Il dialetto pugliese e le influenze di lingue straniere
Il dialetto pugliese è una delle espressioni linguistiche più vivaci d’Italia che una storia ricca di contaminazioni culturali. Non è un caso infatti, che alcune espressioni tipiche delle regione Puglia, si ritrovino similmente in lingue straniere come il francese. Città come Bari sono state infatti colonizzate nel corso dei secoli, mettendo oggi in luce, influenze estere sia in campo architettonico, sia in campo linguistico.
Di seguito, le influenze delle lingue straniere sul dialetto pugliese.
I francesismi del dialetto pugliese
A partire dall’anno 1.000, la Puglia è stata invasa e colonizzata da diversi popoli stranieri e questo ha contaminato molto il dialetto che si parlava ai tempi nelle zona. Un dialetto può essere definito come una varietà linguistica, utilizzata in una specifica area geografica, che si differenzia dalla lingua standard, per aspetti fonetici, lessicali, morfologici e sintattici. I dialetti si sviluppano storicamente come evoluzioni locali di una lingua, talvolta precedendo la lingua ufficiale stessa.
Il dialetto pugliese ha origini antiche, fortemente legate alla storia della regione e alle influenze culturali che si sono susseguite in quei luoghi nel tempo. Le sue radici affondano principalmente nel latino volgare.
Fra i primi colonizzatori della Puglia ci sono stati i Normanni, popolo che proveniva dall’attuale Normandia, regione a nord della Francia, ma anche arabi e longobardi sono passati da questa regione.
Spesso, come accade in Italia con le regioni meridionali, un dialetto condivide delle forti similitudini con le lingue estere. Nel caso del dialetto pugliese, queste si possono associare alla lingua francese.
Non solo le espressioni grammaticali, ma anche gli idiomi culturali sono spesso condivisi fra queste due aree geografiche seppur molto distanti fra loro.
Se si pensa ad espressioni come “Tené fame de lupe” (“avere una fame da lupo”), si scopre facilmente che anche in francese questo idioma rimane invariato, con la traduzione “Avoir une faim de loup”.
Come si può notare, non solo il concetto idiomatico, ma anche le parole stesse che lo compongono, a livello grammaticale, sono davvero molto simili (“loup” - “lupe”- “lupo”).
Anche le preposizioni francesi, seppur diverse per ortografia, si ricollegano nei suoni, alle preposizioni del dialetto pugliese. È il caso ad esempio della preposizione “En” (“In”, in italiano) che in dialetto pugliese, seppur scritta come una semplice “’N”, risulta pronunciata nello stesso identico modo, con un accento nasale.
Non solo il pugliese, ma anche dialetti come il napoletano, condividono una presenza di terminologia di radice francese, come viene spiegato in questo post del blog Pagine di Poggio, con l’esempio più lampante “Accattà” (comprare) che in francese viene scritto “Acheter”. Questo avviene, perché di fatto, tutte le lingue ed i dialetti parlati nella fascia mediterranea sono tutti di origine latina. Fra gli altri francesismi che il pugliese ha fatto suoi, troviamo la parola “lune” (luna) scritta in modo identico nelle due culture, ma pronunciata in modo lievemente differente. Questa parola, che ricorre nell’espressione idiomatica “Stare sotto la luna”, si traduce in francese come “Être dans la lune” ed in pugliese con “Stà sotte a la lune” e in entrambi i casi significa “essere distratti”.
Altre influenze straniere
Sono poi altre le lingue che si riflettono sul pugliese e queste spaziano dall’arabo allo spagnolo.
Tra il IX e il XI secolo, la Puglia è stata invasa, così come altre regioni del Sud Italia, dai popoli arabi del Mediterraneo e questo ebbe un fortissimo impatto sulla cultura nel Meridione, nonché sul parlato.
Forse pochi sanno, che uno dei cognomi più diffusi in Puglia, ma anche un termine di uso comune, per la precisazione il termine “Barraccano”, che sta ad indicare un imponente mantello, utilizzato in passato per coprirsi, deriva dalla parola “Barrak?n”, di origine araba.
Questa parola oggi, è anche un cognome molto diffuso a Bari e provincia.
Red.
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