Droga e armi, altri quattro ai domiciliari

C’erano ancora quattro indagati nell’indagine della Guardia di Finanza di Lucera che attendevano un pronunciamento da parte del tribunale del Riesame, al quale si erano rivolti tramite i rispettivi avvocati per chiedere l’attenuazione della misura cautelare a loro carico, visto che erano in carcere dal 10 giugno scorso.
Nella serata di ieri la Corte di Bari ha disposto le detenzione ai domiciliari anche per Valerio Palazzo di 51 anni (difeso da Giovanni Capparelli), Giuseppe Di Donna di 32 anni e Pasquale De Palma di 35 (Luigi Marinelli) e infine Antonio Scarano di 59 (Michele Dell’Aquila).
La scorsa settimana era accaduto lo stesso per Nicola Carmine Maddalena di 46 anni (avvocato Ivana De Leo), Severino Ciarelli di 31 (Ettore Censano), Antonio Pio Spatola di 25, Paolo De Luca di 39, Raffaele Guerrieri di 47 e Luigi Bevilacqua di 50, tutti difesi da Maria Carmela D’Aries.
Poi pure Pasquale Cignarella di 47 e Vincenzo Di Corso di 40 (D’Aries con la collega Cecilia D’Alessandro), Mario Selvaggio di 51 anni (D’Alessandro), anche se gli ultimi due erano già a casa, il primo per traffico di droga, il secondo a seguito del patteggiamento per la vicenda che lo ha riguardato personalmente a gennaio 2024, quella del fucile a canne mozze trovato a casa sua dalle fiamme gialle che presumono dovesse servire per vendicarsi dell’aggressione subita da Giancarlo Di Biase il 16 agosto nell’anno prima.
Resta in attesa di pronunciamento del gip solo Arcangelo Di Brita di 68 anni (difeso dagli avvocati Claudio Venditti e Ivana De Leo) che risponde della detenzione di una pistola di piccolo calibro mai ritrovata, e quindi resta detenuto nella propria abitazione, mentre Federico Giuseppe Tozzi di 54 anni (difensori Ettore Censano e Marco Intiso) era stato già rimesso in libertà, l’unico che peraltro non si era avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
La procura ipotizza reati a vario titolo riguardanti tre capi di imputazione per spaccio di hashish e cocaina, cinque per detenzione e ricettazione di armi e uno per lesioni personali. Il personale al comando della tenente Carmen Verrengia si è concentrato su un presunto sistema che coinvolge noti pluripregiudicati locali, ricorrendo a intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche (anche un trojan nel cellulare di Selvaggio), videoriprese in luoghi pubblici, appostamenti e pedinamenti.
Red.
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