I funerali di Gianluigi Esposito

Solo il pianto (e le recriminazioni) della madre, e il rombo e i clacson delle tante moto che hanno prima accolto il feretro all’uscita dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie o poi hanno scortato il corteo funebre verso il cimitero, passando prima davanti alla sua abitazione.
Sono questi gli unici suoni percepiti in occasione delle esequie di Gianluigi Esposito, il 59enne di Lucera deceduto il 28 marzo scorso al Policlinico di Bari.
L’uomo ha avuto un malore nella clinica di riabilitazione dove era ricoverato, dopo aver fatto il giro di diversi ospedali e strutture sanitarie tra Roma e il capoluogo pugliese, a seguito delle gravi ferite riportate in un’aggressione subita per strada il 15 luglio 2024, quando stava facendo il suo lavoro di netturbino.
Nella giornata di ieri è stata effettuata l’autopsia affidata a due specialisti nominati dalla procura che poi ha disposto le restituzione del corpo, e alla funzione religiosa si sono presentati tanti parenti e amici in lacrime tra cui il gruppo di bikers di cui faceva parte, con la sua giubbia posta sopra la bara. In mezzo, la Moto Guzzi nera di proprietà di Esposito, fortemente personalizzata. Molti di questi indossavano una maglietta con la quale viene chiesta giustizia per il defunto, e una dichiarazione di rifiuto della violenza.
Per questa brutta storia, infatti, esattamente due mesi fa era stato arrestato un 29enne finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio che poi si è trasformata in omicidio (sebbene senza una classificazione precisa, tra volontario e preterintenzionale), proprio a seguito del decesso della vittima che lo aveva indicato come il suo aggressore, assieme a un’altra persona finora sconosciuta e che potrebbe raccontare molto altro rispetto a quanto finora noto. L’indagato è assistito dall’avvocato Giacomo Grasso e nell’interrogatorio di convalida del fermo si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Le motivazioni del gesto, secondo la procura, sarebbero associate a dissidi sul posto di lavoro già fissati in alcune denunce presentate in precedenza dall'aggredito per presunti atti persecutori commessi da alcuni parenti del presunto aggressore. La circostanza è stata di fatto confermata dalla famiglia che ha parlato di insulti e atteggiamenti omofobi subiti da Esposito addirittura negli anni e nei mesi precedenti.
Red.
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