Dai Monti dauni la scossa a Fratelli d’Italia

I maggiorenti di Fratelli d’Italia in Capitanata vanno d’amore e d’accordo. Lo si era visto in occasione del primo appuntamento di #Confronti tenutosi proprio a Lucera due settimane fa, ed è stato confermato anche visivamente domenica scorsa, quando il presidente provinciale e consigliere regionale Giannicola De Leonardis e l’onorevole Giandonato La Salandra hanno tenuto ad arrivare insieme al congresso cittadino dove poi è successo un po’ di tutto. All’incontro era presente anche la senatrice Annamaria Fallucchi, e due sindaci dei Monti dauni come Massimo Venditti di Celenza e Nicola Gatta di Candela. Nel frattempo sono state decise le assegnazioni di tre presidenze onorarie a Mario Tetta e Biagio Russo per l’impegno mostrato nella fondazione del circolo, e a Giambattista Nassisi per la lunga militanza politica, oltre alla costituzioni di gruppi di lavoro e deleghe tematiche.
“Vogliamo attiare i semplici cittadini che, indipendentemente dalle bandiere e dagli schieramenti, non si riconoscono nei metodi illiberali e clientelari di gestione della cosa pubblica propalati dall’attuale Amministrazione e che credono sia possibile guardare oltre il desolante scenario politico-amministrativo che governa la nostra città, bisognosa di un’alternativa”.
Ma la dirigenza meloniana difficilmente si sarebbe potuto aspettare non solo il litigio tra il neo segretario cittadino Antonio Di Battista e il sindaco Giuseppe Pitta che ha lasciato anzitempo i lavori, stizzito per gli attacchi subiti, e neppure le bordate arrivate da due ex primi cittadini dei Monti dauni.
Il primo a mettere pepe alla discussione è stato Rino Lamarucciola di Pietramontecorvino che era stato invitato a intervenire proprio da De Leonardis, anche se lui aveva mostrato di volersi sottrarre, precisando comunque subito di non essere iscritto al partito. Dopo pochi secondi si è capito il perché: “Anche oggi vediamo che esiste una mozione unitaria, così come accaduto a livello provinciale – ha detto – ma questa situazione soffoca le diversità delle idee e impedisce l’emersione di una discussione costruttiva. Non ci siamo ancora chiesti pubblicamente perché abbia perso le elezioni nella città di Foggia. E poi non vedo adeguata attenzione per la nostra Area interna, in un sistema della Capitanata che è fortemente differenziata in tre zone da considerare con le sue specificità (Gargano, Monti dauni e Tavoliere, ndr), ma se pretendiamo di guardarle tutte alla stessa maniera, significa che non facciamo un buon servizio ad alcuna. Sul nostro territorio, inoltre, i piccoli circoli che c’erano un tempo sono spariti, per cui propongo di confluire tutti su Lucera come centro attrattore, ma bisogna stabilire quale deve essere il suo ruolo in questo momento storico. Per esempio, sul dossier di Lucera Capitale mi sono sforzato di averlo, per leggere e capire quali fossero i reali contenuti. Una parte è ancora oggi segreta, quella più importante dei progetti, e so bene che non è stato mai sottoposto nemmeno al Consiglio comunale e perfino al Comitato dei Promotori che ha raccolto i soldi. Ancora oggi non abbiamo capito quale sia il ruolo dei borghi in questa iniziativa, perché mi pare di capire che non ci sia molto spazio. Eppure gli aspetti culturali possono giocare una funzione forte di sviluppo, questa era un’occasione importante che mi pare non sia stata sfruttata”.
Subito dopo è arrivato un affondo da parte di un’altra “mente” della destra di Capitanata che però non ha ancora fatto capire quale ruolo dovrà e potrà recitare nel breve e medio termine, dopo 15 anni alla guida della comunità di Biccari.
“Io rilevo che ci sono tracce di lavoro del Governo nazionale che però non trovano seguito sui nostri territori – ha aggiunto Gianfilippo Mignogna – e per esempio mi riferisco alla intuizione politica della ‘Sovranità alimentare’. Su questo tema c’è tanto da fare e sviluppare, partendo proprio dai prodotti provenienti dai nostri piccoli Comuni, e la stessa cosa si può dire della ‘sicurezza energetica’ per la quale le aree rurali svolgono una funzione fondamentale. E’ doveroso individuare quali siano le reciprocità e contributi che i nostri territori possono dare al Paese e viceversa, e quindi se la Capitanata viene ritenuta strategica in questi settori, poi si deve vedere materialmente. Invece non siamo competitivi nelle grandi città, alla Provincia e in Regione non so come finirà, nonostante abbiamo dalla nostra parte un governo nazionale forte, una leader indiscussa e temi importanti su cui lavorare. Spero almeno che la riapertura del tribunale rappresenti un elemento di reale differenziazione”.
Riccardo Zingaro
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