30/12/2024 17:31:15

L’acqua dei pugliesi resta pubblica

L’Autorità Idrica Pugliese ha deliberato a favore dell’affidamento diretto, ad una realtà interamente pubblica e partecipata dagli enti locali, della gestione del servizio idrico integrato dal 2026. L’in house ha prevalso, rispondendo meglio di altre soluzioni agli indicatori di convenienza, efficacia, efficienza e sostenibilità economico-finanziaria: è in grado di garantire, secondo le risultanze tecniche poste alla base della decisione, soluzioni soddisfacenti in termini di qualità ed universalità del servizio, rispetto ad altre forme di gestione miste o aperte al mercato.  
“Abbiamo ascoltato le comunità e, guardando al loro benessere e dopo un’attenta analisi – ha spiegato il presidente dell’Aip, Toni Matarrelli – abbiamo deciso che l’affidamento in house offrisse maggiori benefici non solo dal punto di vista economico, ma anche rispetto alla qualità del servizio, all’efficienza e all’impiego ottimale delle risorse pubbliche, nella gestione di uno dei più complessi ed estesi ambiti territoriali ottimali in Italia, con oltre 4 milioni di cittadini serviti. Con questa scelta, garantiremo anche la piena partecipazione dei cittadini pugliesi, attraverso l’elezione dei propri rappresentanti, ai processi decisionali e di controllo del soggetto che gestirà il bene più prezioso in dono all’umanità. Ora possiamo individuare il gestore e, previa verifica della sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa, disporre entro giugno del prossimo anno l’affidamento del servizio idrico integrato”. 

Un iter che per completarsi richiede la cessione ai Comuni di una parte (il 20%) delle azioni di Acquedotto Pugliese, attualmente detenute (al 100%) dalla Regione Puglia, per rispettare i presupposti della gestione in house e preservare la totale natura pubblica dell’azienda, che è stata intanto dichiarata con legge dello Stato società di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, l’unico acquedotto in Italia, prevedendo che uno dei componenti dell'organo di amministrazione ed uno dell'organo di controllo siano designati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

“La soluzione in house era e si è rivelata – ha aggiunto il presidente di Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia – la scelta migliore per il territorio e le comunità. Il riconoscimento del Governo, che ringrazio, sull’importanza strategica nazionale di Aqp come azienda e non solo come infrastruttura, valorizza inoltre la buona gestione dell’acqua in Puglia da parte del pubblico, sfatando il mito secondo cui un privato è a prescindere più efficiente. Lo schema Regione-Aip-Aqp funziona”.

Ora, entro 60 giorni dall’entrata in vigore Decreto Ambiente (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16/12/2024), l’Assemblea dei soci di Aqp dovrà adottare le modifiche statutarie prescritte dall’art.3, comma 2-bis (organo amministrativo composto da un numero di componenti non superiore a sette; almeno uno dei componenti del Consiglio d’Amministrazione ed almeno uno dei componenti dell'organo di controllo della società di designazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Ulteriori modifiche delle clausole statutarie di AQP si renderanno necessarie per adeguare la struttura societaria alle caratteristiche proprie di un soggetto in house (controllo analogo congiunto degli enti pubblici soci; fatturato superiore all’80% per attività espletate in favore degli enti affidanti; esclusione della partecipazione di soggetti privati dal capitale). 
La Giunta regionale dovrà poi procedere al frazionamento dei titoli azionari di Aqp detenuti e a deliberarne il trasferimento, a titolo gratuito e nella misura massima del 20%, in favore dei Comuni pugliesi in base al piano di riparto.
Tutti i singoli Consigli comunali, infine, potranno adottare quindi una formale delibera di accettazione delle partecipazioni societarie in Aqp trasferite loro dalla Regione, per la costituzione di società veicolo utile all’efficace esercizio del controllo analogo di Aqp da parte degli enti locali pugliesi.
Completati tutti i passaggi, entro il 30 giugno 2025 Aip potrà disporre quindi l’affidamento del servizio idrico integrato per 20 anni ad Aqp, se quest’ultima potrà essere configurata come una società in house dei Comuni (secondo il modello del cosiddetto “in house a cascata”) e della Regione Puglia. In particolare, Aqp dovrà rispondere ai requisiti richiesti dalla normativa europea e nazionale per la configurazione del modello in house, tra i quali: proprietà interamente pubblica, controllo analogo congiunto e limite di fatturato dell’80% in favore degli enti affidanti.

Red. 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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