Le pagelle delle candidate a Capitale della Cultura
Giovedì 14 marzo è già la giornata in cui verrà proclamata la Capitale Italiana della Cultura 2026, praticamente due settimane prima rispetto alla data limite fissata autonomamente dal ministero. Giochi fatti con grande velocità? Chissà, questi sono i giorni dei pronostici, delle previsioni e pure delle illazioni, esercizi che in realtà stanno andando avanti da mesi in tutti i territori che sono in gara in questa tornata, per la quale si sono cimentate dieci candidate quasi tutte diverse tra loro, nelle esposizioni, negli approcci filosofici, nella ricerca dei fondi e perfino nei format di audizione e di strutturazione stessa delle rispettive governance.
Da martedì scorso la redazione ha visto, ascoltato e commentato entrambe le sessioni romane, cercando di capire come, cosa e chi abbia animato tutte le altre concorrenti di Lucera. Perché non bisogna dimenticare che si tratta di una competizione e non di una corsa solitaria, per cui le reciproche pacche sulle spalle servono per (auto)confermare la bontà e l’impegno relativo al proprio lavoro, ma poi questo va necessariamente raffrontato con quello di cui sono capaci gli altri, sotto tutti i punti di vista. In realtà ci sono alcuni termini citati praticamente in ogni proposta verbale dei relatori: Narrazione, Futuro, Sostenibilità, Giovani, Tecnologie, Legacy, Opportunità e Radici.
Non è detto che vincerà la candidatura che avrà fatto la migliore illustrazione, anche perché la commissione ha ovviamente parametri diversi e ben più ampi rispetto a quella di uno spettatore che non conosce (quasi) tutti i dossier, noti invece ai membri li hanno studiati da mesi, ma almeno si possono fare delle considerazioni su quanto mostrato con modalità assolutamente interessanti da parte di tutti, tant’è che tutti hanno ricevuto evidenti complimenti dagli incaricati della valutazione che alla fine porterà all’indicazione di una terna su cui poi si esprimeranno inevitabilmente pure gli organismi politici ministeriali e governativi.
Comunque vada, si imparano molte cose ad ascoltare gli altri, si capisce molto meglio che c'è un mondo anche oltre contrada Vaccarella, specie in un settore in cui a Lucera e dintorni da decenni le parole sovrastano i fatti in quantità e qualità. Per esempio, sono emersi tre punti reali di contatto: con Agnone, sede di studi di un periodo giovanile di San Francesco Antonio Fasani, con Gaeta che dispone di un Castello angioino e infine con la più vicina e nota Melfi con il suo Castello federiciano, tracce da seguire con grande attenzione a prescindere dal risultato.
Prima di conoscere il nome della proposta vincitrice, abbiamo giocato a fare le pagelle delle SOLE PRESENTAZIONI di tutte le altre avversarie di Lucera, con piccolo riassunto di contenuti e caratteristiche.
AGNONE - “Fuoco, dentro. Margine al centro”: la passione. La loro disposizione iniziale sembrava un quadro, composto con le persone che poi avrebbero parlato, la relatrice principale (antropologa dell’Università del Molise) è stata la più convincente di tutti. Molto difficilmente vinceranno, forse ne hanno consapevolezza, ma il loro linguaggio del corpo parlava da solo: non hanno letto quasi niente, guardando in faccia la commissione tutto il tempo, manifestando una forza propositiva ed emotiva impressionante, puntando sulla marginalità di tanti Comuni simili ma concepiti come un ecosistema, basato sul valore del tempo e dell’attesa e la dimensione domestica dei rapporti dell'intera regione. Hanno il budget più povero (2,5 milioni) ma coinvolge anche la loro Area Interna. Testimonial è la scrittrice Chiara Gamberale, e la loro colonna sonora dono i rintocchi delle campane Marinelli. Progetti simbolo: un festival del cinema di montagna, laboratori di scrittura e letteratura. Hanno vinto la speciale gara delle interazioni sui social. Video emozionale di grande impatto visivo. Resterà nella storia del concorso l’intervento della studentessa Sofia Marinelli. VOTO 9
