Lucerino protagonista nel nuovo scandalo scommesse

Il nuovo capitolo dello scandalo delle scommesse dei calciatori, tra cui molti di Serie A, sta facendo nuovamente fibrillare il mondo del pallone italiano, con risvolti e retroscena ancora tutti da scoprire.
Tra le poche cose certe di questa vicenda c’è che uno dei protagonisti è anche lucerino, perché l’avvocato Vincenzo Scarano ha assunto la difesa di Pietro Marinoni, Tommaso De Giacomo e il socio Patrick Frizzera, tre dei principali indagati, non atleti, su cui la procura di Milano sta facendo accertamenti, in attesa del loro interrogatorio preventivo previsto in settimana, dopo aver già chiesto per loro l’arresto.
Il primo è un arbitro di calcio di Serie D, il secondo un accanito frequentatore di piattaforme di gambling, per i quali i pubblici ministeri ipotizzano ruoli di primo piano a stretto contatto con i giocatori di calcio che sono rimasti coinvolti. Almeno una dozzina di essi avrebbero sborsato cifre stellari, nell’ordine di centinaia di migliaia di euro, e nel caso di Nicolò Fagioli, ex Juve (già squalificato e ora rientrato con la Fiorentina), anche per una somma stimata in circa 3 milioni.
I clienti di Scarano respingono gli addebiti: il primo è amico della sorella di Sandro Tonali, (già squalificato pure lui) oggi in forza al Newcastle in Inghilterra, tra i primi a essere stato agganciato. Si tratta di una figura ritenuta fondamentale per l’inchiesta della Guardia di Finanza, poiché considerato promotore principale del sistema di scommesse, ma il legale riferisce che neanche la procura federale della Figc ha sollevato rilievi, smentendo anche la proprietà di una Porsche sulla quale è stato visto andare in giro, a fronte di un reddito annuo di 7 mila euro; De Giacomo, invece, si definisce solo uno che giocava tanto, comunque imprenditore del settore legale, e non un gestore di piattaforme illegali online insieme a Frizzera, il vero riferimento di molti di quelli che puntavano grosse cifre, specie sui tavoli di poker virtuali, ma anche di eventi sportivi, percependo una commissione.
Gli altri tre indagati sono i proprietari di una gioielleria del centro del capoluogo lombardo dove gli investigatori ritengono che i calciatori andassero a saldare i debiti con acquisti fittizi di orologi e preziosi, per sé stessi o per i compagni di squadra. Le fiamme gialle nei giorni scorsi hanno già effettuato un sequestro di 1,5 milioni di euro, tra contanti e denaro su conti correnti del negozio.
Red.
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