Orsara nuova Città dell’Olio (e del Bio)

Al Comune di Orsara di Puglia, domenica 9 marzo, sarà consegnata la Bandiera di Città dell’Olio che ufficializza il suo ingresso nella rete nazionale che valorizza e promuove la loro vocazione olivicola e olearia. La cerimonia pubblica di consegna si svolgerà nell’aula del Consiglio a partire dalle ore 11.
I temi dell’incontro, aperto alla partecipazione dei cittadini, saranno introdotti dai saluti istituzionali del sindaco Mario Simonelli e del consigliere comunale delegato all’Agricoltura Michele Terlizzi.
Dopo l’intervento del cuoco orsarese Peppe Zullo, prenderanno la parola i rappresentanti dell’associazione nazionale Città dell’Olio: il vice presidente nazionale e coordinatore per la Regione Puglia Cesare Troia; la coordinatrice per la provincia di Foggia, Rosanna Ciuffreda; e Vanni Sansonetti, segretario del coordinamento per la Regione Puglia.
Orsara di Puglia ha un’antica tradizione legata alla produzione di olio d’oliva che, negli ultimi anni, è interessata da importanti segni di innovazione e ammodernamento. L’adesione all’associazione Città dell’Olio, infatti, è stata decisa per accogliere un’istanza del territorio, visto che molti giovani orsaresi stanno investendo nell’olivicoltura. Il territorio di Orsara di Puglia conta oltre 20mila piante d’olivo. Le cultivar più diffuse sono l’Ogliarola dei Monti Dauni, la Coratina e il Leccino. Il clima particolarmente favorevole e il terreno ricco di selenio contribuiscono a una produzione molto qualitativa di olive dalla cui molitura, poi, si ricava un olio extravergine ricco di polifenoli e con un’acidità attorno allo 0,2%. Gli oliveti dominano il paesaggio delle contrade rurali di Fornilli, Pannolino, Monte Maggiore, Pìscero. Le aziende agricole che producono olio sono numerose. All’ingresso del paese, è attivo un grande frantoio. Le imprese olivicole orsaresi esportano olio extravergine d’oliva in tutta Italia. L’ingresso nella rete delle Città dell’Olio rappresenta un primo step per dare sostegno al rilancio dell’olivicoltura anche in chiave turistica e al recupero dei terreni incolti. C’è un approccio innovativo da parte dei giovani produttori, orientato verso l’agricoltura biologica e la multifunzionalità.
Il prossimo obiettivo centrato è quello della rete nazionale “Città del Bio”. L’agro orsarese diventa quindi a tutti gli effetti un “bio-distretto”, cioè un’area che valorizza l’agricoltura sostenibile e i prodotti agricoli coltivati e ottenuti con metodi basati sul naturale ciclo delle stagioni e sugli standard più elevati di sicurezza alimentare e rispetto dell’ambiente, uno dei pochissimi Comuni pugliesi a far parte di tre importantissimi presidi, compreso Città Slow (la rete internazionale delle ‘città del buon vivere’ che promuovono e valorizzano tipicità, autenticità e salubrità delle proprie produzioni).
Non solo uliveti, vigneti, orti, grano, frutteti e allevamenti. Orsara di Puglia ha almeno due particolarità: l’elevatissima presenza nei propri terreni di selenio, sostanza importantissima per la salute umana e molto utile per prevenire le patologie correlate all’età, e una ricchissima biodiversità. La “mela limoncella”, per fare un esempio, è un frutto antico e rarissimo ancora presente, un vero “superfood”, vale a dire un alimento il cui consumo garantisce all’essere umano straordinari benefici per la sua salute e la prevenzione attiva di una lunga serie di patologie. E non si tratta dell’unica tipologia di frutto antico, perché esistono, infatti, diversi “ecotipi” per una lunga serie di frutti ormai quasi introvabili altrove: varietà caratteristiche di albicocche, uva di vitigni autoctoni, mele. E poi, ancora, legumi, asparagi, miele, erbe officinali. Sono stati e sono “la storia” della biodiversità del territorio, ma possono essere un pezzo importante del futuro di Orsara e dei Monti Dauni.
Red.
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