ALBA - “Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”: una corazzata. Sono 88 Comuni o frazioni, tutti incentrati su grandi valori consolidati e famosi come eno-gastronomia, imprenditoria, innovazione e un territorio patrimonio Unesco. Vogliono aggiungere elementi culturali con cui esplorare lo sviluppo del settore e creare imprese del settore, non lasciando niente al caso, tanto da calcolare perfino l’impatto ambientale (consumo di acqua) di ognuno dei 200 eventi da allestire. Hanno svolto otto tappe di presentazione del dossier, puntando alla visibilità internazionale. Dispongono di un budget dichiarato e già pronto di 10 milioni di euro e il supporto pluricitato della Fondazione Ferrero (cioè la Nutella). Video piuttosto banale con la citazione de “La luna e i falò” di Cesare Pavese, realizzato da Francesco Amato (il regista di Imma Tataranni), testimonial insieme a Davide Rampello che è anche il direttore creativo. VOTO 6,5
GAETA - “Blu, il Clima della Cultura”: l'outsider. Hanno sforato il tempo a disposizione per un dossier realizzato tutto sul territorio, senza service esterni. Hanno un’idea chiara, precisa e complessa di voler affiancare il colore blu al modaiolo green, creando un nuovo paradigma europeo culturale, ambientale e perfino spirituale, grazie alla rigenerazione urbana e a una rivoluzione socio-economica (sic), vantando decine di personaggi storici legati alla città. I progetti messi in cantiere sono 60, con attenzione a disabilità e musica popolare, e l’istituzione del Museo dell’Unità d’Italia nei bastioni di Carlo V. Hanno un budget di diversi milioni di euro, provenienti anche da fondi americani, l’adesione di 133 partner pubblici e privati e hanno pensato alla realizzazione di una “Casa di vetro” per prendere decisioni trasparenti. Testimonial: Sabrina Marciano (attrice) e Safiria Leccese (giornalista Mediaset). Video divulgativo di luoghi (marittimi) e performance artistica finale molto coinvolgente. VOTO 7,5
L’AQUILA - “Città Multiverso”: in pole position. È probabilmente il miglior dossier presentato, almeno a giudicare da quanto esposto con grande sicurezza dai rappresentanti. Poggia su un percorso avviato da almeno cinque anni con storie da raccontare ed eventi consolidati in un centro storico di grande valenza. L’epicentro delle attività sarebbe il ripristino del Museo nazionale d’Abruzzo, con due mostre su Raffaello e l’area archeologica Alba Fucens. Hanno eletto simbolo il Mammut che è riuscito a rimanere al suo posto anche durante la tragica scossa di terremoto del 2009. Vogliono mettere insieme la loro area interna ma anche dialogare con soggetti internazionali, andando oltre la ricostruzione fisica. Hanno un budget di tutto rispetto e hanno già speso 25 milioni negli ultimi 15 anni. Ospitano 10 mila studenti di quattro istituzioni formative e rifiutano risarcimenti e commiserazione per quanto accaduto, mostrando grande fiducia nei propri mezzi. Due video basati sui testimonial (il secondo più bello del primo), tra cui Giorgio Pasotti, Leonardo De Amicis e Simone Cristicchi. VOTO 8,5
LATINA - “Bonum facere”: una delusione. Molti ritengono sia la favorita per ragioni di carattere politico, ma sarà molto difficile far passare una proposta che ha spiegato poco ed è stata basata tutta su urbanistica, architettura e ruralità, per una città che ha soli 91 anni di vita e che sconta parecchi autodichiarati pregiudizi estetici. Il dossier è stato realizzato tutto al femminile con il quale viene proposto un modello di unione tra persone e territorio, con la cultura vista come processo e non prodotto, e il ricorso a un sistema museale con innesti di fotografia, musica e cinema. Molto è stato dedicato alla descrizione dei luoghi e della storia. Il budget è risultato indefinito, con un fundraising del 30% ma puntano sullo stretto rapporto con l’Università La Sapienza e la Regione che sta lavorando a una soluzione per il problema della ricettività: cambiare la destinazione d’uso delle case del litorale. Video visivamente pregevole, ma piuttosto anonimo. Nessun testimonial, tranne la signora Giuseppina che ha la stessa età della città. VOTO 6
