Pitta e Tutolo in attesa delle date elettorali

Si chiama “effetto farfalla”, quello per il quale un piccolo movimento in un dato luogo, può generare uno sconvolgimento in un altro molto distante. Questa cosa ovviamente viene associata soprattutto alla scienza e alla natura, ma a Lucera si potrebbe verificare a breve a proposito di questioni politiche e ancora di più elettorali, con la proiezione temporale dei prossimi dodici mesi.
Il ragionamento è un po’ complicato, ma chi sta dentro certi ambienti lo va facendo da settimane, con un certa dose di oggettiva credibilità. Il contesto iniziale dal quale si parte è questo: Giuseppe Pitta vorrebbe tornare a fare il sindaco di Lucera (con quale schieramentio poi si vedrà). Antonio Tutolo vorrebbe tornare al Consiglio regionale (in quale lista poi si vedrà). Entrambi arriveranno ai rispettivi appuntamenti dopo cinque anni trascorsi nelle proprie posizioni. Nel primo caso in realtà sarebbero almeno sei mesi in più da vivere alla guida di Palazzo Mozzagrugno, perché è stato già stabilito che per il Comune si voterà nella primavera 2026, dopo un mandato iniziato a ottobre 2020.
Tuttavia neanche queste rappresentano altrettante certezze assolute, ed effettivamente nessuno ha l’ardire di crederci fino in fondo, perché sono ancora tali e tante le variabili da considerare che nel giro di poche settimane potrebbe accadere ancora di tutto. Lo sanno benissimo soprattutto i diretti interessati che si stanno muovendo nelle direzioni ufficiali sostanzialmente dichiarate, comunque tenendo aperte tutte le opzioni al momento disponibili.
Cosa potrebbe far cambiare improvvisamente idea e strategia? Sicuramente le date non ancora stabilite dal Governo nazionale, specie nel caso della competizione regionale, indicativamente fissata per l’autunno. L’esito imminente del ricorso di Vincenzo De Luca in Campania a proposito del terzo mandato, e le tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia sulla primazia della scelta sul Veneto del successore di Luca Zaia (che guarda comunque con grande interesse al pronunciamento della Consulta) sono elementi che non forniscono né la certezza che si aprano le urne entro l’anno, e nemmeno che si chiudano definitivamente le ambizioni di uno come Michele Emiliano che al momento sembra essere disinteressato a fare il tris, dando spazio a quell’Antonio Decaro che finora sta facendo la sfinge a Bruxelles.
E quindi certi provvedimenti e cambiamenti di direzione hanno poi inevitabilmente risvolti concreti sui territori. Per quello di Lucera, lo scenario da sliding doors è inquadrato in questa maniera: se le regionali si terranno nel giro di sei mesi, Tutolo potrà cimentarsi con una certa disinvoltura per la corsa verso Bari, e solo in caso di mancata elezione, tornerebbe alla carica per la fascia tricolore, intaccando direttamente le ambizioni di Pitta, e magari attirando anche pezzi della sua stessa attuale maggioranza. Il sindaco in carica, peraltro, deve ancora risolvere un paio di questioni di non poca importanza, come la posizione di Forza Italia e soprattutto di chi è oggi un rappresentante azzurro in città, ma pure le inclinazioni non sempre gestibili di altri gruppi locali che non sarebbero completamente contenti dal suo approccio piuttosto accentratore visto sui grandi dossier, specie in materia di cultura, urbanistica e lavori pubblici. Pitta comunque ha dimostrato di muoversi agevolmente su tutto l'arco costituzionale, non si dimentichi che è andato ad "accogliere" Giorgia Meloni fino in Sicilia, prima di averla elogiata pubblicamente proprio a Lucera sulla gestione della geografia giudiziaria.
In caso di ritorno di Tutolo nel capoluogo regionale, invece, sarebbe Pitta ad avere vita più facile tra un anno esatto, con il primo più defilato ma comunque in grado di esprimere alcuni consiglieri a lui vicini, magari dopo aver beneficiato pure di un appoggio elettorale rigorosamente non dichiarato. Chissà che non diventi il primo passo di un auspicato ricongiungimento delle posizioni tra i due, che solo benefici potrebbe portare alla comunità locale, con un asse veramente saldo tra Comune e Regione sui grandi temi di interesse generale, guardando anche ai Monti dauni.
E se invece si votasse nello stesso momento? Allora si rimetterebbe tutto in gioco e questa volta non c’è nessuno in grado di prevedere cosa verrebbe fuori da un sostanziale rimescolamento di carte, liste, simboli, partiti e perfino appartenenze ai blocchi di livello nazionale.
Altre variabili ancora tutte da registrare sono quelle del centro-destra che non ha ancora fatto capire cosa vuole fare (da grande) e dove vuole andare, perché gli esponenti locali di Fratelli d’Italia e Lega si stanno parlando in maniera rarefatta, e senza considerare che nel frattempo si sta formando una mini coalizione di un paio di liste di centro in cui si ritrovano diverse sigle storiche e altre di civismo regionale. Partito Liberale, Democrazia Cristiana, Udc, Puglia Popolare, forse Lega e magari altri cespugli che guardano solo a destra. Tutti insieme potrebbero andare a ingrossare uno schieramento che al momento è però carente di un elemento fondamentale: una leadership condivisa e riconosciuta.
Riccardo Zingaro
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