Per avere un cane ci vuole il patentino

Tre sessioni nel fine settimana, tutte allestite alle biblioteca Bonghi, hanno costituito il corso per l’ottenimento del patentino per cani, un riconoscimento che risulta “strano” per tanti proprietari ma che a breve potrebbe divenire obbligatorio, così come lo è già in Lombardia ed Emilia Romagna.
L’iniziativa è stata promossa venerdì e sabato scorsi dall’Ufficio Benessere Animale e Randagismo del Comune di Lucera, con l’obiettivo di migliorare o avviare un corretto sviluppo della relazione con l’animale, per prevenire comportamenti indesiderati e consentire anche la sua integrazione nel contesto familiare e sociale.
Tra incontri teorici e dimostrazioni pratiche, le attività sono state condotte dalla dottoressa Marisa Carafa, veterinaria della Asl e specialista di Medicina comportamentale ed istruttrice riabilitatrice cinofila, assieme alla collega Isabella Paciolla e all’educatrice cinofila Raffaella Montrano.
Alla fine è stato somministrato un test di verifica sulla conoscenza e apprendimento degli argomenti trattati, ed è stato rilasciato un attestato a testimonianza delle competenze acquisite.
La dirigente del settore, Domenica Franchino, ha riferito della lusinghiera partecipazione di una trentina di persone, numero che sarebbe stato superiore alle attese, tanto da non far escludere una riproposizione in seguito, magari con una integrazione con un’altra giornata finalizzata a conseguire il "Patentino per cani speciali" per proprietari di razze tipo terrier, bull, molossoidi e simili.
Luceraweb si è fatto spiegare l’importanza di questo tipo di istruzione direttamente da Carafa: “Il patentino serve per educare il padrone a un possesso responsabile dell’animale – ha subito chiarito – perché gli episodi di aggressioni ci indicano una situazione di carenza del genere. Del resto, questo argomento è normato da un’ordinanza ministeriale che risale a oltre dieci anni fa, finalizzata alla tutela dell’incolumità pubblica. Molti proprietari umanizzano il rapporto con il cane, non riconoscendo che si tratta di un’altra specie rispetto alla nostra. Non conoscono la comunicazione che magari è basato su leggende metropolitane, alimentate da qualcuno che finora si è limitato a un possesso pluriennale che non è garanzia di perizia, non conoscono i loro fabbisogni, le modalità di conduzione, le regole di ingaggio. Questa situazione genera danni tra cani, e tra questi e le persone. In questo corso abbiamo spiegato gli aspetti etologici, perché noi dobbiamo cercare la collaborazione e non l’obbedienza che non fa parte del loro corredo comportamentale. Il cane è un animale sociale e collaborativo, immagina sé stesso all’interno di una squadra e noi su questo dobbiamo basarci, ricorrendo a gesti e posture appropriate e non parlarci tanto perché non serve a niente”.
r.z.
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