L’Erasmus che si fa anche a scuola
Sono in aumento gli studenti che partecipano al programma Erasmus+ mentre sono ancora a scuola, secondo quanto riferisce il portale Skuola.net che lo ha chiesto direttamente all’Agenzia nazionale Indire che gestisce lo specifico programma in Italia, coinvolgendo ogni anno docenti e personale scolastico, oltre a circa 18 mila alunni.
Nel 2023 sono stati assegnati 52 milioni di euro, tradotti in 1.166 progetti approvati e 25.815 partecipanti complessivi, calcolando un +26% rispetto all’anno precedente. E nel 2025 i fondi sono destinati a raddoppiare, con tante possibilità di partecipare sono ancora aperte fino a marzo, in funzione dei bandi a cui poter accedere.
La coordinatrice nazionale, Sara Pagliai, ha spiegato meglio ragioni e vantaggi di questa iniziativa che a Lucera interessa l’istituto comprensivo Manzoni-Radice e il liceo Bonghi-Rosmini, entrambi con alcune esperienze di scambio già realizzate in entrata e in uscita.
“Il Programma Erasmus+ è stato lanciato nel 2014, aumentando di molto le opportunità di mobilità per alunni e insegnanti rispetto ai precedenti programmi europei e integrando iniziative che già esistevano sotto denominazioni diverse. Questo ha permesso di garantire un’esperienza sicura per gli studenti di tutte le età, persino per quelli delle primarie, ovviamente con i dovuti accorgimenti in termini di durata e contenuti. Si possono visitare tutti gli Stati membri dell'Ue, più altri Paesi extra che aderiscono, come Norvegia, Islanda e Turchia. Numeri alla mano, quelli sinora più gettonati sono stati Spagna, Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, per esperienze che vanno dai due giorni a mesi interi. I progetti di mobilità sono rivolti a singoli o gruppi, ma nella società delle conference call da un capo all’altro del mondo, non può mancare la mobilità ‘blended’, e in questo caso sia gli alunni che lo staff possono svolgere attività da remoto per via telematica, a integrazione o accompagnamento dell’esperienza fisica, meglio se all’interno della community eTwinning, che offre ai docenti anche opportunità di formazione online gratuita. Pur non essendoci limiti di età minimi, molti alunni vivono questa esperienza negli ultimi anni delle scuole superiori. Non a caso questa categoria di studenti rappresenta la quota più consistente di partecipanti. Si tratta, infatti, di un’ottima opportunità in vista dell’esame di maturità, non solo per migliorare le proprie competenze linguistiche ma anche per acquisire competenze e abilità utili al futuro percorso universitario o lavorativo. La sovvenzione Erasmus+ copre le spese di viaggio e di soggiorno ed è gestita direttamente dalla scuola titolare del progetto. Sono previste, poi, misure di sostegno ulteriore per gli alunni con minori opportunità economiche o per sostenere la preparazione linguistica prima della partenza. L’entità del finanziamento, ovviamente, varia in base al costo della vita nel Paese ospitante e alla durata dello scambio, ma nella maggior parte dei casi la copertura è adeguata, per rendere l’esperienza accessibile a tutti gli studenti. Di solito gli studenti possono fare riferimento al proprio istituto in tutte le fasi del processo, che inizia un anno scolastico prima rispetto a quello in cui avverrà l’effettiva mobilità, poiché le scuole, per candidarsi a loro volta, si devono attivare con anticipo sulle scadenze: studiando il Programma, costituendo un team ad hoc e lavorando a una proposta di qualità delle mobilità, sia per gli insegnanti che per gli alunni stessi. In Italia sono circa 1.400 gli istituti già accreditati, ma si può partecipare anche singolarmente, contattando il sito www.erasmusplus.it. I fondi, una volta assegnati, sono successivamente gestiti dai singoli istituti, che hanno anche autonomia nello stabilire tempi e criteri di selezione degli studenti che possono prendere parte al viaggio che permette di migliorare in maniera determinante su tanti aspetti che oggi sono fondamentali per garantire l’occupabilità, a maggior ragione in un contesto internazionale come quello attuale. Uscire fuori dalla propria casa e dal proprio Paese consente di sviluppare una serie di conoscenze spesso decisive per crescere, come la capacità di lavorare in gruppo, uno spiccato spirito di adattamento, il pensiero creativo, l’abitudine a risolvere i problemi e a interagire in contesti internazionali e multiculturali. E di aumentare, così, la fiducia in se stessi. E poi Erasmus+ è un programma che ha basi solide, in quanto gestito e finanziato dall'Unione Europea, che mette a disposizione sia supporto economico sia collaborazioni istituzionali”.
Red.
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