25/06/2025 08:05:58

Le grane Pd sul caso Gifuni

In questa storia di Lucera Capitale fin dall'inizio è stato visibile e preponderante il marchio del Partito Democratico. Provinciale e regionale però. Quello locale è stato scavalcato, ignorato e per certi aspetti umiliato. Dopo la lettera di Fabrizio Gifuni ora è anche terremotato, perché la prima conseguenza concreta è rappresentata dalle dimissioni di una componente del direttivo cittadino recentemente costituito con l'elezione del nuovo segretario Ivano Di Matto.
“Care compagne e cari compagni – ha fatto sapere Lucilla Calabria - la vicenda surreale di Lucera Capitale ha creato una voragine di difficile gestione e noi, che esprimiamo il vice sindaco e tre consiglieri comunali di cui uno presidente della Commissione Cultura, siamo corresponsabili di questa esperienza non proprio brillante alla quale io stessa avevo creduto e ritenuto una opportunità di rilancio della nostra città. Da sabato sono subissata da richieste di una parola da parte del Pd sulla vicenda e il nostro silenzio è un macigno, sono nostri elettori e persone di area quando non nostri iscritti, e non aver parole di chiarezza da dire svuota di significato la mia militanza. Persone alle quali a settembre andremo a chiedere il voto. Rassegno pertanto le mie dimissioni dal direttivo, la mia permanenza non ha più senso. Il Pd rimane il mio partito, non c'è altra casa in cui riconoscermi, come rimangono il tempo e le iniziative a cui mi sono dedicata. Ringrazio il segretario per l'opportunità che mi ha dato, ringrazio le compagne e i compagni ma non rinuncerò mai alla mia autonomia di pensiero”.
In effetti Calabria non ha mai nascosto il malessere per la conduzione delle attività ritenute troppo distanti da una reale promozione culturale di Lucera, e si era già esposta più volte sull'argomento, pur organizzando per esempio a novembre scorso un incontro tra tutti i sindaci pugliesi che avevano già svolto questo ruolo regionale, assieme a quello di Procida che nel 2022 era stata capitale italiana.

E non finisce qui, perché le recenti dimissioni di Antonio Dell'Aquila proprio da presidente della commissione consiliare Cultura avevano fatto pensare a qualche forma di velato dissenso, ma solo successivamente si è scoperto che lui dopo tre anni si è improvvisamente accorto di svolgere già il ruolo di capogruppo Pd, e quindi si è fatto da parte per dare spazio ad Antonella Matera, neo dem da due mesi.
Solo che così lo scenario non migliora, perché quest'ultima direttamente nel Consiglio comunale del 14 gennaio scorso era stata durissima sull'argomento, parlando apertamente di un “Sistema Pd” per la gestione di Lucera Capitale: "A parte una valanga di soldi mai visti impegnati sulla cultura, non c'è uno straccio di visione futura di questa città sul tema. Così è stato per Monte Sant'Angelo (sempre con Pasquale Gatta come coordinatore, ndr) e non temo smentite. Stesso progetto, stessi autori, stesso canovaccio. La politica peggiore del Pd, clientelismo puro. Quanti di questi soldi andranno ad interventi strutturali nel settore? Zero assoluto. E per strutturali non intendo ristrutturazioni dei monumenti. Sfileranno artisti in tantissimi eventi a cui pure parteciperemo entusiasti e fiduciosi. Ma tra un anno? Parliamo di una città dove esercenti e imprenditori non sono mai riusciti a fare rete tra loro, necessiterebbero di una guida, un programma. Spero di sbagliarmi totalmente e sono pronta a ricredermi. Ero a Roma all'audizione, ho sempre tifato per questa che reputo una opportunità che capita una volta sola, da cogliere e sfruttare. Ho paura che possa restare un'occasione perduta se non utilizzata al meglio".

Presupposti tutt'altro che concilianti, quindi, e poi un'altra, ennesima, dimostrazione di quanto la politica e il Partito Democratico impregni tutta la vicenda, è data dal fatto che il sindaco Giuseppe Pitta abbia cercato l'intercessione niente meno di Michele Emiliano, chiamato a convincere Gifuni su un ripensamento che ovviamente non c'è stato, anche perché l'attore aveva già disdetto tutti gli accordi verbali presi con gli artisti contattati (a partire da Luigi Lo Cascio), ai quali avrebbe dovuto indicare una data precisa che fino a metà giugno non aveva ancora potuto avere da Gatta.
Il resto è storia, equilibri e cautele lessicali dei novelli indignati e contestatori che restano comunque quasi tutti a disposizione del manovratore, naturalmente e soltanto “per il bene della città”.

Riccardo Zingaro

(Luceraweb – Riproduzione riservata)

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