03/04/2025 09:20:43

Le personalità illustri fuori da Lucera Capitale

Stimatissimo Direttore,
vorrei sottoporle alcune riflessioni a ridosso della manifestazione-spettacolo tenuta sabato 15 marzo al Teatro dell’Opera, per Lucera Capitale regionale della Cultura 2025.
Che ci sia stato finalmente questo avvio ufficiale è motivo di compiacimento per tutti ma anche di molta amarezza.
Nel corso dell’incontro, infatti, sono state ampiamente illustrate le bellezze della città: dal patrimonio storico artistico architettonico al richiamo di nomi e  di gruppi illustri, ma la percezione è stata che si siano trascurate o che si trascurino nel prosieguo delle attività o addirittura che si omettano, senza il dovuto ricordo e richiamo, tanti personaggi lucerini la cui fama ha superato i confini della terra di origine.
Qualche esempio luminoso: Colucci, Onorato, Mancini, Venditti, Preziuso e Umberto Bozzini. Quest’ultimo personaggio di così grande spessore culturale che, ancora oggi, qualcuno cerca di tenerne viva la memoria per i suoi meriti di cui fanno fede le opinioni di emeriti critici e letterarti di spicco (Gamberale, Oliva, Colucci, Piccolo, Croce, Prignano, De Matteis e De Martino con la sua Opera Omnia sull’autore).
In tempi passati Lucera seppe dedicargli una strada, un’erma, una scuola, riconoscendogli il grande prestigio internazionale per essere stato eccellente tragediografo, drammaturgo, poeta, prosatore, articolista ed attivo esponente del Consiglio comunale cittadino nei primi anni del ‘900 ed in competizione vincente con Gabriele D’Annunzio.
Da molti anni (1991) l’Associazione culturale e teatrale Mythos si è fatta promotrice di stimoli per divulgare la sua opera con molteplici iniziative tra cui: convegni, mostre, incontri letterari, rappresentazioni teatrali di diverse sue opere (Fedra, Manfredi, Georgica) fuori sede e nella splendida cornice del Teatro Garibaldi dove, di recente,  è stata affissa una targa commemorativa dei 100 anni della sua morte (1921), realizzata dall’architetto e designer Reno Ammendolea).
Di notevole importanza il ripristino, nel 2014, da parte dello stesso sodalizio del Premio Letterario Nazionale intestato al nome di Bozzini, giunto quest’anno alla sua XI edizione. È stato realizzato appunto al fine di favorire la conoscenza del letterato tra le giovani generazioni e la memoria riconoscente della città come bene culturale da far conoscere, difendere, custodire, per far emergere i valori.

Tramite il Concorso si sono avute opere e si sono avvicinate persone provenienti da tutta Italia e da oltre confine che hanno avuto modo di conoscere la città e di ammirarne i suoi tesori d’arte. Come si può evincere da questi brevi cenni, il personaggio Bozzini avrebbe potuto essere ricordato degnamente, se non con le parole, almeno con qualche immagine. Il nipote omonimo ne ha regalata una, in classica cornice d’epoca, all’Associazione che, a sua volta, l’ha donata al Comune. 
Sconcerta, dunque, l’omissione del ricordo che non favorisce certo la conoscenza di questo nostro concittadino illustre, soprattutto per le nuove  generazioni che si fanno sempre più tecnologiche, con il rischio di perdere le sensibilità umanistiche, assoluta fonte di equilibrio e di armonia sociale.
Ci si meraviglia, anche, del mancato coinvolgimento, nel gruppo organizzativo dei vari eventi, dell’Associazione sostenitrice dell’autore dimenticato e che tra l’altro da circa quarant’anni svolge servizio culturale solo a vantaggio della città di Lucera, senza alcun ritorno di immagine personale.
Nella galassia degli eventi annunciati sorprende, poi, l’inserimento di un monumento celebrativo dell’evento. Si ricorda, a proposito, che a Lucera la fortezza, l’anfiteatro, la cattedrale, il Garibaldi e le tante altre opere storiche ed artistiche sono dei giganti sacri rispetto ai quali nessun altro monumento può gareggiare in bellezza ed importanza, col pericolo, anzi, di risultare persino offensivo, appunto, per la sacralità dei luoghi. 

Da ultimo, non si può non rilevare che Lucera, città d’arte e cultura, come viene giustamente definita, si presenterà ai visitatori interessati, non nelle sue vesti urbanistiche migliori. Per l’avvenimento al quale mi riferisco, nulla o pochissimo è stato fatto per migliorare l’immagine della città: interi isolati hanno, anche nelle parti più nobili ed attrattive del centro storico, strade e marciapiedi sconnessi; caseggiati malmessi con pareti scrostate e scolorite; aiuole aride e senza fiori nella Villa comunale la cui artistica bianca “rotonda”, finissimo arredo urbano di un tempo, cade a pezzi.
Se di cultura si parla, in quale modo la si persegue?
Ci si augura, comunque, il meglio per tutto e per tutti.
Grazie dell’attenzione.
Con stima.
R.D.M.

Lei pone delle questioni che volano troppo alto rispetto al livello di piccolo cabotaggio con cui è stata impostata questa esperienza di Lucera Capitale. Noi stiamo scrivendo, rivelando, sollecitando, criticando (ma anche consigliando e aiutando in segreto) da oltre un anno e mezzo, con il risultato che solo negli ultimi giorni si sono manifestate e verificate le nostre pur sempre agevoli previsioni. 
Onestamente non ci voleva molto, ma tanta gente si è prestata a fare da comparsa muta, ostinandosi a non vedere e non cercare di capire cosa stesse accadendo e in quale direzione stesse andando questa iniziativa che aveva una genesi geniale, fantastica, ma con tempi di attuazione e capacità gestionali e politiche che avevano ben altri obiettivi rispetto a quelli che lei (e non solo lei) auspica.
Abbiamo sempre saputo che tutto si sarebbe ridotto a una mera e mirata distribuzione di fondi pubblici con cui allestire spettacoli e attrazioni, senza alcuna conseguenza strutturale in materia di cultura e salvaguardia del patrimonio a cui lei fa cenno. 
Ci sarà pure una pubblicazione su personalità illustri, ma finora è rimasta bella acquattata e senza che al momento siano noti i nomi di quelli che ne faranno parte. Comunque sia, dipende sempre da chi porta avanti la promozione di eccellenze locali, e del resto gli eventi dichiarati sulle figure di Emanuele Cavalli e Giuseppe Ar hanno alla fonte un unico suggeritore, non casualmente molto vicino all'organizzazione.
A ogni modo, il vero dramma è che questi concetti di “visione futura” non emergono semplicemente perché non esistono nella mente di coloro i quali dovrebbero favorirli, quindi non sarebbe nemmeno malafede, ma proprio assenza di contenuti personali di questo tipo.
Quanto all’estetica dei monumenti e dell’urbanistica cittadina, meglio tacere per carità cristiana, perché pure in questo caso non vede e non si indigna solo chi ha interesse a sottoporre un’altra realtà. 
Tuttavia i cittadini hanno un compito fondamentale, cioè far capire apertamente (e non più nascondendosi o disinteressandosi) che certe narrazioni ormai non funzionano più. Ce ne sono tanti che esprimono disagio privatamente, ma fino a quando vorranno rimanere fuori dal dibattito pubblico, la pressione su chi decide e manovra sarà assolutamente trascurabile e quindi inefficace. (r.z.)

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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