C’era una volta il verde pubblico
C’era una volta la bella vegetazione della Villa comunale di Lucera che rappresentava quasi un’attrattiva turistica, perché esteticamente in grado di offrire la vista di aiuole, siepi e alberatura di grande pregio anche botanico. Oggi il grande parco cittadino si presenta desolatamente abbandonato, con scarsa manutenzione e servizi non all’altezza delle aspettative dell’utenza adulta e pure dei bambini, visto che dentro si trova anche un parco giochi.
Sulla questione è intervenuta l’Associazione “Lucera non tace” che ha affondato i colpi, denunciando incuria materiale e disattenzione politica anche per quanto riguarda l’arredo urbano del centro storico e la gestione delle piante più grosse disseminate in tutti i quartieri, spesso abbattute (con motivazione che in qualche caso sono apparse discutibili) e mai sostituiti, magari con una tipologia meno invasiva per il sottosuolo.
Il riferimento è tutt’altro che causale a quanto accaduto negli ultimi giorni allo Stadio, dove sono stati rimossi una quindicina di pini situati all’interno della struttura sportiva, ritenuti pericolanti e quindi pericolosi dal dirigente del settore Manutenzioni del Comune, l’ingegnere Pietro Savoia, che temeva per la tribuna centrale, perché addossati nelle immediate vicinanze. L’operazione è stata portata a termine con grande velocità, affidata in maniera diretta alla ditta Giaila Garden di Casamassima che ha operato dietro un compenso di oltre 10 mila euro.
A ogni modo, si fa sempre più evidente la carenza di una figura di riferimento nell’ambito della pianta organica dell’ente, perché da almeno una decina d’anni non è stato più inserito un agronomo incaricato di gestire tutte le situazioni che poi finiscono nella conduzione emergenziale del momento, peraltro senza la presenza di una sorta di piano regolatore del verde pubblico che quindi continua a essere un elemento di secondo (o terzo) piano nelle priorità amministrative.
“A Lucera fatica a farsi strada una sensibilità ambientale”, è il commento degli attivisti che hanno rivolto la loro attenzione anche sul Boschetto che “boccheggia e versa in una condizione di abbandono pluridecennale – hanno aggiunto dal sodalizio - aggravata dalle ferite inferte dagli ultimi incendi spesso di origine vandalica o dolosa, peraltro rimasti tutti impuniti. Eppure sono stati erogati finanziamenti in materia, come il milione e 150 mila euro ottenuto nel 2022 per progetti di rigenerazione urbana, per i quali chiediamo all’Amministrazione comunale di illustrare alla cittadinanza quali sono gli interventi previsti”.
C’è una citazione anche per la recente approvazione di un regolamento che prevede l’affidamento ai privati di aree pubbliche mediante sponsorizzazioni, per il quale viene evidenziato il mancato coinvolgimento della società civile in tutte le sue componenti.
“In ogni caso è illusorio pensare che questa misura possa risolvere in toto il problema della gestione del verde comunale – perché, qualora i privati aderiscano, sceglierebbero le aree centrali e più appetibili per le loro finalità pubblicitarie, ignorando quelle marginali e periferiche, soluzione che sarebbe comunque integrativa e non risolutiva”.
Ma nella loro presa di posizione c’è una proposta ancora più difficile da realizzare, quella di assistere a una qualche iniziativa da parte della minoranza, chiamata a una concreta partecipazione nel rapporto con la popolazione che nota problemi e lamenta disagi, considerato il loro status e la possibilità di prendere parte a consessi istituzionali, magari partendo dalla gestione del verde e finendo alle questioni, passando comunque dalla valorizzazione e tutela dei monumenti di una città che si appresta a diventare Capitale regionale della Cultura.
“Forse i consiglieri comunali, compreso quelli di opposizione, dimenticano che non sono stati estratti a sorte – è la chiosa - ma hanno liberamente scelto di candidarsi a rappresentanti della comunità. Di conseguenza hanno il dovere di agire nell’interesse generale e hanno precise responsabilità nei confronti dei cittadini”.
Riccardo Zingaro
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