27/12/2024 08:57:56

Mense e trasporti scolastici, è bufera

Il Comune di Lucera spende oltre 400 mila euro all’anno per il trasporto scolastico di 57 bambini e ragazzi che abitano nelle zone rurali della città, vale a dire 7 mila euro a utente per l’intera annata, all’incirca 2 mila euro al giorno. È il dato che ha fatto emergere il consigliere comunale Fabrizio Abate durante la seduta di sabato scorso che ha fatto registrare l’approvazione del Piano del diritto allo studio. La discussione è stata tutt’altro che serena, perché l’esponente della minoranza ha cercato di mettere in difficoltà l’Amministrazione Pitta, invitata a trovare soluzioni di risparmio, tirandosi addosso però una lunga serie di strali dai banchi della maggioranza, con accuse di demagogia su un servizio pubblico che va garantito, nonostante la sua anti economicità.

Ed è andata anche peggio sul tema della mensa, perché nelle ultime settimane è successo ancora un po’ di tutto, con un diffuso malcontento di tutte le componenti coinvolte: i bambini lamentano cibo non sempre all’altezza, tanto che i genitori hanno chiesto e ottenuto un cambio di menù a partire proprio da lunedì scorso, le famiglie denunciano un numero di pasti non sempre adeguato all’utenza presente, oltre a denunciare difficoltà nel pagamento delle rette con il sistema automatico introdotto quest’anno con l’app RistoCloud, il Comune rileva diverse morosità e comunque un sistema di riscontro dei versamenti non proprio efficace, e in mezzo a tutto ci sono i dirigenti scolastici che cercano di contemperare con una certa fatica le esigenze e le posizioni di tutti. 
Una riunione celebrata di recente al Comune ha chiarito tutti i problemi ma non ha trovato tutte le soluzioni, nonostante la presenza determinata di mamme che hanno preteso miglioramenti su tutta la linea del servizio. 

Insomma, una serie di dissidi che finora non sono stati tutti appianati, ferma restando la posizione dell'ente di pretendere il pagamento obbligatorio anticipato delle somme per un servizio che viene definito “pubblico a domanda individuale”, a esclusione di un centinaio di bambini che ne fruiscono gratuitamente per reddito familiare.

“Si potrebbe arrivare all’avvio di procedure di recupero crediti”, recita una nota a firma congiunta dell’assessore all’Istruzione Maria Barbaro e della dirigente del settore, Domenica Franchino. Nella comunicazione è stata indicata la data del 20 dicembre come il termine ultimo per mettersi in regola con i versamenti o a disdire l’adesione già presentata.
“Nessun bambino verrà lasciato senza mangiare – ha ribadito con una certa veemenza l’esponente della Giunta – ma l’ente ha il dovere di procedere legalmente per recuperare le somme, sia per scongiurare una disparità di trattamento tra famiglie ma anche un danno erariale”.
Il riferimento non è stato velato, perché riferito a una circolare emanata dal dirigente scolastico del Bozzini-Fasani, Pasquale Trivisonne, il quale ha vietato al personale del suo istituto di occuparsi di questioni amministrative e di garantire il pasto a tutti gli alunni, a prescindere dalla regolarizzazione contabile delle rispettive famiglie.
“Il dirigente non ha voglia di fare – ha affondato il sindaco Giuseppe Pitta – e con quella comunicazione ha inviato un messaggio pericoloso, facendo credere che possa mangiare gratis anche chi non ne ha diritto”.

Riccardo Zingaro

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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