Scuole lucerine salve, altri indirizzi al Convitto
La Giunta regionale ha deliberato il sospirato piano di dimensionamento scolastico, ma il provvedimento non corrisponde esattamente alle aspettative della vigilia, anche a seguito delle bozze e ipotesi circolate ufficialmente negli ultimi mesi.
C’è da dire subito che Lucera si è salvata per il secondo anno consecutivo, rispettando quindi le attese che vedevano l’esclusione da ogni intervento sia per l’istituto comprensivo Bozzini-Fasani che per l’Itet Vittorio Emanuele III, cioè le due scuole che potevano essere interessate per minor numero di alunni nei rispettivi settori.
L’argomento si è prestato alla nuova tornata di medaglie autoattribuite anche da chi aveva sostenuto fino all’ultimo l’esatto contrario o da chi non aveva preso una posizione chiara, ma si tratta di situazioni a cui ormai i cittadini sono tristemente abituati nell'ambito di una continua campagna elettorale.
A ogni modo, si è visto che c’è chi sta peggio, sebbene in Puglia le autonomie soppresse siano rimaste 18, come da indicazione iniziale che ne richiedeva 4 per la provincia di Foggia. Le dotazioni regionali sono queste: 569 scuole quest’anno, 565 l’anno prossimo e addirittura 557 nel 2026-2027.
E’ stata confermata la soppressione dell’istituto comprensivo “Monti dauni”, con sede a Celenza, che viene smembrato, con relativa redistribuzione sui due superstiti nelle vicinanze. Il Roseti di Biccari avrà competenza anche sui centri di Motta Montecorvino e Volturino, mentre aveva già Alberona e Roseto, per un totale di 406 alunni (numero che consente il mantenimento anche su area montana), mentre il Mandes di Casalnuovo Monterotaro prenderà in carica pure Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Pietramontecorvino e San Marco La Catola, per un totale di 790 alunni. Il Salandra di Troia “resta” con pure Castelluccio Valmaggiore, Orsara e Faeto.
La situazione più sorprendente ha riguardato soprattutto il Gargano, specie con Vieste dove è stato effettuato d’imperio (proposto senza motivazione apparente dal vice presidente della Giunta, Raffaele Piemontese) l’accorpamento dei due istituti secondari, frutto di una quanto mai realistica contrapposizione politica con il sindaco e presidente della Provincia, Giuseppe Nobiletti.
Ma “operazioni” poco comprensibili si sono viste anche a San Nicandro, Cagnano, San Giovanni Rotondo, anche in senso contrario, come la mancata fusione tra il liceo Maria Immacolata e l’istituto professionale alberghiero Michele Lecce, nonostante tutto facesse presagire un provvedimento di questo tipo, avallato da tutti gli organi competenti.
A Foggia, decisioni diverse per situazioni simili: non ci sarà la fusione tra la scuola media Murialdo e il circolo didattico San Giovanni Bosco, mentre è stata disposta quella tra il circolo didattico San Ciro e l’istituto comprensivo De Amicis-Pio XII, con una popolazione di 1.210 alunni.
E per l’anno prossimo c’è già una bella ipoteca su un altro paio di situazioni a breve scadenza, perché tra le ipotesi di fusioni c’erano anche quelle dei licei Zingarelli-Sacro Cuore e Einstein di Cerignola assieme all’Itet Dante Alighieri, così come l’istituto professionale Di Sangro-Minuziano Alberti con l’istituto tecnica Fraccacreta di San Severo.
Ma l’assetto scolastico per il prossimo settembre cambia anche in relazione all’offerta formativa che i singoli istituti sono autorizzati a fornire ai propri studenti, vecchi e soprattutto nuovi, diurni e serali. La delibera di Giunta regionale ha fissato paletti anche su questo argomento, a seguito delle richieste arrivate dalle rispettive dirigenze.
Al Convitto Bonghi, per esempio, che ha già una classe distaccata all’interno del carcere con l’indirizzo alberghiero, sono stati autorizzati gli unici nuovi corsi serali di tutta la provincia: "Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera” (biennio comune), “Enogastronomia” (triennio) e "Manutenzione assistenza tecnica".
Riccardo Zingaro
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