L’integrazione scolastica senza soldi, ma ci sono
Rischia di finire sul tavolo della Procura e della Corte dei Conti una vicenda che assomiglia parecchio a uno scandalo in materia di gestione dei fondi pubblici al Comune di Lucera. E’ l’ipotesi fatta da sei consiglieri di minoranza (Fabrizio Abate, Francesco Niro, Francesco Aquilano, Vincenzo Checchia, Raffaele La Vecchia e Pasquale Colucci) che ritengono sia stato fatto un uso distorto per il momento di 100 mila euro che il Governo ha assegnato a Palazzo Mozzagrugno per l’integrazione scolastica, una delle piaghe dei servizi sociali degli ultimi anni, e che invece sono finite al capitolo dei trasporti per minori disabili. Con una presa di posizione pubblica, vogliono sapere le motivazioni del presunto dirottamento delle annualità 2022 e 2023, e anche capire quale uso verrà fatto della dotazione 2024, ancora e sempre di 50 mila euro.
Il loro teorema deriva anche dalla recente condanna per discriminazione di un Comune toscano, per il sol fatto di non aver assegnato un numero sufficiente di ore a un singolo alunno, preannunciando una denuncia dello stesso tenore in caso di persistente inerzia di quello di Lucera, invocando l’applicazione della legge 67 del 2006
In realtà la vicenda non è nuova, perché avevano già chiesto spiegazioni in Consiglio comunale, ricevendo risposte considerate prima evasive, poi incerte e infine inaccettabili. E la questione non è di poco conto se si considera che a beneficiare di servizi carenti o addirittura assenti dovrebbero essere oltre un centinaio di bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, bisognosi soltanto per Lucera di un supporto supplementare in classe oltre al docente di sostegno.
Questo capitolo è uno dei più sanguinosi della storia recente della città, perché incide direttamente sul benessere psico-fisico degli alunni e dei relativi genitori che praticamente ogni anno (tranne solo quello scorso) devono letteralmente mendicare l’attivazione di un servizio che per alcuni è fondamentale anche per la stessa frequentazione delle lezioni.
A dire il vero succede pure che siano decisamente poche le famiglie che partecipano materialmente alle proteste quanto mai legittime, esercitando quindi poca pressione su chi è chiamato, a ogni livello amministrativo e politico, ad avviare le procedure e scavalcare la burocrazia, quanto mai invadente su un dossier di questo tipo per il quale peraltro bisogna fare letteralmente i conti anche con gli altri 14 piccoli Comuni dello stesso Ambito del Piano sociale di Zona, quasi tutti cronicamente disinteressati ad assicurare la propria quota di spettanza per poi far espletare la gara d’appalto. Il risultato è che anche quest’anno a ridosso del Natale non si vede ancora alcun operatore incaricato, e chissà quando questo accadrà, perché mancano i soldi per costruire un progetto articolato di erogazione di prestazioni, secondo quanto riferisce il dirigente comunale del settore, Raffaele Cardillo, il quale peraltro ha ammesso in assemblea che nel 2022 e 2023 i soldi andati altrove.
“In circa tre anni nelle casse comunali sono quindi finiti circa 150.000 euro da destinare in maniera esclusiva ai servizi rivolti agli alunni disabili presenti nelle nostre scuole – hanno scritto i sei consiglieri in un comunicato – mentre con questi fondi alcuni centri limitrofi, in accordo con i rispettivi dirigenti scolastici, hanno fornito ulteriori figure professionali come educatori, operatori socio-sanitari, psicologi e psicomotricisti, facendo partire subito i servizi, in attesa delle ore assegnate dal Piano di Zona. Tutto il contrario di quello che avviene a Lucera, dove attualmente risulta bloccato sia il servizio degli educatori che la possibilità di ampliare il servizio con le somme assegnate dal Governo, e sappiamo con certezza che per i fondi relativi agli anni 2022 e 2023 alle scuole non è mai arrivata nessuna richiesta di rilevazione dei fabbisogni, in modo da ampliare il servizio. A luglio in una riunione pubblica è emerso che nessuno degli interessati era a conoscenza della destinazione di questi fondi che devono essere utilizzati solo per quello scopo, così come espressamente indicato dal ministero dell’Interno, e sicuramente non per i trasporti per i quali viene erogato un diverso e apposito finanziamento. Quelli quindi sono soldi vincolati che devono esser obbligatoriamente utilizzati per i bambini disabili che frequentano le scuole del primo ciclo. Il vincolo è talmente evidente oltre che nel dispositivo normativo anche nella fase di rendicontazione, dove viene richiesto il numero di studenti con disabilità per i quali le scuole hanno chiesto assistenza e le ore di assistenza richieste dalla scuole. Non è quindi un servizio che può essere gestito in maniera ‘ragionieristica’ dagli uffici comunali, ma deve per ovvi motivi partire dai fabbisogni rilevati dalle scuole, mediante i Gruppi di Lavoro Operativo. Perché alle scuole di Lucera non è mai giunta nessuna richiesta da parte dell’assessorato ai servizi sociali? A Lucera la maggior parte delle famiglie si rivolge a strutture private per usufruire degli stessi servizi specialistici che, con questi fondi, potrebbero essere forniti in parte dalle scuole. Questo succede perché le strutture pubbliche o hanno tempi di attesa troppo lunghi oppure non li forniscono affatto. Si tratta di una situazione gravissima che, oltre a ledere un diritto costituzionale degli alunni disabili, espone l’ente a pesanti rischi di risarcimento danni”.
Riccardo Zingaro
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