Furti di veicoli, un lucerino tra gli arrestati
C’è anche un lucerino di 66 anni, Carlo Minio, tra i sei arrestati ieri dai carabinieri di Livorno, a seguito di un’indagine della locale procura che ritiene di aver scoperto un complesso e consolidato sistema di furti di veicoli soprattutto commerciali, con accuse anche di riciclaggio, autoriciclaggio, falsità materiale commessa dal privato ed uso di atto falso. È finito in carcere assieme ai cerignolani Antonio Di Paola di 28 anni, Michele Colucci di 32, Alessandro Montemarano di 24 e Matteo Cappellari di 46, mentre Antonio Nardella di 55 anni è stato posto ai domiciliari.
Tutto è partito da una segnalazione di oltre un anno fa della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, su un’anomala impennata di furti di furgoni e autocarri nel territorio labronico, poi sviluppata dai militari che sono ricorsi ad appostamenti, intercettazioni e captazioni per audio e video, avvalendosi anche della cooperazione internazionale di polizia per gli accertamenti all’estero.
Gli indagati sono stati definiti “abili, scaltri, veloci ed operativi, e hanno dimostrato abitualità delle condotte criminose nel compiere una quarantina di furti tra Toscana, Marche, Emilia Romagna e San Marino, ma anche la capacità di piazzare i veicoli rubati in Polonia”.
Sembra che preferissero rubare gli Iveco Daily, portati via in meno due minuti mediante manomissione della centralina e dell’eventuale localizzatore GPS, sfruttando poi basi logistiche individuate nel pisano, dove andavano a nascondersi durante le trasferte e dove, secondo gli investigatori, svolgevano pure le attività di contraffazione dei telai e la predisposizione di targhe e documenti di circolazione falsi, utili per rivendere i mezzi in cambio di denaro e autovetture.
Il modus operandi ricostruito dai carabinieri parla di interventi eseguiti soprattutto nei giorni lavorativi. Loro arrivavano, individuavano il veicolo, monitoravano il conducente e, una volta che questi si era allontanato, entravano in azione con grande efficacia e velocità. I mezzi venivano poi fatti uscire dall’Italia attraverso il confine nazionale di Tarvisio, dove però due componenti della presunta banda a gennaio scorso sono stati bloccati dai carabinieri friulani, perché trovati alla guida di altrettanti furgoni risultati rubati, con telaio contraffatto e targhe e documenti di circolazione clonati.
Red.
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