Nomi, cifre e retroscena sull’audizione di Lucera Capitale
Quanto più si vuole tenere nascosta (o aggiustata) una cosa, tanto più questa attira l’attenzione. Succede nella vita quotidiana, figuriamoci quando si tratta di pubblica amministrazione che gestisce i soldi per conto dei cittadini. Questa circostanza dovrebbe essere chiara a chi frequenta gli enti come esponente politico o come dipendente di ogni livello funzionale, e invece si continuano a fare degli errori strategici che poi innescano delle spirali negative da cui poi è difficile uscire, se non magari con querele o inutile tensione.
Questo noioso preambolo sarebbe già sufficiente per quanto (non) sta accadendo a proposito della diffusione del dossier della candidatura a Capitale Italiana della Cultura, la cui presentazione è in programma venerdì sera ma che potrebbe lasciare delusa parecchia gente che si aspetta qualcosa di diverso rispetto a quanto verrà illustrato, invece è necessario per inquadrare la gestione delle risorse finanziarie sull’iniziativa per la quale sono stati già spesi intorno ai 120 mila euro.
Si potrebbe aprire già un interessante dibattito su quali effetti concreti siano emersi in generale dall’investimento, ma per il momento basta analizzare il contesto economico, finanziario e politico dell’audizione al ministero della Cultura, in quel 5 marzo scorso, quando una corposa delegazione di persone ha raggiunto la Capitale a spese del Comune di Lucera, tra viaggio in treno, transfer dalla stazione all’hotel e ritorno, pranzo e cena, pernottamento e prima colazione all’hotel Fiftyfive e anche coffee break del giorno dopo. E questo banchetto, da solo, offre spunti davvero emblematici e certamente divertenti, ma ancora tutti da approfondire. E non si sta parlando delle persone (sindaci del Monti dauni, giornalisti, presidenti di associazioni, ecc.) che sono partite e tornate con il pullman messo a disposizione dal Comune, ma di soggetti che hanno usufruito di ben altro inquadramento.
Obblighi di legge
Rinnovando le premessa che si tratta di soldi pubblici, erogati per un’iniziativa che comportava la doverosa copertura delle spese per chi era ufficialmente incaricato di presentare e promuovere il progetto nei rispettivi ruoli assegnati, sono successe diverse cose, tutte evincibili dagli atti pubblici redatti a Palazzo Mozzagrugno, tranne un piccolo particolare: non è possibile conoscere ufficialmente i nominativi di chi ha ricevuto una concessione che però per alcuni si va prefigurando come un privilegio tutto da motivare, peraltro in un contesto di limitazione della trasparenza rispetto a questioni di privacy che nessuno finora ha spiegato compiutamente, anche perché sarebbe parecchio difficile farlo.
La legislazione che muove questa materia è il decreto 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, che al primo articolo chiarisce subito tutto: “La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche”. L’articolo 4 aggiunge ancora più chiaramente: “Ciascuna amministrazione pubblica sul proprio sito istituzionale i dati sui propri pagamenti e ne permette la consultazione in relazione alla tipologia di spesa sostenuta, all'ambito temporale di riferimento e ai beneficiari”.
E in effetti, c’è un precedente recente, dello stesso tenore e materia, in cui viene serenamente riportato che in occasione della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, proprio sulla scia delle attività di Lucera Capitale, il Comune abbia speso 920 euro per la missione nel capoluogo lombardo del sindaco Giuseppe Pitta, del consigliere comunale Antonio Dell’Aquila (che hanno viaggiato in treno) e dei dipendenti Giancarlo Flaminio e Antonio Bernardi (che hanno viaggiato con l’auto di servizio). Lo dice correttamente la determina numero 25, Primo Settore, del 2 febbraio 2024.
La trasferta romana
Sulla trasferta romana, invece, non risultano i nomi ma solo le spese sostenute. A cosa è dovuta questa diversità di comportamento della struttura tecnica dell’ente nel giro di poche settimane? Il segretario generale, Gianluigi Caso, sempre zelante e disponibile al dialogo, dovrebbe spiegare cosa sia accaduto in relazione a questa particolare vicenda su cui gli occhi di molti erano puntati da tempo, specie quando è venuto fuori dagli atti che ci sono stati sicuramente degli “ospiti invitati” e non materialmente coinvolti nelle attività di quella storica giornata che aveva un carattere strettamente tecnico, per cui bisognerebbe anche capire quali criteri discrezionali sono stati utilizzati per selezionare categorie e persone che hanno partecipato dalla sera prima dell’evento, e che magari avrebbero potuto raggiungere il ministero con il bus messo opportunamente a disposizione di chi avesse voluto dare il proprio sostegno morale sul posto, costato 1.650 euro da versare alla ditta Manuel srl.
In effetti, le cifre ci sono ma i nomi restano segreti, sebbene qualche consigliere comunale di minoranza abbia promesso di volerli acquisire in via formale, mentre per ora si può dire che il pacchetto “full” è stato assicurato per 14 persone, e altre tre camere sono state presumibilmente fornite ai tecnici del dossier che inspiegabilmente hanno dovuto viaggiare a spese loro.
A ogni modo, a Luceraweb risulta che le prenotazioni siano state effettuate a favore del sindaco Giuseppe Pitta, dei colleghi di Bovino, Stefania Russo, e Deliceto, Pasquale Bizzarro, dei dipendenti del Comune di Lucera, Giancarlo Flaminio (responsabile della governance) e Antonio Bernardi (capo di gabinetto), di Adriana Natale (Gal Meridaunia), di Davide Calabria e Orfina Scrocco (presidente e coordinatore del Comitato dei Promotori), di Luciano Toriello, portavoce del Comitato Tecnico Scientifico, degli ex sindaci Giuseppe Labbate, Giuseppe Melillo e Vincenzo Di Siena, e delle dirigenti scolastiche Laura Flagella e Francesca Chiechi. Il conto finale solo di questo capitolo di logistica e accomodation (viaggio, transfer e albergo) è di 4.650 euro. Molti altri amministratori e sostenitori della candidatura a vario titolo hanno invece raggiunto Roma con mezzi e spese proprie.
Pranzo e ristorazione
Altrettanto interessante è il retroscena legato al pranzo successivo all’audizione stessa, denominato Coffee Break. Qualche stretto collaboratore di Pitta per giorni è andato in giro per la città, vantando la munificità del sindaco che avrebbe pagato personalmente quel convivio a cui hanno preso parte anche i sindaci dei Monti dauni giunti nella Capitale, ma dal conto è desumibile che si sia aggiunto all’ultimo momento un ulteriore numero imprecisato di persone. Comunque sia, nessuno finora ha mai smentito questa narrazione. E invece si è dovuto attendere la pubblicazione della determina 38, datata 29 febbraio e pubblicata esattamente un mese dopo, per apprendere che in realtà la carta di credito tirata fuori dal taschino era dell’agenzia viaggi Komanse, incaricata di gestire tutto il pacchetto di viaggio e soggiorno e che aveva in precedenza prenotato il maxi tavolo, così come il pranzo e la cena della giornata precedente, con la precisazione che i saldi delle fatture riportati nell’estratto conto sarebbero poi stati reclamati come spesa ulteriore a carico dell’ente. Il totale del settore ristorazione messo in preventivo è di 2.680 euro, tuttavia ancora da rendicontare con precisione, per un ammontare complessivo comunque superiore ai 7 mila euro, somma che avrebbe potuto essere anche più onerosa se avessero accettato di partecipare anche i sei ex sindaci non presenti, così come gli altri quattro dirigenti scolastici cittadini che hanno declinato l’invito.
Riccardo Zingaro
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