21/07/2024 20:25:11

Angiola e Tutolo insistono su Piano dei Limiti

La siccità prolungata di questo periodo fa tornare ancora una volta di grandissima attualità la questione di un’adeguata gestione idrica, finalizzata a non sprecare nulla di quanto viene già raccolto con grande fatica. 
E torna soprattutto puntualmente la mancata occasione della realizzazione della seconda diga a valle di Occhito, quella denominata Piano dei Limiti che finora è rimasta letteralmente sulla carta e che sarebbe servita, per esempio, a fine gennaio 2023 quando dall’invaso principale furono sversati in mare una quarantina di milioni di metri cubi di acqua traboccante, poco meno della capienza di un impianto che, se costruito, sarebbe a servizio degli usi civili, lasciando quello più grande a completa disposizione dell’agricoltura.
Ma questa vicenda assomiglia alla saga delle occasioni perse su  cui si registrano nuovamente un paio di interventi politici, come quello del consigliere comunale di Foggia (ed ex deputato) Nunzio Angiola, il quale aveva già favorito incontri e confluenze a livelli di governo nazionale, finalizzati a smuovere letteralmente le acque su un dossier che dal 2014 conta pure un progetto pronto, sebbene oggi sia da adeguare alle normative vigenti, con la necessità di mettere subito sul piatto 4-5 milioni per avere gli elaborati esecutivi completi. E’ storia, invece, la progressiva sottrazione di fondi che pure erano stati stanziati, motivata da un immobilismo tipico di queste latitudini, specie quando si tratta di grandi opere strategiche.

“Quella decisione ha rappresentato per il sistema politico-economico di questa provincia un fallimento epocale – ha ricordato Angiola – perché era quasi tutto pronto per dare inizio ai lavori. Ma è mancata la capacità politica di raggiungere un’intesa con il Molise, visto che altri due Comuni come Colletorto e San Giuliano di Puglia avrebbero ospitato una parte dell’invaso. Esisteva una dotazione di 118 milioni di euro, poi ridotti a 65 a seguito dell’intervento del ministero che, constatando la fase di stallo, decise di dirottare parzialmente quelle somme su altri capitoli di spesa. Oggi al massimo possiamo contare sui soldi per mettere a punto il progetto”. 
E proprio Angiola qualche giorno fa in Consiglio comunale ha promosso l’approvazione unanime di un ordine del giorno, basato su un più ampio tema ambientale, che impegna la sindaca Maria Aida Episcopo e la sua Giunta “ad attivarsi presso il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia, i comuni della Capitanata e il Consorzio per la Bonifica affinché il progetto della realizzazione della diga di Piano dei Limiti possa trovare idonea e piena condivisione, partendo dalla valorizzazione della progettazione esecutiva già esistente che va aggiornata”.
“Questa opera – ha aggiunto - consentirebbe di risolvere definitivamente il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile e per l’irrigazione, sarebbe utile alla produzione di energia idroelettrica, e il Consorzio di Bonifica ha già un progetto al riguardo, consentirebbe di controllare le alluvioni, di regolare il flusso d'acqua durante le stagioni secche e umide, creerebbe habitat acquatici e soprattutto darebbe nuove opportunità di sviluppo economico per l'agricoltura, per l'industria e per il turismo ricreativo, come la pesca e la nautica nel lago artificiale creato dalla diga”.
Angiola ci crede così tanto che ha riferito di volersi porre come collettore trasversale agli schieramenti politici, esplorando anche la possibilità di attingere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dopo l’esclusione nel 2019 da quelli del Contratto Istituzionale per lo Sviluppo della Capitanata.

Un altro di quelli che sta battendo da tempo sulla questione dell’ampliamento della disponibilità idrica in provincia di Foggia è Antonio Tutolo, consigliere regionale che ha messo il problema “acqua” tra quelli principali che ostacolano lo sviluppo del territorio, vocato all’agricoltura non solo come coltivazioni ma anche con trasformazione dei prodotti.
Non ha escluso di voler inscenare nei prossimi giorni un’altra delle sue proteste clamorose sul tema, confermando la sua prerogativa di voler dare visibilità ai deficit infrastrutturali della Capitanata: “La dotazione sufficiente di risorsa idrica con un nuovo invaso sarebbe decisiva per questa parte della Puglia sempre più dimenticata”.

Il territorio in cui sarebbe destinata la diga di Piano dei Limiti

E in tutto questo si innesta pure un timore che per fortuna finora è rimasto tale, anche se ogni tanto viene riproposto da Tutolo che sta insistendo parecchio negli ultimi anni anche sulla necessità di effettuare una seria manutenzione degli impianti di Occhito che sono attivi senza soluzione di continuità da 58 anni, impossibili da fermare per andare, per esempio, a verificare lo stato di conservazione delle condotte naturalmente attraversate dall’acqua. 
“Si tratta di opere che interessano poco - ha detto con il suo solito approccio polemico - perché poco visibili e vantaggiose politicamente”.

Riccardo Zingaro

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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