Pitta, Gifuni e la 'Primavera' gelata

Chi di media gioisce prima o poi di media perisce. Non basterà la carica di influencer arrivati nello scorso week-end per cancellare la bella cartolina di Lucera apparsa sabato mattina su Luceraweb e poi ripresa domenica a giornali nazionali unificati.
La lettera-denuncia di Fabrizio Gifuni ha provocato talmente tanti danni di immagine alla Capitale mondiale del pressappochismo e del tuttologismo che, paradossalmente, si spera in qualcosa di giornalisticamente più rilevante per archiviare la faccenda. Ma così non sarà.
Perché quanto rivelato dall’attore non è un incidente. È la dimostrazione finale che la macchina “Lucera Capitale” va in un’altra direzione e ha trasformato un’occasione culturale in una parabola tragicomica. Resterà consegnata alla storia della città lo spreco di un’opportunità unica che si era profilata per il rilancio e lo sviluppo della comunità, sotto diversi punti di vista.
Non c'è dubbio che negli ultimi otto anni Lucera abbia goduto di una grande visibilità mediatica grazie a Gifuni che ha sempre utilizzato ogni conoscenza e canale a sua disposizione per pubblicizzare la rassegna “Prima Vera al Garibaldi” abbinando, però, un certo storytelling con il quale lui avrebbe portato il verbo in una terra dove c’era solo il nulla culturale. Insomma: prima di lui, il vuoto.
Quella "Teoria del coccodrillo" era una narrazione umiliante per la città che cancellava a colpi di interviste su “Repubblica Bari” e “Rai3” anni e anni di proposte culturali e artistiche portate avanti con dedizione da altri promotori, con nomi peraltro non sempre meno altisonanti del suo. Tutti zitti, proni e adoranti. Tranne Luceraweb, ovviamente.
Ma alla fine, nel giorno in cui la primavera ha dato spazio all’estate, anche Gifuni si è schiantato contro il muro della saccenza, della spocchia e dei silenzi, tra mail inevase, calendari fantasma, richieste ignorate e manovre sempre meno segrete e sempre più insopportabili. Ora si grida allo scandalo.
Prima della sua, altre lettere e dichiarazioni avevano trovato spazio sui media, senza contare che, sulla fuffa di questa operazione, Luceraweb ha scritto decine di articoli, fin dal 4 luglio 2023 quando tutto iniziò con la delibera della Giunta Pitta, annunciata all’anfiteatro proprio davanti a Gifuni che stava presentando, manco a farlo apposta, quella edizione di "Estate Muse Stelle" (in alto la foto).
Le lamentele locali sono state poi quasi sempre aggiustate con pochi spiccioli per qualche evento, e nel frattempo la maggior parte degli organizzatori che non è rientrata nel circolo tace in pubblico e mormora alle spalle. Non si sa mai…
Fabrizio Gifuni, che per fortuna sua non ha bisogno di cedere a compromessi, né di altre promesse, ha deciso di abbandonare la scena e di scrivere l’atto finale con un colpo di grazia per l’Amministrazione Pitta che ha messo in piedi un bulldozer burocratico e amministrativo ma soprattutto una perfetta macchina mangia denaro, fino a raggiungere la stima di 2 milioni di euro.
Alla fine quell’ingranaggio autoimmune ha frantumato pure la sua pazienza, giustamente non ne ha potuto più e ha dato mandato di procedere con l’operazione sputtanamento. Di cui in un primo momento, manco a dirlo, è stato accusato Luceraweb, complice di chissà quale complotto. Perché evidentemente è più facile scaricare le colpe sugli altri che guardare a sé stessi. Ma tant’è che nel giro di qualche minuto i social si sono riempiti di commenti di ogni specie. Lucera nel fango. E tanti a rotolarcisi.
E ora come se ne esce? Dai momenti di crisi dovrebbero scaturire una qualche riflessione che porti se non a una crescita, almeno a un miglioramento. Ma la storia della città insegna che non è mai accaduto e quindi il mostro dal meccanismo perfetto non si fermerà davanti a nulla. “Lucera Capitale” ammaccata andrà avanti per la sua strada, pronta ad accogliere ciurme di influencer che pubblicizzeranno una città da sogno coi vermi dentro e il patrimonio storico-artistico (bagni compresi) in parte inaccessibile. E tanti lucerini condivideranno entusiasti ogni reel luccicante, credendo di compiere chissà quale opera di divulgazione del nulla artefatto.
Tra sei mesi, quando la giostra sarà spenta, la città si ritroverà ancora più misera e disillusa. Con ancora i soliti pochi appuntamenti culturali di nicchia e tanti eventi acchiappa-consumazioni. Perché, diciamocelo, più o meno volutamente si è sempre confusa la cultura con il turismo e la ricaduta economica con gli incassi dei bar e ristoranti, soprattutto del centro.
E dopo l’ubriacatura del 2025, Lucera, nobildonna in disgrazia da secoli, metterà l’ennesima toppa all’abito logoro e andrà avanti. Guardando l’orizzonte, senza ancora una meta ma con un nome da votare.
Riccardo Zingaro
(Luceraweb – Riproduzione riservata)