Pitta trova i numeri ma non ha vinto lui

La settimana più difficile degli ultimi tre anni dell’Amministrazione Pitta si è conclusa nello stesso posto dove era cominciata, cioè nella sala consiliare di Palazzo Mozzagrugno. Nella seduta di giovedì sera è sembrato andare tutto liscio nelle sole due ore di lavori, durante i quali sono stati affrontati e approvati in maniera fulminea ben tre argomenti in materia urbanistica (tra cui la variante per l’adeguamento al piano regionale per le ristrutturazioni edilizie e l’attivazione della procedura per un nuovo regolamento edilizio comunale), mentre un quarto è stato rinviato per “ulteriori approfondimenti”. Ed è paradossalmente questo l’aspetto più importante dell’intera vicenda.
Perché in politica bisogna guardare sicuramente i numeri, e quelli c’erano, anche se non al completo. Ma bisogna guardare anche le facce e il linguaggio del corpo, e rispetto al recente passato questi erano decisamente diversi tra i componenti della maggioranza che aveva già fatto saltare l’appuntamento di lunedì pomeriggio per mancanza del numero legale. L’incrocio di nomi, date e intenzioni è fondamentale per comprendere chiaramente quanto i problemi intorno al sindaco non siano affatto rientrati del tutto, come si vorrebbe ostentare e come era stato spocchiosamente annunciato con una nota di martedì pomeriggio che recitava testualmente: “La maggioranza, nella sua totalità, comprensiva di tutti i gruppi consiliari costituiti, dei consiglieri comunali indipendenti, della Giunta nella sua interezza, prende fortemente le distanze dalle chiacchiere e le strumentalizzazioni che si leggono a mezzo stampa negli ultimi giorni, smentendo e condannando senza mezze misure i contenuti, politici ed amministrativi. Il Consiglio comunale del 27 febbraio dimostrerà in modo plastico la piena adesione al percorso politico dell’Amministrazione Pitta”.
Era chiaramente un autogol, ma bisognava attendere qualche giorno prima che lo capissero anche i promotori dell’iniziativa, nonostante avessero avuto oltre 24 ore per raccogliere (veramente?) tutte le firme. Quello che non avevano ancora raccolto, invece, era la necessaria lucidità dopo aver letto su Luceraweb tutti i retroscena di una crisi pesantissima scoppiata sabato mattina a Corso Garibaldi e che ha portato Giuseppe Pitta a pensare seriamente alle dimissioni, dopo aver salutato tutti uscendo dalla chat Whatsapp. Questa decisione ha fatto il giro della città in pochi minuti, nonostante l’apparente riservatezza, e ancora oggi si continuano a cercare invano gli autori della fuga di notizie che figurano beatamente tra i sottoscrittori di quella improvvida comunicazione.
La riunione pomeridiana con alcuni fedelissimi ha poi risollevato lo scoramento personale (ed elettorale) rilanciando le ambizioni della riconferma, trascorrendo i giorni successivi per andare a cercare uno a uno tutti i membri della coalizione, compreso chi aveva vantato e promesso gesti e posizioni di rottura, portando tutti a maggiore convincimento, almeno momentaneo e sicuramente apparente. Non si è visto così tanto entusiasmo, nonostante il totale silenzio della minoranza, nel fare passare per esempio la “sdemanializzazione” di un tratto di strada di 80 metri, al costo di 42 mila euro, necessaria per favorire l’attuazione di un nuovo Piano Urbanistico Esecutivo nel quartiere Lucera 2, nel quale dovrebbe trovare spazio un’altra media struttura media commerciale destinata alla grande distribuzione, proposta dalla Favial di Cerignola e rappresentata da Antonio Roscino.
Del resto, basterebbe scorrere la lista degli assenti per vedere che l’unica cosa “plastica” era la maggior parte dei volti, e non certamente quella “piena adesione” auspicata ma non registrata dal segretario generale Gianluigi Caso al momento delle votazioni.
Raffaele Iannantuoni, infatti, non è stato presente per tutta la durata dei lavori, salvo comparire improvvisamente in aula 40 secondi dopo la loro conclusione decretata dal presidente Pietro Di Carlo, il quale non aveva comunque ricevuto alcuna comunicazione preventiva di giustifica da parte del diretto interessato. Si dirà che sarà stata una casualità provocata da un contrattempo. Tutto può essere, così come il fatto che magari volesse solo assicurarsi di ritirare anch’egli la borraccia regalata da Acquedotto pugliese, distribuita proprio a fine Consiglio a tutti gli aventi diritto, cioè consiglieri e assessori.
E chissà che la circostanza sia coincidente con il fatto che proprio Iannantuoni, il quale esprime in Giunta l’assessora ai Lavori pubblici, Daniela Pagliara, da molti ritenuta una delle esponenti più efficienti ed efficaci dell’intero esecutivo, la settimana scorsa avesse proposto in commissione consiliare il rinvio dell’argomento legato alla proposta della ditta Ine Vaccarella di Bolzano che vuole realizzare un mega impianto di agrivoltaico, su una superficie di 50 ettari al confine con il territorio di Foggia, e per il quale il soggeto privato è chiamato a corrispondere una somma di 1,6 milioni di euro a titolo di compensazioni ambientali. Questa cifra dovrà essere però spesa direttamente, senza passare dalle casse comunali, senza gara d’appalto per la progettazione e la realizzazione di opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica, comunque ancora da individuare.
Iannantuoni ha ottenuto ciò che voleva senza nemmeno essere ufficialmente presente, per cui se si volesse cercare un vincitore di questa settimana bisognerà guardare a lui e non certo a Pitta, anche se per il momento l’unico premio guadagnato è semplicemente una borraccia.
Riccardo Zingaro
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