09/03/2025 21:06:38

Il serbatoio idrico si farà (?) ad Acquasalsa

Nella giornata di martedì prossimo, in Consiglio regionale si terrà una seduta monotematica sulla crisi idrica provinciale e regionale, invocata da Antonio Tutolo che a fine gennaio aveva occupato nuovamente l’aula di Via Gentile a Bari, assieme alla collega Rosa Barone, trascorrendo una notte al suo interno.
Ma i cittadini di Lucera sanno benissimo che la carenza di acqua è una contingenza già affrontata più volte negli ultimi anni a livello locale. Peraltro sta per arrivare proprio in questi giorni il 14esimo anniversario della più grande emergenza registrata dal dopoguerra a oggi in città, con l’intero centro abitato che rimase completamente a secco per cinque giorni, a causa della rottura a contrada Ripatetta della condotta sotterranea che cedette sotto il peso di una collinetta di materiale mai veramente definito, realizzata all’interno del perimetro dell’azienda di compostaggio che all’epoca si chiamava Bio Ecoagrim.

Quello fu l’episodio più drammatico, ma prima e dopo non sono mai mancati problemi e disagi per la popolazione, sia a livello cittadino che di singoli quartieri, alle prese con frequenti interruzioni causate da dispersioni improvvise e black out elettrici dell’impianto di sollevamento di contrada Acquasalsa.
E se proprio per questo presidio le cose sono decisamente migliorate a seguito di importanti investimenti tecnologici da parte di Acquedotto pugliese che è intervenuto con innesti in grado di assicurare un’erogazione pressochè costante, da oltre una decina di anni è diventata chiara un’esigenza della collettività, quella di disporre di un serbatoio idrico realmente dimensionato, cosa che non è ancora verificabile praticamente solo a Lucera in tutta la provincia: il Torrino di Via Pisacane e la sua propaggine sotterranea, risalente al 1927 e dalla capacità di scarsi 3.000 metri cubi, risulta insufficiente per far fronte alle circostanze critiche, assicurando un’autonomia di sole poche ore. Lo si è visto anche qualche settimana fa con l’interruzione improvvisa di qualche ora che ha però lasciato i rubinetti asciutti per un giorno intero.

Dal 2015, in effetti, ha cominciato a prendere corpo l’idea progettuale, condivisa tra il Comune che all’epoca era rappresentato proprio da Tutolo, l'Autorità Idrica Pugliese e Aqp, con la redazione di un primo progetto di fattibilità tecnica ed economica basato sulla copertura finanziaria di circa 4,7 milioni di euro, per la realizzazione di un altro serbatoio interrato da 8.000 metri cubi, capace di fornire acqua per almeno due giorni. 
Dopo alcuni anni di oblio operativo, un’accelerata era stata registrata nella seconda metà del 2020, quando Aqp aveva condotto verifiche per individuare la soluzione ottimale per l'ubicazione della cisterna, individuando un'area di proprietà di circa 6.000 metri quadri, adiacente al serbatoio esistente ma nei pressi della fortezza svevo-angioina, in Piazza Angelo Cuomo. Quella collocazione aveva effettivamente portato a una doverosa valutazione archeologica con l’esecuzione di indagini preliminari, a seguito delle quali la Soprintendenza ha chiesto espressamente una Valutazione di Impatto Archeologico per pianificare gli scavi preventivi, poi effettuati. A marzo 2023, dopo il ritrovamento di rifiuti, Aqp ha chiesto l'intervento del Comune per la loro rimozione per meglio svolgere le indagini che poi hanno portato a un risultato da molti temuto: l’area non era eleggibile per lo scopo, a causa delle evidenze archeologiche emerse e che puntualmente hanno generato un parere negativo della Soprintendenza arrivato dopo quattro mesi.

A quel punto è stata considerata la possibilità di spostare il serbatoio in un'altra parte della città, praticamente in quella opposta, facendo tornare in vita la soluzione originaria prevista accanto all’impianto di sollevamento di contrada Acquasalsa, per la quale sarebbero tuttavia necessari degli espropri di terreni.
Anche in questo caso, comunque, sono state effettuate nuove indagini archeologiche con approfondimenti geognostici, per le quali a ottobre scorso Aqp ha inviato i risultati alla Soprintendenza che non si è ancora pronunciata sull'idoneità del nuovo sito.
Sulla questione è intervenuto nuovamente Tutolo che ha sollecitato una risposta dagli uffici di Foggia: “A oggi non si conoscono i motivi del mancato avanzamento della procedura – si legge in una lettera – che considera l'urgenza di dare corso a un'infrastruttura vitale per la comunità di Lucera, soprattutto con l’aggravarsi dell’emergenza idrica che investe la Puglia. Si tratta delle realizzazione di un'opera essenziale per decine di migliaia di persone”.
La soprintendente Anita Guarnieri avrebbe assicurato attenzione particolare al dossier al quale manca sostanzialmente solo questo tipo di via libera per cominciare lavori quanto mai sospirati dall’intera comunità. 

Riccardo Zingaro

 

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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