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Niente paura

Dal Vangelo secondo Marco (13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Il brano evangelico di questa domenica - prima della grande festa di Cristo Re e, quindi, prima dell'Avvento - ci offre uno scenario apocalittico nel vero senso della parola: non secondo il significato attuale di catastrofe, di distruzione o di punizione tipico dei film hollywoodiani; ma nel senso originario di rivelazione, di separazione da tutti i nascondimenti, di verità dentro di noi e fuori di noi. 
Ma qual è la buona notizia di questa "apocalisse"? 
Che in un giorno e in un'ora che non conosciamo vedremo il Figlio di Dio, che non verrà per punirci o per calcolare le nostre mancanze, ma per accoglierci nel suo abbraccio di gloria e di luce, quell'abbraccio che tanto desideriamo. Superiamo la paura della fine!
Le "cose" inaspettate, però, spesso ci fanno paura e allora siamo invitati a prendere spunto dalla natura, dall'albero di fico in primavera: siamo chiamati a cogliere gli indizi, i segni, sacri e non... di cosa? Della presenza di Dio in mezzo a noi, di un Dio che vive nelle nostre case e nelle nostre città, che non ci sta accanto per abbatterci definitivamente nei momenti di fallimento, ma per sostenerci nel cammino di ogni giorno. Superiamo la visione moralistica della nostra fede!
Viviamo senza ansie, né paranoie la vicinanza, presente e attesa, di Gesù, fondati nelle Sue promesse e convinti che, anche se tutto passerà, le Sue parole non passeranno. Viviamo con gioia la speranza!

da Animatori Salesiani

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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