Ecco gli aumenti Tari tanto temuti
Ora che stanno cominciando ad arrivare nelle caselle postali, fisiche ed elettroniche, gli avvisi di pagamento del saldo della Tari 2024, con gli importi indicati si è definitivamente materializzato quell’aumento del 10-15% annunciato a luglio scorso dall’Amministrazione Pitta, quando aveva approvato le tariffe per l’anno in corso. Se si volesse fare un conteggio calcolato sui quattro anni dell’attuale governo cittadino, il rincaro sfiora il 40%, e comunque si tratta del settimo aumento annuale consecutivo.
Da Palazzo Mozzagrugno fanno sapere che c’è tempo fino al 10 dicembre per pagare la somma richiesta, stavolta in unica soluzione, dopo le tre concesse a maggio, luglio e settembre.
“Con la quarta rata si procede alla riscossione del conguaglio dovuto sulla base delle tariffe deliberate per l'anno in corso – è scritto in un comunicato che vuole spiegare gli aumenti - del conguaglio dovuto sulla Tefa a seguito dell'aumento al 5% del tributo provinciale e delle nuove componenti perequative, introdotte dal 1° gennaio dall'autorità Arera per la copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti (10 centesimi per utenza per anno), e per la copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali e calamitosi (1,50 euro per utenza per anno)”.
Quello che non c’è scritto, invece, è che i precedenti bonus Covid hanno perso efficacia, che il piano finanziario annuale è stato aumentato di altri 100 mila euro, superando i 6 milioni, e che la percentuale di evasione galleggia intorno al 26%: tradotta in soldi significa continui e pesanti ammanchi di somme che vengono obbligatoriamente accantonate dall’ente e che stanno erodendo le casse di Palazzo Mozzagrugno e quindi dell’intera collettività. Solo per il 2023 sono stati emessi circa 3.500 avvisi di versamento, per un controvalore di 1,7 milioni di euro.
A ogni modo, pesa anche un surplus di denaro da dover riconoscere all’Agenzia Regionale per i Rifiuti, per somme a sua volta non pagate agli impianti che se li sono fatte riconoscere per via giudiziaria, mentre pesano “solo” sul bilancio comunale i 168 mila euro che servono per le operazioni di sfalcio dei terreni pubblici.
Nel frattempo, la raccolta differenziata continua a mostrare performance poco edificanti, con il risultato che più si conferisce in discarica e più aumentano i costi. Però a carico solo di quelli che pagano già, evidentemente sempre meno, perché si continua a non ricercare i soggetti completamente sconosciuti e successivamente inseriti nel sistema informatico, determinando così anche un aumento della base divisoria degli utenti su cui viene poi calcolata la ripartizione generale del budget da spendere.
In altre parole, più aumenta la platea dei contribuenti e meno pagheranno tutti i cittadini, ma pare che questa attività approfondita e capillare non sia tanto gradita a chi deve attuarla, specie a ridosso di una campagna elettorale, figuriamoci a chi dovrebbe subirla.
Riccardo Zingaro
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