaro 
 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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