De Palma multato, assolto e liberato

A distanza di poco più di sei mesi dall’accaduto, si è concluso il processo di primo grado a carico di Vincenzo De Palma, il 62enne lucerino che era stato arrestato il 9 dicembre 2024, assieme al figlio e al compagno della figlia.
L’uomo rispondeva di porto illegale e detenzione di esplosivi, dopo essere stato scoperto dai carabinieri mentre di notte stava stoccando un quintale di fuochi d’artificio legali e otto chili di altro materiale sotto forma di ordigni di fabbricazione artigianale, nel deposito di Via Magellano dove ha sede l’Ufficio del Giudice di Pace. Aveva le chiavi del vano perché facente parte della squadra del Comune di Lucera incaricata delle manutenzioni che proprio nel seminterrato ricovera i mezzi e ripone attrezzature e prodotti da utilizzare nelle attività quotidiane di lavoro.
Per l’occasione, era stato anche sospeso dal servizio, a seguito di provvedimento disciplinare emesso dall’ente di appartenenza.
La seconda sezione penale del tribunale di Foggia (presidente Mario Talani) ad aprile aveva revocato la detenzione ai domiciliari, disponendo l’obbligo di firma e di dimora in città, oltre al divieto di allontanarsi dall’abitazione nelle ore notturne. Tutte queste misure sono terminate a seguito della sentenza emessa martedì con cui è stato dichiarato colpevole del reato principale, ma riqualificato nella contravvenzione, con condanna a un anno e due mesi di arresto, 180 euro di ammenda e al pagamento delle spese processuali. È stato invece assolto dall’accusa di ricettazione, perché il fatto non sussiste.
In questo procedimento è stato assistito dall’avvocato Giacomo Grasso.
La merce era stata poi sequestrata e successivamente confiscata, anche perché fatta subito brillare in una cava, dopo essere stata presa in carico dagli artificieri dell’Arma. I colleghi della Compagnia di Via San Domenico avevano svolto un servizio di appostamento e pedinamento, sfociato nel blitz notturno, scattato per contrastare e reprimere la vendita illegale di botti e petardi, fenomeno come sempre dilagante in vista delle imminenti festività natalizie.
Verrà trattata in sede di appello, invece, la posizione degli altri due imputati che avevano scelto il rito abbreviato davanti al giudice monocratico, al termine del quale era stata inflitta loro una condanna a 2 anni e 4 mesi, con il riconoscimento del reato nella sua forma più grave, escluso invece dal collegio giudicante.
Red.
(Luceraweb – Riproduzione riservata)