MARATEA - “Il futuro parte da un viaggio millenario”: i colori. Si possono permettere mare e montagna e tre regioni fisicamente alle spalle, ponendosi come un ponte tra luoghi e sogni. Moliterno ha rinunciato e si è aggregata, poi c’è Melfi e altri 26 Comuni del Gal. Contano su un Cts snello e una Cabina di regia corposa, con al centro la Fondazioni Nitti e un patrimonio di politeismo e multi culturalismo, oltre a un paesaggio intatto. Sono stati gli unici a farsi accompagnare sempre da immagini descrittive in sottofondo visivo, con simbolo la famosa statua del Cristo. Hanno portato gli studenti in sala, con l’ambizione di essere pure la “Capitale della Cultura italiana”, mediante creatività e attrattività. Vogliono sfruttare la scia mediatica delle Olimpiadi invernali 2026. Puntano sul turismo delle radici e il ritorno di almeno una parte del milione di lucani emigrati. Testimonial: Angelina Mango, Franz Cerami (artista digitale che ha realizzato un video di contrasti visivi) e Rocco Papaleo con la sua uscita sui comportamenti della delegazione lucerina. Hanno pronti 60 progetti, un budget di alcuni milioni e l’appoggio di colossi come Eni e Shell. VOTO 7
RIMINI - “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”: l'immodestia. Sono bravi, lo sanno e non lo nascondono, ponendosi sempre con il brand Romagna, simbolo di mare, accoglienza e divertimento. Lavoravano da due anni su un’unica identità culturale in un territorio tra i più famosi d’Italia. Puntano su un immaginario evocativo consolidato di spiagge e balere, ma poi vogliono andare oltre il prodotto balneare, mirando ad alcuni progetti particolari tarati sui giovani, con la creazione di un apposito hub per le arti (e che faranno comunque). Hanno partner come la Fiera e il Meeting. Non hanno dichiarato un budget preciso ma i sindaci hanno mostrato sicurezza nel riuscire a trovare fondi sufficienti, anche tra i soggetti privati. Il loro dossier è stato diffuso e presentato sul territorio da mesi. Due video: uno musicale con un tango e un altro con una carrellata di luoghi e personaggi. La giovane protagonista ha parlato pure in audizione. Singolare la comparsa di Fabrizio Gifuni in un terzo video mosaico presentato come una summa di personaggi che hanno accompagnato la candidatura. VOTO 8
TREVISO - “I Sensi della Cultura”: una superpotenza. Basterebbe il budget già definito di 14 milioni di euro per spiegare già molto di quanto sia una candidatura poderosa, ma poi ci ha messo un carico diretto anche il governatore Luca Zaia che con evidente spocchia ha fatto appello alla commissione ad andare sul sicuro, tralasciando “chi tenta di vincere”. L’esposizione ha vissuto dei passaggi superflui, tant'è che hanno sforato il tempo, ma vogliono sfruttare l’ondata di flussi delle vicine Olimpiadi 2026 tra Milano e Cortina, contando su collegamenti adeguati. Si basano su economia, imprenditorialità, paesaggio, patrimonio e produttività. L’arte di Antonio Canova sarà protagonista ma anche una mostra su Tommaso da Modena e una rete di festival, con 11 musei, 5 teatri e altrettanti premi letterari. Vogliono prendersi la rivincita dopo una prima finale persa nel 2018. Hanno un dossier molto strutturato e l’ambizione di “non parlare di giovani ma con i giovani”. Testimonial: Mago Forest, Red Canzian, Adriano Panatta. Video molto divertente con cartoni animati e sindaco (l’unico comparso assieme a Giuseppe Pitta). VOTO 8
UNIONE VALDICHIANA - “Seme d’Italia”: l'identità. Piccoli e ambiziosi, con 10 borghi (8 bandiere Arancioni) che però sono grandi località. Anche loro propongono un modello per le Aree interne “prima che sia troppo tardi”, pensando a una città diffusa. Lavoravano da due anni con 330 associazioni, tirando fuori 78 progetti e 3 grandi eventi incentrati sulla “Cura” di paesaggio, identità e persone, usando una terminologia agricola. Si sono dotati di un Cts e un Comitato Promotori come Lucera e sono stati gli unici a voler offrire subito accoglienza alle altre candidate, stabilendo peraltro una connessione già con Agrigento che sarà Capitale 2025. Dispongono di 26 mila posti letto. Progetti simbolo: un abbonamento collettivo ai teatri di cui sono dotati 9 centri su 10, e un altro sulle vie dell’acqua. La Regione Toscana darà un milione di euro sui 6 dichiarati, ma si finanzieranno anche dalle tasse di soggiorno. Hanno il logo più bello (e pensato). Esposizione molto asciutta, iniziata e finita con un video: quello iniziale con una originale animazione su temi agricoli e musicali, quello finale è uno spot sul patrimonio, con la carta vincente dei recenti ritrovamenti a San Casciano Bagni. VOTO 7,5
r.z.
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