Cosa fare con i 3 milioni di Maia

Gli oltre 3 milioni di compensazioni ambientali “promessi” al Comune di Lucera da Maia Rigenera (diventata Bioripa), in cambio dell’autorizzazione (già data) per la costruzione del suo sospirato impianto di biometano accanto a quello esistente per il compost in contrada Ripatetta, ha provocato un bel dibattito sul loro utilizzo concreto che, comunque, dovrebbe essere di "riequilibrio ambientale e paesaggistico". L’Amministrazione Pitta ha subito fatto il primo passo, mettendo per iscritto addirittura nella convenzione che l’obiettivo iniziale è il rifacimento di Piazza Matteotti con tutti i sottoservizi. Il progetto è già in fase di redazione da parte del solito architetto locale con la solita formula della "donazione", sperando che almeno stavolta risparmi l'acciottolato a uno dei luoghi più rappresentativi della città. Non è ancora chiaro di quale somma sia necessaria (non meno di un milione e mezzo), ma è realistico pensare che si possa fare anche altro.
E allora la prima proposta è arrivata da Giuseppe Trincucci, cultore di storia locale che ha avanzato l’ipotesi di replicare la straordinaria esperienza di Manfredonia con la basilica di Santa Maria di Siponto, dove l’artista Edoardo Tresoldi ha realizzato un’installazione (e pluripremiata per qualità architettonica e originalità scenica) che riproduce l’antica chiesa paleocristiana con soli fili metallici.
Il medico lucerino ha immaginato che si possa fare altrettanto con il Palatium federiciano, idea che peraltro andrebbe provocatoriamente verso la conservazione di un edificio che ha urgentissimo bisogno di interventi di recupero e restauro prima del suo rovinoso disfacimento.
“Quella opera ha richiamato sul sito migliaia di turisti con picchi fino a 100 mila presenze – ha detto il medico lucerino – e il vicino parco archeologico interessa un'area vastissima e in cui lavorano da mesi decine di professionisti. Diventerà uno dei più importanti in Puglia. Qua invece si continuano a rifare strade in luoghi abitati da dieci famiglie. Io credo che la cittadinanza dovrebbe essere ‘attiva’ sempre e non solo in campagna elettorale. E visto che si parla di cultura e di turismo, potremmo anche pensarci perché i soldi ci sono e si potrebbe pensare a qualcosa che lasci un segno significativo durevole, attrattivo e con un ritorno di immagine per la nostra città”.
Rimanendo in argomento, Alessandro De Troia ha proposto la stessa cosa ma per il palazzo di Carlo I, ubicato al centro della fortezza ma del quale restano solo le fondamenta. In realtà ferite sanguinanti vengono ritenute anche la fruibilità del Teatro Garibaldi (per il quale il problema non sarebbe tanto economico quanto di capacità gestionale della questione delle norme di sicurezza) oppure della Biblioteca comunale, per la quale i pochissimi testimoni che hanno avuto accesso agli archivi parlano di una situazione scandalosa in termini di conservazione del patrimonio librario.
Uscendo fuori dall’ambito monumentale, invece, non mancano suggerimenti più a beneficio diretto della collettività, come una piscina all’aperto, sul modello di quelle (affollate) già presenti ad Alberona e Volturino, magari utilizzando il sito dell’ex Alghisa su cui la comunità dovrà comunque interrogarsi per il futuro dopo la rimozione di tutti i rifiuti.
“Una struttura comunale potrebbe dare un servizio ai cittadini e accoglienza ai visitatori – ha rilanciato Antonio Ferrante – con le stagioni estive sempre più lunghe e sempre più calde. La realizzazione in un bel posto pieno di verde sarebbe un punto a favore per il paese più grande dei Monti dauni”.
Questa seconda idea naturalmente presenta già un dubbio in relazione alla sua eventuale gestione di un complesso che potrebbe prestarsi a svariate attrazioni, argomento tutt’altro che semplice, considerati i disastrosi trascorsi recenti per stadio e palasport, tra ammanchi, furbizie e inerzie amministrative, per non parlare dei chioschi della Villa comunale ancora chiusi e senza una destinazione edilizia e commerciale.
Ma siccome sembra che la traccia sia tutta di carattere “stradale”, spina nel fianco di ogni città, c’è chi pensa al completamento di Viale Castello, mentre Michele Del Giudice ha subito rilanciato con qualcosa di più personale: “Hanno detto che le compensazioni verranno usate solo così, e allora gradirei che venga rifatta la via di casa mia, opera rimandata di anno in anno e già approvata dal Comune. Si è abbassata e non riusciamo ad entrare nei garage, a camminare, abbiamo problemi con la fogna visto che è sceso tutto e ci sono infiltrazioni nelle cantine”.
Ad applicare però alla lettera gli obiettivi delle somme da incamerare, il suggerimento più aderente (e quanto mai necessario) è quello di Antonella Salvatore che ha invocato sistemi di recupero e riutilizzo delle acque piovane.
La fotografia del lucerino medio e pratico, tuttavia, l’ha scattata un certo Luigi Ti che su Facebook ha fulminato la discussione con una frase che dice tutto: “Io sto senza marciapiedi”.
Riccardo Zingaro
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