Lucera Capitale 2025, i monumenti languono
Mancano poco più di quattro mesi all’inizio del 2025, anno in cui Lucera reciterà il ruolo di Capitale regionale della Cultura. Qualcuno comincia a chiedersi come si stia preparando la città a questo evento di portata storica, andando oltre il fervore del momento rappresentato dalle manifestazioni estive per le quali si registra una commistione dai contorni indefiniti tra Comitato Feste patronali, Comune e Associazione 5 Porte Storiche che a sua volta opera sostanzialmente con un corposo finanziamento dell’Amministrazione Pitta.
La questione non è tanto legata agli appuntamenti che certamente si sprecheranno, sicuramente proposti con una direzione artistica che già si intravede benissimo all’orizzonte in termini di contenuti, competenze e direttive, quanto per gli aspetti strutturali, magari cominciando da un’adeguata cartellonistica al momento oggettivamente carente anche nella segnaletica di base, e continuando con un sistema di accoglienza in luoghi che devono per forza di cose essere tra le punte di maggior attrazione dei visitatori, vale a dire castello e museo civico.
E nell’ultimo Consiglio comunale Francesca Niro, esponente della minoranza, ha cercato di capirne di più, soprattutto a proposito di due finanziamenti per i quali si sarebbero perse le tracce, capaci però di dare nuova veste a due tra i monumenti più rappresentativi.
La prima interrogazione ha riguardato lo stato dell’arte del polo museale “Federico II di Svevia Stupor Mundi” da ricavare all’interno del Palatium. Si tratta di un’operazione (sopra, una foto del render) sostenuta da Invitalia nell’ambito del Cis Capitanata con 3 milioni di euro appositamente assegnati al momento della solenne firma in Prefettura con l’allora premier Giuseppe Conte e i sindaci dei Comuni destinatari, tra cui quello di Lucera dell’epoca, Antonio Tutolo. In realtà, finora, si è visto più che altro un traffico epistolare tra Palazzo Mozzagrugno, Soprintendenza e vari enti chiamati a esprimere autorizzazioni e pareri, tutti però risalenti addirittura all’anno scorso. Di lavori veri e propri, però, nessuna traccia. “Quel finanziamento scade nel 2025 – ha avvertito Niro – per cui vorrei capire a che punto è la procedura e soprattutto se ci sono rischi per la sua attuazione”.
E poi c’è il museo Fiorelli, per il quale un piccolo sussulto di attenzione c’era stato nella scorsa primavera, a seguito di un paio di denunce arrivate proprio da Niro assieme al collega Francesco Aquilano, i quali avevano segnalato alla Soprintendenza lo stato di degrado in cui erano tenuti alcuni reperti archeologici di terracotta nelle bacheche, con la comparsa di efflorescenze da trattare con materiali e personale specializzato. La Giunta Pitta, anche dopo una sollecitazione arrivata da Foggia, ha affidato un incarico di pulizia a un esperto del settore che è intervenuto sulle situazioni di maggiore criticità.
Ma per il grande contenitore di Palazzo de Nicastri si attende addirittura ancora l’esposizione delle famose due teste romane acquistate quasi cinque anni fa a un’asta a Firenze, utilizzando anche soldi offerti da privati che risposero a un appello lanciato dalla Fondazione Apulia Felix che aveva nel professor Giuliano Volpe il principale animatore di quel periodo.
L’attualità è invece rappresentata dalla perdita di un altro finanziamento di 26 mila euro, denunciata sempre da Niro e relativo alla realizzazione di un’app per le visite interattive, con audioguide per i visitatori, assieme a una mappa interattiva dei beni culturali della città. “Era un progetto regionale – ha detto la docente lucerina – risalente al 2022 ma al quale non è mai stato dato seguito, nonostante fosse stato presentato, accettato e finanziato. Il rammarico è ancora maggiore se si considera che era previsto il coinvolgimento degli alunni del liceo Bonghi dell’indirizzo linguistico, i quali avrebbero dovuto redigere i testi delle audioguide”.
A proposito di Lucera Capitale, inoltre, c’è una tripletta per Pasquale Gatta, sua moglie Rossella Ciuffreda dell’agenzia Scopro, e Gianni di Bari, la triade che ha curato il dossier di Lucera dopo averlo fatto l’anno prima per Monte Sant’Angelo. In queste settimane sono impegnati per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura di “Pietramadre”, il progetto congiunto promosso da Alberobello, Noci, Polignano e Mare e Castellana Grotte.
Riccardo Zingaro
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